“L’Aria che tira” è quella dell’infotainment
L’aria che tira strizza l’occhio all’infotainment per toni, ospiti, taglio narrativo: giocare sul filo del rasoio è sempre un rischio…
“Benvenuti a questa seconda edizione de L’aria che tira” dice David Parenzo aprendo la prima puntata di questa stagione 2024-2025. L’autore/conduttore ci tiene, evidentemente, a marcare una discontinuità dalla precedente gestione: e così i 12 anni della Merlino – di cui restano, di fatto, logo e studio – vengono espunti dal nuovo conteggio, ripartito lo scorso autunno con l’arrivo di Parenzo.
Intenzioni chiare, fin dall’introduzione…
L’introduzione è tutta un programma, come verrebbe facilmente da dire: Parenzo si affaccia in studio indossando degli occhiali neri dalla linea ben nota, dal marchio molto conosciuto e peraltro al centro delle questioni politiche degli ultimi giorni, visto che sono stati acquistati e testati dalla dott.ssa Maria Rosaria Boccia nei palazzi del potere lo scorso agosto. In questo senso, il passaggio di consegne tra Pancani, alle prese col kick-off di Coffee Break, e Parenzo, carico per la seconda edizione (non la ‘sua’ seconda edizione, NB) de L’aria che tira, non poteva essere più ‘traumatico’: non c’è continuità stilistica tra i due programmi, anzi il secondo è proprio la dimostrazione plastica di quanto il primo sia un unicum.
L’argomento dell’esordio non poteva che essere uno: il caso Boccia – Sangiuliano. Ma se Coffee Break ha deciso di trattarlo marginamente – e istituzionalmente – qui diventa subito terreno di scontro tra stampa (o almeno una sua parte) e politica (o almeno una sua parte). Il parterre è costruito per ‘friccicare’, non tanto per raccontare: basta la presentazionne perché si configuri subito un’Alessandra Mussolini show (che ha ragione da vendere quando esorta Parenzo a essere meno esagitato, ma del resto è una sfida tra titani), mentre il sodale Cruciani (con cui Parenzo torna a La Zanzara questa sera e la cui presenza è dunque utile anche per un lancio promozionale) è introdotto come “l’ultimo ad aver visto Sangiuliano sorridere” in quel di Polignano a Mare, quando il ministro e la sua (non ancora e non più) consulente trascorsero qualche ora in piscina ospiti de Il Libro Possibile.
I primi due minuti, dunque, bastano a connotare il tono e l’intenzione del programma: non siamo più dalle parti dell’approfondimento ordinato e circostanziato del programma precedente, quanto dalle parti di quel chiacchiericcio in cui vince chi ha più feeling con la telecamera, non tanto chi ha gli argomenti migliori. È un genere, per carità; in questo caso, si dipana soprattutto sul terreno della (para)politica e della (para)economia e lascia la cronaca ad altri salotti, su altre reti.
Parenzo, domatore di leoni sempre sul filo del rasoio
Parenzo si diverte a fare il suo: più che un moderatore è un domatore di leoni ed è lì che si diverte (altrimenti il sodalizio con Cruciani non sarebbe durato così a lungo). Ed è sicuramente una voce: apre con una sorta di messaggio alla Premier Meloni che ha il sapore di un editoriale e che potrebbe essere la scaletta degli argomenti, se non si finisse poi per esaltarsi più per le intemperanze dei presenti che con la sostanza dei fatti. Fatti che vengono guardati quasi ‘di sguincio’, tra il serio e il faceto, tra l’istituzionale e il complottista, tra l’ironico e l’indignato. Una cifra che tiene i presenti sul ‘filo del rasoio’, ma che dà rischi poi sulla sua riuscita. Si ha la sensazione di una risorsa giornalistica strategica – intesa come gruppo di lavoro – ‘piegata’ ai toni ‘da bar’, nei quali però non cade mai del tutto. Una forma di sdrammatizzazione, insomma, di racconto che probabilmente si ritiene più accattivante, ma che rischia – ed è questo un elemento intrinseco al genere – di far perdere di vista i fatti.
Eppure i fatti ci sono, si vedono, vengono anche adeguatamente rappresentati e sottoposti al tavolo. Ma con un parterre così eterogeneo – non solo per origini e posizioni, ma anche per capacità tv -, farsi ammaliare dalle sirene del ‘calembour’ argomentativo può diventare piuttosto semplice. In questo senso, Parenzo ama agitare le acque per guidare i telespettatori tra i flutti di un mare periglioso, ma a volte può capitare di imbarcare acqua.
La stagione è lunga e gli argomenti non mancano: in bocca al lupo a tutti i naviganti…