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La Bella Stagione di Vialli e Mancini, su Rai 2 un racconto di vita e di calcio

La bella stagione è il docufilm, diretto da Marco Ponti, sullo scudetto vinto dalla Sampdoria nel Campionato 1990/91, le cui colonne furono i ‘gemelli’ Gianluca Vialli e Roberto Mancini.

7 Gennaio 2023 10:45

Rai 2 ha scelto di ricordare Gianluca Vialli anticipando la messa in onda de La Bella Stagione, il docufilm diretto da Marco Ponti che ripercorre la stagione dello scudetto della Sampdoria, ora programmato nel prime time di stasera, sabato 7 gennaio 2023. Una decisione presa dalla Rai appena diffusa la notizia della scomparsa del calciatore, morto il 6 gennaio a 58 anni per un tumore al pancreas diagnosticato nel 2017. Un omaggio quello di Rai 2 che diventa la testimonianza non solo della cavalcata di una squadra di giovani ‘temerari’ che vinsero il Campionato di Serie A 1990/1991, ma anche il racconto di una vita e di un’amicizia – anzi di tante vite e di tante amicizie – che si consolidarono in quella stagione e di cui il legame tra Vialli e Mancini resta la manifestazione più forte. Quell’abbraccio, tra le lacrime, alla vittoria di Euro 2020, resta il simbolo di un’unione che va al di là del campo da gioco e che ha influenzato le vite di entrambi i protagonisti, e non solo le loro.

La bella stagione, prodotto dalla Groenlandia di Matteo Rovere con Rai Cinema e che ha visto lo stesso Vialli tra gli sceneggiatori, è stato presentato in anteprima il 26 novembre 2022 al Torino Film Festival ed è stato proiettato nei cinema dal 28 novembre al 1° dicembre 2022: proprio il tour promozionale del film ha offerto le ultime apparizioni di Vialli in pubblico e in tv. Ricordiamo, ad esempio, l’intervista concessa a Fabio Fazio – amico e sampdoriano doc – nella puntata di Che Tempo che Fa del 27 novembre scorso, ultima apparizione tv di Vialli. Una chiacchierata emozionata ed emozionante, nella quale Vialli mise in evidenza l’elemento chiave del docufilm, ovvero la centralità dei valori umani e sportivi che quell’avventura rappresentò per i suoi protagonisti e per il calcio in quanto tale.

 

Come ricordato da Beppe Dossena nella puntata speciale di A tutto calcio dedicata a Vialli (che potete recuperare su RaiPlay), durante la presentazione del film il calciatore era già fortemente debilitato, tanto da “non riuscire a stare in piedi”, come ha svelato il compagno di squadra; testimonianza resa anche dal produttore del film, il regista Matteo Rovere, nelle dichiarazioni raccolte da Il Messaggero:

“Vialli ha fortemente voluto il documentario, ci teneva a smentire le leggende su Genova che indebolisce i giocatori. […] È stato insieme a noi per tutto il lancio del film, e nonostante le forze fossero poche ha creduto nel lavoro e nel messaggio che il documentario poteva lasciare alle giovani generazioni”.

Dossena si è chiesto il perché Vialli ci tenesse a essere presente a Genova e a Torino per accompagnare il film nonostante le pessime condizioni di salute: “Era lì per stamparsi negli occhi i volti di tutti, per portare con sé quel ricordo e quell’emozione…“. La sua risposta coincide, di fatto, con quanto raccontato da Ponti sempre a Il Messaggero riguardo quelle giornate non facili vissute, però, con  gli amici di sempre e con i compagni di quella squadra ‘che fecero l’impresa’:

“Sui titoli di coda si alzarono tutti in piedi cantando Lettera da Amsterdam, l’inno non ufficiale della Sampdoria. Guardai Luca, insieme ai suoi compagni Roberto Mancini, Gianluca Pagliuca e Pietro Vierchowod: era raggiante. Aveva l’aria di chi pensa: insieme abbiamo fatto tanto. Abbiamo fatto la felicità”.

Il docufilm nasce come la trasposizione cine-tv dell’omonimo libro scritto da Gianluca Vialli e Roberto Mancini con la collaborazione di tutti i campioni di quella Sampdoria, curato da Pierdomenico Baccalario col supporto di Massimo Prosperi ed edito da Mondadori; il docufilm – scritto da Marco Ponti (che lo ha anche diretto), Pierdomenico Baccalario, Shadi Cioffi con Andrea Delmonte – è stato realizzato in quattro settimane di riprese, da Genova a Londra.

Recuperate Sogno Azzurro

In questi due giorni di ricordi, i programmi tv hanno saccheggiato gli archivi dei Campionati di fine anni ’80 – inizio ’90, con quel giovane Vialli riccioluto e sorridente e quel tenebroso Mancini sempre imbronciato. Ma per raccontare la storia recente di due uomini, due calciatori, due tecnici, due amici e della squadra che con loro ‘fecero l’impresa’ – questa volta vincere sì un Campionato, ma quello Europeo – si è attinto a quella miniera d’oro che si è rivelata essere Sogno Azzurro. la docuserie prodotta da Rai Documentari con FIGC che ha prima seguito la preparazione degli Azzurri per gli Europei 2020 e li ha poi accompagnati verso la vittoria, ottenuta ai rigori al Wembley Stadium contro l’Inghilterra padrona di casa l’11 luglio 2021. Potete rivedere tutta la docuserie e l’atto finale, con quell’abbraccio tra Vialli e Mancini destinato alla storia, su RaiPlay. E vi consigliamo vivamente di farlo.

Vialli Mancini abbraccio finale Euro 2020

 

Come dice anche HIT, è tutto in un abbraccio.