Home Rai 1 Ivan Cotroneo a TvBlog: “Stiamo già lavorando alla terza serie di Tutti pazzi per amore… sognando la Cortellesi”

Ivan Cotroneo a TvBlog: “Stiamo già lavorando alla terza serie di Tutti pazzi per amore… sognando la Cortellesi”

Due settimane dopo la messa in onda del finale della seconda stagione torniamo a parlare della fiction più innovativa di Rai1: “Tutti Pazzi Per Amore”. Dopo aver ospitato gli attori principali ed aver analizzato nel dettaglio il responso auditel, oggi su TvBlog vi proponiamo una lunga intervista all’ideatore della fiction Ivan Cotroneo. Con lui, scrittore

di Hit
pubblicato 7 Giugno 2010 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:06



Due settimane dopo la messa in onda del finale della seconda stagione torniamo a parlare della fiction più innovativa di Rai1: “Tutti Pazzi Per Amore”. Dopo aver ospitato gli attori principali ed aver analizzato nel dettaglio il responso auditel, oggi su TvBlog vi proponiamo una lunga intervista all’ideatore della fiction Ivan Cotroneo. Con lui, scrittore e sceneggiatore per cinema e Tv, faremo un bilancio sui risultati ottenuti in questa seconda annata con uno sguardo rivolto anche alle novità della terza stagione già in lavorazione.

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato una nostra analisi auditel sulla composizione del pubblico di “Tutti pazzi per amore” ed il dato più eclatante è forse quello relativo al target giovane che è risultato molto più alto della media di Rai1. E’ soddisfatto di questo risultato?

“Sono contento, ovviamente. Io, Monica Rametta e Stefano Bises, che hanno scritto con me questa serie, pensavamo di proporre un’avventura narrativa che trattasse l’amore a tutte le età – e in tutte le forme – e che potesse interessare un pubblico ampio, da quello dei bambini e giovani a quello degli adulti e degli over 65. Devo dire anche che scrivendo ci siamo molto affezionati a giovani della nostra famiglia: Emanuele, Cristina, Nina, e ai loro nuovi compagni: Yang, Raoul e Viola. Forse sono state anche le loro avventure, oltre che un linguaggio narrativo un po’ più veloce e inusuale, ad attrarre il pubblico più giovane.”

Com’è stato proporre e poi realizzare un prodotto come TPPA su una rete come Rai1, tradizionalista e conservatrice da sempre? Scrivendola non avete pensato di catturare anche il pubblico più maturo da sempre la maggioranza della prima rete?

“Spesso ci chiedono come abbiamo convinto produzione e rete a realizzare TPPA. La verità è che fin dall’inizio, quando sono stato contattato per scrivere il soggetto di serie, ossia per scrivere una storia sentimental-familiare destinata ad andare su Raiuno, la richiesta sia della Rai che della Publispei era quella di non replicare serie già esistenti, ma di sperimentare, osare nel linguaggio, nei temi, nei personaggi, nei dialoghi. Ovviamente ricordandoci dove saremmo andati in onda, cioè su una rete generalista. E’ chiaro che se noi autori avessimo dovuto scrivere una serie per Sky, e quindi diretta a un pubblico diverso e più limitato, avremmo fatto scelte diverse. Ma la sfida era proprio questa: portare un prodotto con una dose di innovazione al pubblico della domenica sera su Raiuno. Contavamo però di essere seguiti anche dal pubblico che segue nornalmente Raiuno, e in questo non siamo stati delusi. Abbiamo una media di età più bassa di quella della rete, ma abbiamo anche una buona fetta di pubblico per così dire più classicamente di Raiuno. “

Com’è nata e poi si è sviluppata l’idea di Tutti pazzi per amore?

Com’è nata e poi si è sviluppata l’idea di Tutti pazzi per amore?

“E’ nata dalla proposta di produzione e rete di provare a proporre qualcosa di nuovo. Da lì, prima io da solo, poi con Monica Rametta ci siamo messi a pensare al linguaggio, ai personaggi, mettendo dentro quello che ci piaceva, le nostre passioni per certa commedia sentimentale, soprattutto americana degli anni ‘40 e ‘50, certi film francesi in cui si balla e si canta, le serie televisive che ci piacciono (da Friends, a Ally McBeal a Cold feet) e ispirazioni varie da cinema, tv, videoclip e avventure anche personali. L’idea del litigio con i biglietti via persiana della prima serie arriva direttamente dalle querelle di Monica Rametta con la sua vicina del quartiere Testaccio. Ma più interessante di come è nata l’idea è parlare di come si è sviluppata. Questa serie non ci sarebbe stata senza l’aiuto del reparto editoriale della Publispei e della Rai, senza Claudia Aloisi, Leonardo Ferrara, Carlo Principini, Benedetta Fabbri, Ivan Carlei, Laura Cotta Ramosino: abbiamo avuto editor e responsabili che ci hanno aiutato a sviluppare le nostre idee. Ci tengo a dirlo: noi siamo stati aiutati e molto. A volte penso che con i loro suggerimenti ci abbiano fatto sembrare degli scrittori più bravi di quanto non siamo. “

All’ inizio di questa seconda stagione eravate timorosi ?

