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L’olimpiade nascosta, il film-tv sui giochi olimpici nel campo di prigionia stasera su Raiuno

Su Raiuno L’olimpiade nascosta, film-tv con Alessandro Roja e Cristiana Capotondi che racconta i giochi olimpici disputati nel 1944 in un campo di concentramento

pubblicato 27 Maggio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 04:30


Un’olimpiade, in quanto emblema dello sport sano e non corrotto, deve anche testimoniare l’unione tra i popoli contro chi vuole calpestare la dignità umana: è questo il messaggio alla base de “L’olimpiade nascosta”, il film-tv in onda stasera alle 21:30 e domani alle 21:10 su Raiuno, a due mesi dalle Olimpiadi di Londra.

Prodotto da Raifiction e Casanova Multimedia, scritto da Maura Nuccetelli, Fabrizio Bettelli e Francesco Miccichè con la regia di Alfredo Peyretti, la fiction viene ambientata nel 1944, quasi alla fine della Seconda guerra mondiale, nella fase in cui la Germania inizia a subire il declino che la porterà alla sconfitta. Una sconfitta, però, arrivata dopo lo sterminio di milioni di persone nei campi di concentramento, per volere degli ideali nazisti.

In un lager campo di prigionia al confine tra la Polonia e la Germania è ambientata la storia: lo spaccone Mario (Alessandro Roja) ed il timido Vittorio (Andrea Bosca) sono due italiani che stanno raggiungendo un campo di concentramento, mentre su un altro camion una donna riesce a far scendere dal mezzo il figlio di sei anni Joel, sperando per lui in un futuro migliore. I due italiani si rendono conto della difficoltà di vivere nel lager, dove il comandante Weber (Johannes Brandrup) umilia i detenuti in ogni modo, fino a creare una forma di anarchia dove i prigionieri, seppur accomunati dalla stessa condizione, sono tutti nemici tra di loro.

L’olimpiade nascosta
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In questo clima l’unico che riesce a mantenere il controllo è Alex (Gary Lewis), ufficiale inglese che cerca di mantenere la propria dignità e non cede alle provocazioni. Mario, intanto, dopo una giornata di lavoro fuori dal lager trova Joel, e riesce ad affidarlo alle cure di una donna che vive vicino al campo, Kasia (Cristiana Capotondi), legando sempre più con lei.

Alex, che nel frattempo ha osservato il cambiamento di Mario, meno arrogante e più sensibile, è deciso a non far mollare i suoi compagni, ed ha un’idea: quello è l’anno delle Olimpiadi, che sono state annullate a causa della guerra. L’uomo, però, propone agli altri prigionieri di tenere una loro edizione dei giochi olimpici, di nascosto dai tedeschi, che possa risollevare il morale e ricordare il valore della dignità che gli appartiene.

Un’olimpiade che, però, sarà scoperta dai tedeschi i quali, invece di punire gli organizzatori, rilanciano: la sfida è quella di disputare le gare contro di loro, per dimostrare la superiorità ariana sul resto del mondo. Convinti di perdere, Alex e gli altri accettano comunque, perchè l’occasione servirà non solo a far ritrovare l’unione persa da tempo tra i prigionieri, ma anche perchè da fuori la Resistenza vuole approfittare delle Olimpiadi per liberare più persone possibili…

Tratto dalla vicenda delle olimpiadi disputate nei campi di Langwasser e Woldenberg (e girato nel campo di Theresienstadt, dove morirono 33 mila persone e ne sopravvissero oltre 17 mila), “L’olimpiade nascosta” vuole essere un modo per ricordare le vittime di quegli anni ma anche gli eroi, coloro che riuscirono con determinazione a sperare ed a non cedere, come Arkadiusz Brzezicki, oggi 103 anni, unico superstite di quelle Olimpiadi ed a cui, spera Luca Barbareschi, produttore del film-tv, si potrebbe assegnare un premio speciale durante le gare di Londra.

Molto coinvolti gli attori sul set, come la Capotondi, che racconta come il suo personaggio sia “senza dubbio uno dei ruoli che mi hanno coinvolta di più emotivamente. Ho immaginato quella donna come potesse reagire di fronte alle atrocità dell’Olocausto. Nel film c’e’ l’epica dello sport e un tema come l’Olocausto, che amalgamate alla storia d’amore credo facciano la forza di questa grande storia.” (fonte: Ansa).



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