La Botola: un format da medioevo catodico
Bei tempi, quelli in cui l’access Rai era ambientato in un Castello nato dalla costola di un Luna Park. Con La Botola si è scesi decisamente più in basso. Un format pagato a peso d’oro per restare impassibili dinanzi a un tuffo plateale di oltre un metro. Nessuna emozione. Nessun’atmosfera balneare per i nostalgici della
Bei tempi, quelli in cui l’access Rai era ambientato in un Castello nato dalla costola di un Luna Park. Con La Botola si è scesi decisamente più in basso. Un format pagato a peso d’oro per restare impassibili dinanzi a un tuffo plateale di oltre un metro. Nessuna emozione. Nessun’atmosfera balneare per i nostalgici della tv delle vacanze: la fotografia è a metà tra i più invernali Affari Tuoi e l’aiuto del pubblico di Chi vuol essere milionario (in versione dvd game). Tutt’al più il divertimento è assicurato per gli ospiti di un centro anziani, giusto per ingannare l’attesa dell’abbiocco.
In questa seconda puntata, che abbiamo preferito aspettare per non essere impietosi a una prima visione, c’erano tutti i numeri giusti per un reparto di geriatria. Un signore si è esibito in Tu che mi hai preso il cuor, quando si dice una performance di grido. D’altro canto c’erano un frate laico in improbabile versione rapper, la sosia di Sbirulino e Topo Gigio insieme, un ballerino di twist. Ognuno di loro è presentato dai propri familiari, nel più sciatto spirito delle manifestazioni paesane. Un supporter, per rendere più pop il proprio beniamino, ci tiene persino a sottolineare che non è stato preso a X Factor.
Il meccanismo prevede delle sfide a due, senza alcuna effettiva competitività né ragion d’essere di confronto. Chi viene giudicato con percentuale minore dal pubblico viene risucchiato dalla botola, con un atteggiamento sadicamente sproporzionato alla penitenza in sé. La sola idea di riversare la la tensione di Soliti Ignoti in un testa a testa per il bagno in piscina è ridicola.
E in tutto questo c’è lui, Fabrizio Frizzi, che riaccetta di rendersi ridicolo come nei peggiori siparietti di Guardì. La sola mise da gelataio azzera ogni miglioramento dell’ultimo anno in fatto di look. Se a questo aggiungete il ritorno della sua risatina un po’ ebete c’è da volergli male per essersi affossato la reputazione glam. L’anno scorso Umberto Eco non si perdeva una puntata del suo quiz, quest’estate tutt’al più fidelizzerà nonna Abelarda.
Il punto non è neanche la connotazione attempata nella scelta di esibizioni e concorrenti, quanto l’accozzaglia di generi per cui convivono risorse nuove e linguaggi tremendamente vecchi. C’è l’Endemol che ti fa un game al confine col people show, ci sono le Botoline che ammiccano alla concorrenza… Ma che senso ha mostrare le chiappe in un clima da encefalogramma piatto?
Diciamola tutta, se La Corrida sta all’anteguerra La Botola è da medioevo. E ci sono tutti i presupposti per una delusione su tutta la linea: tolto l’abusato debito verso i dilettanti allo sbaraglio non resta che uno show senz’anima.