“Sì, certo. Saremmo stati incoscienti a non esserlo. Dopo la prima serie però eravamo anche tutti felici di potere ripetere l’esperienza, di ritrovarci con il nostro cast e con il nostro regista Riccardo Milani. Mi capita spesso di pensare a cosa sarebbe stata la serie se non avessimo avuto il regista che abbiamo avuto, che ha fatto – fra mille altre cose- scelte di cast e di regia che hanno dato alla serie un’impronta molto forte. E la verità è che non riesco a pensare a come sarebbe stata questa serie senza Milani. Nella mia testa lo ringrazio quasi ogni giorno – e a volte mi ricordo di farlo anche di persona.”

Alcuni vostri fans della prima stagione sono rimasti spiazzati da alcune vostre scelte, come la morte del personaggio interpretato da Neri Marcorè. Non avevate paura, con una scelta per certi versi così radicale, di perdere pubblico?

“La paura non è mai una buona consigliera, secondo noi, quando si scrive e si inventa. Ovviamente abbiamo in mente il nostro pubblico, sempre: non pensiamo di scrivere per noi stessi. Come dice lo scrittore Michael Cunningham, sarebbe come preparare una bella torta e poi mangiarsela in cucina da soli. Però ci sembrava che la morte del personaggio di Michele avrebbe lanciato la storia in una direzione non prevedibile, ci piaceva l’idea (che è alla base di TPPA) di mischiare la commedia con i drammi della vita, ci piaceva potere avere un nuovo piano di narrazione ‘dal’alto’ (che viene direttamente dal film “Il cielo può attendere”), insomma ci piaceva la scommessa. E ci siamo lanciati. “

Se dovesse “spiegare” in due parole la filosofia di questa serie, quali sarebbero?

“Forse non sono la persona più adatta a spiegare la filosofia della serie, se una filosofia c’è. Chi scrive, scrive per raccontare storie, e non parte da una filosofia. Ripercorrendo da spettatore queste cinquantadue puntate, e pensando anche a quello che abbiamo sentito – o è stato scritto – su TPPA, penso che una possibile filosofia sotterranea abbia a che fare con l’assenza di paura: della vita, dei problemi, del ridicolo. Mi piace pensare che i nostri personaggi portino con sé il coraggio (e anche la faccia tosta) che ci vuole per affrontare le giornate della nostra vita. “

Seguendo Tutti pazzi per amore sembra quasi di approcciarsi ad un nuovo genere televisivo, non sembra quasi infatti racchiudibile nel genere fiction, che ne pensa?

“No, penso che si tratti proprio di una serie televisiva, un serie televisiva bell’e buona, con tutti i meccanismi e le svolte di un racconto lungo in episodi di cinquanta minuti. Su questo impianto, TPPA si permette qualche follia, come ad esempio il commento metatestuale di Freiss e della sua signorina che si litigano le sceneggiature della serie mentre la narrazione va avanti.”

Il prodotto seppure con una diffidenza iniziale poi alla fine ha ingranato la quinta marcia ed ha fatto buoni ascolti, Rai vi ha già detto se metterà in cantiere una terza serie? Che ne pensa Del Noce vi siete sentiti? E soprattutto lei scriverebbe una terza serie e se si come sarebbe?

“Sì, ci hanno detto che la terza serie ci sarà. Il direttore di Raifiction ha espresso più volte apprezzamenti sulla serie, dalla conferenza stampa di presentazione agli ultimi commenti sui giornali quando si è parlato della sieropositività di uno dei protagonisti. Quindi ci sentiamo confortati. Io, Monica Rametta e Stefano Bises stiamo già lavorando all’arco narrativo e alle singole puntate. Quanto a come sarà la terza serie… Abbiamo un patto di ferro tra di noi: il primo che parla di quello che succederà nella terza serie deve offrire la cena agli altri nel migliore ristorante di pesce di Roma. Dopo un paio di cadute catastrofiche per le finanze di ciascuno, ci siamo allineati su un mutismo totale. “

In questa terza stagione, Stefania Rocca potrebbe tornare?

