L’ “audience” di Maria
Ogni tanto arrivano in redazione dei validi scritti dei nostri lettori che sarebbe un peccato non pubblicare. Quello che segue è opera di Nicola e tratta un tema che, si sa, è forse il più “attuale” e discusso in ambito televisivo: Amici di Maria De Filippi. Ecco a voi. Canto e ballo fanno da contorno
Ogni tanto arrivano in redazione dei validi scritti dei nostri lettori che sarebbe un peccato non pubblicare. Quello che segue è opera di Nicola e tratta un tema che, si sa, è forse il più “attuale” e discusso in ambito televisivo: Amici di Maria De Filippi. Ecco a voi.
Canto e ballo fanno da contorno a pianti, liti e urla, nel talent show di Maria De Filippi. Il telespettatore che accende la tv potrebbe aspettarsi di vedere un bello spettacolo, pieno di talento, ma la scena ogni domenica è sempre la stessa (stesse battute, stessi monologhi, stessi personaggi, stessi movimenti sulla scena: stesso copione). Potremmo sperare di vedere dei ragazzi di 20 anni investire in maniera intelligente sul proprio futuro, facendo vedere ciò che sanno e non sanno fare. Invece come leoni in gabbia sono tenuti in cattività, pronti ad azzannarsi con unghie e parole, rinchiusi in delle case durante la settimana e gettati nell’arena la domenica.
Io sono un telespettatore di 21 anni e non esagero a dire che vedere “Amici” fa male: è degradante, deprimente, avvelenato. I ragazzi vengono continuamente tartassati con video in cui si parla male di loro, sono spinti all’insulto e all’urlo. E i professori…ah i professori!Gli adulti di oggi che devono educare i giovani di domani…e che forse sono più infantili dei ragazzi stessi: alla ricerca dell’applauso, del litigio, della visibilità; con la voglia di far prevalere il proprio allievo, non sempre perchè più bravo, ma solo per dimostrare la propria superiorità di insegnante, cantante o ballerino.
Fa male vedere un giovane ventenne dire a un’insegnante “Ti odio” e fa ancora più male vedere l’insegnante che non cerca di comprendere o di capire un disagio di un ragazzo (che è pur sempre di vent’anni!), ma che incalza e assesta il tiro. Ma gli adulti non dovrebbero aiutare i ragazzi a formarsi? Non dovrebbero indicargli la strada, sorreggerli nel loro intento invece di demolirli, insultarli, attaccarli? Ma davvero per l’audience tutto dev’essere permesso e lecito??? Passi per il litigio tra i ragazzi, ma quando la lotta non è più tra allievi ma tra allievo e insegnante il meccanismo diventa malato, violento, pericoloso. Quello non è sano confronto, è un ricettacolo di odio.