La Compagnia del Cigno, Ivan Cotroneo si difende dalle critiche dei Conservatori: “Abbiamo schiuso un mondo, ma è un racconto di finzione”
Ivan Cotroneo si difende dalle critiche dei Conservatori su La Compagnia del Cigno, giudicata poco rappresentativa della realtà degli istituti
Con 5,5 milioni di telespettatori, anche alla sua terza puntata La Compagnia del Cigno si è confermato leader della prima serata. Sicuramente un successo per la Rai e per Ivan Cotroneo, ma non senza qualche polemica. Se gran parte del pubblico si gode le avventure dei sette giovani protagonisti tifando per loro e seguendo le loro prove, c’è chi non vede nella rappresentazione fatta in tv del mondo dei Conservatori qualcosa di attendibile.
Sono i Conservatori stessi che, tra presidi e studenti, nell’arco di una settimana hanno iniziato a dire la loro su come Cotroneo e Monica Rametta abbiano descritto un mondo che, a loro dire, poco ha a che fare con la realtà. Ad esprimersi per primo in questo senso era stato il Conservatorio Pollini di Padova, che aveva definito la serie “una mediocre parodia” di quanto accade davvero negli istituti, diffondendo “false credenze”.
Un giudizio che è stato confermato, sulla pagine de La Stampa, da Stefano Canazza, a capo del consorzio che riunisce i sette Conservatori del Veneto. “Di positivo c’è che finalmente in prima serata si pronunci la parola ‘conservatorio'”, ha detto, per poi però aggiungere che il racconto è “un po’ anacronistico. Ai miei tempi si cacciava un violinista che non aveva studiato, oggi ci sono metodi di formazione diversi. Suggerirei un giro nei Conservatori”.
Ma gli studenti che cosa pensano de La Compagnia del Cigno? Sempre La Stampa prende a modello due giovani, Gabriele e Francesca. Il primo non è molto generoso con la fiction: “Se lo scopo era quello di descrivere la nostra realtà, allora non ci siamo”, ha sentenziato. “Il percorso dello studente non è solo e unicamente sacrificio, terrore, porte sbattute in un continuo tu-per-tu con un alter ego dispotico. I docenti mi hanno sempre stimolato e io non sono come quei ragazzi che vivono solo per il loro strumento musicale tanto da essere depressi e prossimi al suicidio”.
Dello stesso avviso, se non più dura, Francesca, che ha trovato la serie “imbarazzante e deprimente. Sminuisce il nostro lavoro e l’insulto sembra il solo modo di trovare se stessi e la propria musica”. Un giudizio non proprio positivo, che si scontra, invece, con il responso dell’Auditel, che sta premiando la serie tv.
Consapevole che non è un giudizio assoluto, lo stesso Cotroneo si dice tranquillo di fronte alle polemiche:
“Non ci sono rimasto male ma non le capisco. Tutti i ragazzi coinvolti hanno alle spalle una lunga esperienza musicale. Noi abbiamo voluto raccontare soprattutto una passione per un mondo considerato poco popolare e che invece lo diventa andando dritto al cuore”.
Cotroneo sottolinea anche come gli apprezzamenti ci siano stati, sia verso la serie che verso i protagonisti. “La direttrice del Conservatorio di Milano (dov’è stata girata la serie, ndr), Cristina Frosini, si è detta fiera di averci ospitato. Abbiamo schiuso un mondo”. L’autore e regista, infine, ricorda che La Compagnia del Cigno è “un racconto di finzione, non un documentario”. La fiction, intanto, si gode un successo forte anche della capacità di aver diviso il pubblico, esperti e non.