“Noi stiamo scrivendo sul personaggio di Laura del Fiore, e le scelte di cast appartengono al regista e alla produzione. Io posso solo esprimere un parere personale. Ho grandissima stima del talento di Stefania Rocca: quello che ha fatto nella prima serie è stato grandioso. Ciò nonostante, quando in seguito alla gravidanza di Stefania abbiamo rischiato di non potere girare la seconda serie a due mesi dall’inizio, con oltre trenta attori già sotto contratto, e un centinaio di persone di troupe cui era stato garantito un lavoro imminente di nove mesi, Antonia Liskova, altra grandissima attrice, ha accettato una sfida che avrebbe terrorizzato chiunque. Con grande coraggio si è tuffata in un lavoro in corsa, con dei copioni scritti pensando alle caratteristiche di un’altra attrice, e ci ha aiutato moltissimo. Ha dovuto subire paragoni e un atteggiamento –secondo me- molto pesante. Per la prima metà della serie soprattutto ha avuto i fucili puntati addosso. Io penso sia stata molto brava e spero di lavorare ancora con lei se vorrà. Vorrei che potesse lavorare, questa volta, godendo di un atteggiamento di maggiore rilassatezza, e con delle sceneggiature pensate per lei.”

Alessio Boni ci aveva confessato di finire la sua esperienza con queste puntate. Tenterete di convincerlo a tornare e quanto ritenete indispensabili gli attori, nel senso di riproporli, in prodotti cosi particolari come Tutti pazzi?

“I nostri attori sono fantastici, con il nostro frontman Emilio Solfrizzi in testa. Siamo molto fortunati ad avere loro a interpretare i personaggi che abbiamo scritto. Fosse per noi, allungheremmo le puntate, sia nel senso del numero, che della durata, per averli tutti con noi in tutte le serie presenti e future. Ma stare sul set per nove mesi non è sempre possibile a tutti, ci sono impegni da rispettare, altri lavori per gli attori, la voglia anche di sperimentarsi in situazioni diverse. Noi speriamo per la terza serie di potere lavorare con tutto il cast che ci ha accompagnato fin qui.”

In tutti pazzi si canta molto e le canzoni forse sono le vere protagoniste delle puntate, un’attrice bravissima che canta anche molto bene è Paola Cortellesi, ritiene potrebbe essere un buon acquisto per la nuova serie?

“Paola Cortellesi è un vero talento, oltre che una persona di grandissima generosità. Ci ha regalato per questa seconda serie la voce di Angelica, e insieme a Valerio Mastandrea un cameo in versione ‘Rosa purpurea del Cairo’. Personalmente lo riterrei, più che un buon acquisto, l’equivalente di una vittoria al superenalotto.”

Che ne pensa della situazione attuale della fiction in italia?

“Sono preoccupato per i tagli produttivi, mi piacerebbe che si tenesse conto del fatto che le serie televisive italiane hanno sempre un riscontro molto buono di pubblico, e sono un’occasione per raccontare le nostre vite e le nostre storie. Mi piacerebbe che si producesse di più, o che almeno non si tagliassero i budget. Quest’anno ho visto – da spettatore- delle produzioni molto belle. Voglio solo citare C’era una volta la città dei matti di Marco Turco. “

Meglio Rai o Mediaset ?

“Io ho lavorato quasi esclusivamente in Rai, ho pochissime esperienze di lavoro con Mediaset. Quindi non sono la persona adatta per giudicare. Posso dire solo che in Rai mi trovo molto bene. Quanto ai prodotti che vedo da spettatore, mi sembra che ci sia del buono da entrambe le parti. “

Lei è il traduttore ufficiale delle opere di Hanif Kureishi e Michael Cunningham, gestisce un laboratorio di sceneggiatura presso il Dams, scrive per riviste, scrive il testo di canzoni, come riesce a fare tutte queste cose?

“Scrivere mi piace tanto, e ancora mi capita di svegliarmi al mattino e di stupirmi del fatto di essere riuscito a fare, della cosa che mi piace di più, un lavoro che mi permetta di vivere. Forse è questo. Mi piace lavorare, mi diverto molto. “

Progetti per il suo futuro?

“Stiamo lavorando a TPPA3, e io personalmente con Monica Rametta e Ludovica Rampoldi sto lavorando all’adattamento cinematografico del mio terzo romanzo, ‘La kryptonite nella borsa’. Per il cinema spero di potere lavorare ancora con i registi con cui ho lavorato di recente. E per la televisione, spero di riuscire a fare tesoro dell’esperienza di TPPA e di inventare, sviluppare e scrivere nuove serie, nuove storie, nuovi personaggi e nuove avventure. Insomma, spero di continuare a fare quello che faccio. “

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