Ivan Zazzaroni e Rai Sport, chi non teme la brutta figura
Il commentatore si è risentito per il post di TvBlog che critica Rai Sport e insulta.
Che il mio articolo di ieri sul servizio offerto dalla Rai per gli Europei 2012 non fosse “tenero” è fuori dubbio, ma non è ritrattabile. L’approssimazione di gran parte dei giornalisti di Rai Sport che si dedicano al calcio è imbarazzante. Il dover subire (da spettatore) continue gaffes, errori marchiani, commenti impacciati e discutibili, che rendono la visione dei programmi sportivi e delle partite una tortura, mi fa rabbia. Nel mio post sottolineavo anche la scarsa qualità “tecnica”, compresa la confezione, delle trasmissioni: vecchie nei linguaggi, vecchie nei personaggi, vecchie nei conduttori. Un condensato di vetustà e bruttezza.
Anche oggi, in occasione del match dell’Italia, ne abbiamo avuto un saggio notevole. Bruno Gentili, senza voler discutere una telecronaca che personalmente ho trovato (al solito) deludente, è stato capace di sbagliare ripetutamente il nome dell’unico giocatore spagnolo in campo che non fa parte di un “top team” a livello europeo. Lo sventurato terzino del Valencia Jordi Alba è stato confuso con il collega che occupava la fascia opposta Arbeloa, per un quarto d’ora e nonostante i replay. Gentili, e al suo fianco Dossena, non sono in grado di riconoscere i giocatori della nazionale Campione del Mondo in carica. Questa è “la professionalità” di Rai Sport e non è un’accusa a tutti i giornalisti, per carità, ma certo a chi decide di puntare su certe risorse in luogo di altre (su Gentili invece che sull’ottimo Bizzotto, ad esempio), da un’eternità.
A fine partita i telespettatori si sono potuti esercitare nella lettura del labiale durante l’intervista al Ct Cesare Prandelli andata in onda per un minuto senza audio. Cose che “succedono”, ovvio, ma succedono soprattutto alla Rai. Subito dopo dallo studio di Danzica il “team leader” Marco Mazzocchi ci deliziava introducendo il commento tecnico dell’attore (!!!) Massimo Ghini, imperdibile. In questo quadro, che rende il tutto terribilmente simile ad un live di una sgangherata tv locale, l’impressione è quella di stare di fronte a dei “dilettanti allo sbaraglio”. Di quelli che “non temono brutte figure”, ma che poi, puntualmente, ne collezionano diverse.
Nella categoria mi sento di ascrivere anche Ivan Zazzaroni, giornalista sportivo nonché giudice e ballerino alla bisogna in Ballando con le stelle, un altro di quei “vip” che ama utilizzare Twitter pensando di parlare al bancone di un bar di fronte ad un paio di affezionati avventori. Citato quasi di “sfuggita” nell’articolo di ieri, nel passaggio in cui lamentavo l’assenza degli highlights nelle trasmissioni post partita della Rai, Zazzaroni si è rivolto ai suoi fortunatissimi 35.660 followers per insultarmi. Con tanto di nome e cognome mi ha dato del “coglione” (tranquilli, specificherà poi di averlo fatto “simpaticamente”, quindi tutto ok). La ragione dell’insulto la spiegherà meglio dopo, sollecitato da altri utenti: lui “non accetta più critiche sul suo lavoro” perché è “arrogante, antipatico, ma preparatissimo“. D’altra parte, per continuare a citare Zazzaroni, io sono uno “che spara cazzate contro il bersaglio facile“.
Effettivamente Rai Sport è fin troppo facile da demolire, basta raccontare cosa combinano, ma dopo questo esempio di bullismo virtuale, questo atteggiamento da José Mourinho del giornalismo sportivo (è così sicuro di poterselo permettere?), non potevo sperare in un’implicita ammissione di colpevolezza più comica di questa.