La corsa al voto, il pallido talk del Tg La7 alza al debutto una flebile voce (ad eccezione di Crosetto)
Ha debuttato La corsa al voto, il programma del TgLa7 guidato da Paolo Celata, Alessandro De Angelis, Silvia Sciorilli Borrelli. La recensione
La scommessa è quella di tenere accesa La7 due sere a settimane, per tutto il mese di agosto, con un programma curato dalla testata diretta da Enrico Mentana e nato per raccontare la campagna elettorale che si è aperta da dieci giorni a questa parte con lo scioglimento delle Camere e l’indizione delle prossime elezioni politiche nella giornata di domenica 25 settembre. Per ora La corsa al voto, condotto da Paolo Celata con Alessandro De Angelis, affiancati entrambi da Silvia Sciorilli Borrelli, ha sicuramente acceso i riflettori, sull’efficacia del programma, al termine del debutto, alcuni dubbi restano.
Il talk, che trova la propria casa nello studio del Tg La7, già utilizzato da Mentana per le sue Maratone, questa volta illuminato con luci e colori più tenui, tende a una tonalità sbiadita che si propaga dalla scenografia ai contenuti e al mordente che il trio di giornalisti riesce ad imporre alle due ore di trasmissione. La temperatura in studio si alza solo con la presenza di Guido Crosetto, che nel finale del suo intervento va all’attacco di La7 e della presunta linea anti-Meloni della rete.
Celata, oltre a smistare il traffico di tempi e pubblicità, tenta di imporsi come contraltare degli intervistati, rivelandosi però acerbo e non in grado di fronteggiare personalità carismatiche (vedi Matteo Renzi, difficile da controllare anche per figure ben più navigate alla conduzione), e cercando di realizzare un tempestivo fact-checking, che manca spesso di puntualità e precisione, che non gli consentono di risultare inattaccabile nei confronti del proprio interlocutore. De Angelis, bloccato a casa per la positività al Covid, si inserisce ampiamente nel programma, non bloccato nella sua eccesiva prolissità dal collegamento Skype, rischiando di sopraffare già da ora Sciorilli Borrelli, che, con un ruolo già da copione minore, potrebbe del tutto scomparire non appena il vicedirettore di HuffPost sarà nello studio.
Le tre voci necessitano quindi di riequilibrarsi e trovare un proprio punto di equilibrio che consenta di conseguenza a La corsa al voto di acquisire un proprio slancio che ad ora non è pervenuto, con il programma che al debutto procede per inerzia rispetto all’impostazione esclusivamente informativa che abbraccia per tutta la giornata la rete di Urbano Cairo.