Un Assedio a metà: dopo la diretta senza pubblico, le interviste registrate prima del Coronavirus
Le direttive per il contenimento del Coronavirus continuano a tener vuoti gli studi tv e svela gli altarini.
“Vieni qui con me Michela (Murgia, ndr), dobbiamo dire una cosa importante… È una puntata strana e succede una cosa strana: caso ha voluto che la settimana scorsa abbiamo registrato due interviste specialissime. Le abbiamo fatte perché gli ospiti non avrebbero potuto altrimenti. Adesso rimaniamo con voi, ce le guardiamo e andiamo avanti con L’Assedio”.
Cosi Daria Bignardi chiude la parte in diretta de L’Assedio di mercoledì 26 febbraio 2020, andata in onda senza pubblico in ottemperanza alle direttive per il contenimento del contagio da Coronavirus. Un clima spettrale, uno studio vuoto con la sola Michela Murgia* fatta venire “con l’inganno” a Milano in funzione di simulacro del pubblico assente, ma con la Bignardi che continua a presentare gli ospiti con quell’afflato da annuncio pop, alla Baudo, che cade nel ghiaccio di uno studio deserto. E ne fanno le spese soprattutto Ghali e Anna dello Russo, mentre la puntata si apre con il prof. Andrea Grignolio, docente di Storia della Medicina e Bioetica all’Università San Raffaele di Milano e al Cnr. In tema.
A tre quarti di puntata si svelano gli altarini: la Bignardi annuncia due interviste registrate una settimana fa, prima del delirio da Coronavirus, con tanto di pubblico e di applausi. E così Giorgio Locatelli e Tommaso Paradiso entrano in studio accompagnati da applausi scroscianti. Se non ci fosse stata la chiusura degli studi tv ho il sospetto che la Bignardi avrebbe indossato la camicia di seta rosa antico fin dal primo minuto…
La tv senza pubblico, un altro linguaggio
Una puntata senza pubblico anche per Daria Bignardi, quindi: come in tutti gli studi tv milanesi, da Le Iene a Live – Non è la d’Urso, passando per Mattino Cinque, Che Tempo Che Fa, #CR4 e per Dritto e Rovescio (che però ha trovato un escamotage), anche quello di Nove è stato investito dalle direttive emanate dal Comune di Milano. E così la Bignardi si trova a dover condurre un programma senza pubblico e non sembra riuscirle particolarmente bene, visto che il suo stile di presentazione non cambia: fa entrare gli ospiti con quel tono in salita, da attesa di un’ovazione, anche quando non c’è nessuno che possa riscaldare il pubblico. L’effetto gelo è garantito.
Ma se c’è una cosa che questi studi vuoti ci stanno mostrando è che l’applauso compulsivo e gratuito caro a certa tv è davvero disturbante e inutile. Una tv silenziosa, più intima, meno ‘urlata’ è forse proprio quello di cui abbiamo bisogno dopo anni strillati. Chissà che questi giorni di silenzio illuminino autori e conduttori.
Ci spero poco.
*Sulla Murgia che si augura che l’allarme virus continui per poter approfittare di treni semideserti e città senza traffico è meglio stendere un velo pietoso. Non tutte le battute e le sdrammatizzazioni riescono bene. A volte meglio tacere.