Kledi contro le coreografie “di mer@a” di Sanremo
Il ballerino di Amici stronca i numeri di danza del Festival.
Festival di Sanremo 2012 – L’apertura di ieri con la ballerina senza braccia
Abbiamo sviscerato diversi aspetti del Festival di Sanremo 2012, ma non avevamo mai approfondito l’argomento “coreografie”, forse perché obiettivamente non ce ne intendiamo. La sensazione del sottoscritto, da qualche anno a questa parte (suo il monopolio del ballo dall’edizione 2010), è che Daniel Ezralow più che coreografare ami stupire.
Peraltro è lo stesso che ad Amici lanciava le sfide di improvvisazione con la sua scatola dei rumori. Quando c’è lui, anziché vedere sul palco passi particolarmente arditi, veniamo plagiati dalla solita pubblicità progresso che la “danza è per tutti quelli che riescano a comunicarla senza discriminazioni”, con una grande scenografia che amplifica l’aspetto disincantato e naif del tutto.
Per questo come coreografo vero stipendiano Franco Miseria, che da buon veterano del varietà ha l’ingrato compito di costruire dei numeri di danza in stile Bagaglino, pur di far ballare gnocche che non l’hanno mai fatto, dalla Canalis a Ivanka. Ogni coreografo, poi, si porta qualcuno dei suoi (Alessio Vincolo ha fatto Vuoi ballare con me? con Miseria, Michele Barile Amici con Ezralow).
Per capire, però, fino in fondo com’erano le coreografie di quest’anno basta ritwittare un commento di un ballerino professionista come Kledi Kadiu, che non lascia davvero spazio agli equivoci:
“Qualcuno sa quanti soldi hanno speso per le coreografie di merda di Sanremo 2o12? Qualcuno mi dice quanto hanno preso i poveri ballerini?”.
E non finisce qui:
“Ma poi cavoli ma tutti che vogliono ballare cavolo perché nessuna di queste sciacquette non suona non canta. Ma vaff…”.
Da quando il pupillo di Maria ha un programma tutto suo su Rai5, oltre ad aver raggiunto ormai una piena maturità artistica, non ha decisamente più peli sulla lingua. Di recente, ad esempio, ha detto a G’ Day che il quotidiano Libero… è Libero di dire stron@ate (alludeva alla provocazione del quotidiano contro gli stranieri in Italia). Finalmente un artista schietto che dice quello che pensa, senza paura di ritorsioni che – visto il sistema di lobby dello showbiz italiano – potrebbero arrivargli.