L’ultimo Papa Re, Gigi Proietti: “Non temo il confronto con Manfredi”. Già al lavoro su un’altra fiction, come… detective
Gigi Proietti non teme il confronto con Nino Manfredi, che fu protagonista del film a cui si ispira L’ultimo Papa Re
Gigi Proietti è pronto a tornare in tv: sono terminate da tempo le riprese de “L’ultimo Papa Re”, il film-tv che Raiuno manderà in onda prossimamente, che s’ispira ad “In nome del Papa Re”, film di Luigi Magni del 1977 interpretata da Nino Manfredi (il cui figlio, Luca, è alla regia della fiction).
Proietti sarà il protagonista, il cardinale Colombo, stesso personaggio interpretato da Manfredi. L’attore romano, però, non vuole parlare di paragoni, come ha spiegato a “Il Giornale”:
“[Sono] forse inutili. Se ci fermassimo ai soli ricordi, finiremmo per dimenticare storie magnifiche che, invece, meritano invece di essere ancora raccontate”.
Il paragone, però, sarà inevitabile, per quanto un attore amato come Proietti non debba temere il confronto con un altro attore popolare come fu Manfredi. Poche le modifiche alla vicenda, che racconterà come il protagonista, dopo aver scoperto di avere come figlio uno degli artefici di un attentato, proverà a liberarlo, mentre la Roma pontificia si trova di fronte ai suoi ultimi anni di splendore prima della breccia di Porta Pia e della separazione tra potere temporale e spirituale:
“E’ un meraviglioso gioco tra cronaca d’epoca -l’esplosione che, nel 1867 a Roma, provocò la morte di ventitrè zuavi pontifici- dramma storico -il passaggio della Chiesa dal potere temporale al solo spirituale- e tormenti personali -la crisi umana d’un cardinale, monsignor Colombo, che del tutto inaspettatamente si scopre padre d’uno dei patrioti italiani autori dell’attentato. In questa storia c’è tutto: passione, avventura, psicologia. E ironia dal tipico sapore romanesco.”
Proietti, come detto, non teme il confronto con Manfredi, forte anche dei consigli ricevuti dal figlio dell’attore:
“Umanamente l’ho conosciuto poco. Ma da semplice spettatore so che era grandissimo. Dunque non azzardo confronti. Anche se il figlio Luca, regista della miniserie, in proposito m’ha incoraggiato molto”.
Nessun problema, quindi, nell’interpretare un personaggio carico di tensione come il cardinale Colombo:
“Temutissimo reggente di polizia, dall’arcigna fama di sbirro implacabile, ma colto proprio nel momento in cui tutta la sua dignità va a farsi benedire. Proprio lui, incaricato di difendere Santa Romana Chiesa, padre d’un bombarolo risorgimentale! E nel frattempo caustico: impagabili i suoi duetti col ‘perpetuo’ veneto, che nel film era il delizioso Carlo Bagno, e qui sarà l’incantevole Lino Toffolo.”
Proietti promette una fiction capace di raccontare una tematica così apparentemente alta con un tono molto popolare, e quindi in corda con la sua capacità di sdrammatizzare i momenti più tesi:
“Ecco perchè ho amato questa fiction: perchè si richiama al mio modo d’intendere lo spettacolo. L’unione di colto e popolare. Quando c’è la qualità, in scena non esiste dicotomia tra ‘alto’ e ‘basso’ “.
Considerato il successo della sua ultima fiction, “Il signore della truffa”, il ritorno di Proietti in tv preannuncia ascolti ancora alti. Ma per l’attore è già tempo di pensare al suo prossimo progetto: una serie tv in cui, tanto per essere in linea con gli altri prodotti nostrani, investigherà:
“[Sarò] un giornalista in pensione che s’improvvisa detective, con la mania di riaprire casi irrisolti. E dimostrare che il delitto perfetto non esiste. Il titolo ancora non c’è; dovremo cominciare a girare ad ottobre”.
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