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La classe degli asini, su Raiuno il film-tv su una pagina storica dell’istruzione italiana

Su Raiuno La classe degli asini, film-tv con protagonista una donna che ha lottato per eliminare le “classi speciali”, che emarginavano i bambini diversamente abili dagli altri coetanei

pubblicato 14 Novembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 17:24

Negli anni Settanta una donna è riuscita, con forza e passione, a cambiare la storia dell’istruzione italiana, riuscendo a far riconoscere ai ragazzi diversamente abili il diritto di poter frequentare le scuole dei loro coetanei: ne La classe degli asini, in onda questa sera alle 21:25 su Raiuno, viene raccontata la vicenda di Mirella Antonione Casale, l’insegnante, poi Preside, che lottò affinché la figlia e tutti i bambini con disabilità potessero frequentare le scuole dell’obbligo destinate a tutti, arrivando, nel 1977, all’abolizione, tramite la legge Falcucci, delle cosiddette “classi speciali”.

Nel 1964, a Torino, Mirella (Vanessa Incontrada) è un’insegnante, moglie di Luigi (Flavio Troiano) e madre di Flavia (Aurora Giovinazzo), bambina affetta fin da piccola da un problema psicomotorio che le impedisce di parlare e camminare. Mirella è convinta che, se Flavia potesse frequentare gli altri bambini della sua età a scuola, potrebbe fare dei progressi, ma nessuno considera questa sua idea possibile.

Nella stessa scuola di Mirella lavora anche Felice Giuliano (Flavio Insinna), professore i cui metodi non sono graditi a tutti i suoi colleghi ma che, con il suo spirito entusiasta, riesce sempre ad appassionare i suoi studenti, compresi queli più problematici, come Riccardo (Giovanni D’Aleo), ragazzino proveniente dal sud, irrequieto e con difficoltà nel socializzare, al punto che la scuola decide di mandarlo in un Istituto speciale, che segue ragazzi con disabilità, ma anche disadattati.

Il giovane prova, prima chiedendo a sua madre e poi al padre, che l’aveva abbandonato, di farlo uscire da quella scuola, in cui gli studenti sono maltrattati e curati con medicine per tenerli sotto controllo. L’unico che può aiutarlo è Felice, che intanto ha aperto una scuola sperimentale, in cui possono imparare ragazzi con difficoltà ed adulti che non hanno conseguito il diploma. La sua vicenda s’intreccia con quella di Mirella che, dopo l’ennesimo rifiuto a poter ospitare Flavia in una scuola, unisce le sue forze con il collega e, sostenuta anche dall’amica Giovanna (Monica Dugo), inizia una battaglia affinché la figlia possa frequentare la stessa scuola degli altri bambini e dimostrare così che la vicinanza con gli altri le permette di migliorare la propria situazione.

Mirella, che nel fratempo si è iscritta all’Anfass, una volta diventata Preside riesce a creare all’interno della scuola delle classi speciali: la sua sperimentazione attira l’attenzione anche di altre città, che seguono il suo esempio, e del Ministero dell’Istruzione. Nonostante gli ostacoli del Provveditore, però, Mirella fa sentire il proprio dissenso, portando il Ministro Franca Falcucci ad istituire una Commissione che, nel 1977, porterà il Parlamento ad approvare una legge che prevede l’inclusione dei ragazzi con disabilità nelle scuole dell’obbligo.

Prodotto da Rai Fiction e da 11 Marzo Film, La classe degli asini è stato scritto da Pietro Calderoni e Gualtiero Rosella, per la regia di Andrea Porporati. Il film fa proprio il tema dell’inclusività, portando in televisione una storia che ben si adatta al sevizio pubblico, come ha detto il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta durante la conferenza stampa:

“Per la Rai questo progetto rientra a pieno titolo nella linea editoriale del servizio pubblico, di inclusione; di inclusione di pubblici diversi e di grandi temi”.

Per Porporati, invece, il film ha acquisito un valore maggiore grazie soprattutto a Vanessa Incontrada ed al resto del cast:

“Proprio come la vera Mirella. Vanessa ha creato e ha saputo restituire una donna piena di empatia, una di quei tanti eroi per caso, che nel nostro paese, senza far notizia, hanno saputo costruire e costruiscono qualcosa che va oltre loro e che resta per gli altri. E’ stato entusiasmante lavorare con Vanessa e con Flavio, che hanno duettato come i loro personaggi, dapprima diffidenti l’una dell’altro, poi alleati e amici, divenendo una sorta di madre e padre di una nuova comunità, nella finzione e nella vita del nostro set”.

Ma soprattutto, il regista ha trovato nel senso di istruzione il motivo per cui questo film-tv doveva essere realizzato:

“Fare un film sulla scuola è una grande e bella possibilità di ricordare come ci si sentiva quando si era ragazzi. Fare scuola è il primo stare insieme, la comunità dove per prima si apprende a misurarsi con gli altri. Quello che è certo è che alla lunga è impossibile mentirsi.”