Iva Zanicchi, 12 ospitate in meno di due settimane. Prendi un personaggio che funziona e spremilo come un limone
Iva Zanicchi ha collezionato 12 ospitate in tv a partire dal 13 febbraio. Il risultato rischia di essere quello di una estenuante ripetitività
Non è la prima, non è l’unica. Prendi un personaggio che funziona e spremilo come un limone, fino in fondo. L’ultima ad aggiungersi alla lunga lista è Iva Zanicchi, praticamente onnipresente in tv nell’ultimissimo periodo.
Lasciamo perdere Sanremo e i giorni immediatamente successivi al Festival, fase in cui la sovraesposizione della cantante era ampiamente giustificata e preventivabile. Meno motivato, al contrario, il martellamento cominciato il 13 febbraio a Verissimo e proseguito senza sosta e senza distinzione tra feriali e festivi.
La Zanicchi è simpatica, travolgente, a tratti irresistibile. Paga però un limite: l’incapacità di dosarsi, di centellinare le sue apparizioni che, a furia di moltiplicarsi, perdono di efficacia e potenza.
Già lunedì 14 l’aquila di Ligonchio era a Storie Italiane, a cui sono seguite le ospitate a Cartabianca martedì 15 febbraio e a Oggi è un altro giorno il 16, in compagnia di figlia e nipote. Giovedì 17 è stata invece la volta di Dritto e rovescio, mentre venerdì 18 l’ex europarlamentare è stata chiamata a sostituire Francesco Facchinetti al Cantante Mascherato.
Niente pausa nemmeno nel weekend, con addirittura tre partecipazioni: a Italia Sì il 19, a Citofonare Rai2 e Che tempo che fa il 20.
Finita qua? Manco per sogno, perché martedì 22 c’è stato il ritorno a Fuori dal coro, accompagnato dall’intervento a La vita in diretta nel pomeriggio del 23.
L’ultima chiamata in ordine di tempo è stata quella a Detto Fatto, venerdì 25. E avrebbe fatto 13 se la guerra in Ucraina non avesse portato alla sospensione del Cantante Mascherato, dove tutto era pronto per un suo bis.
Non che la Zanicchi non sia interessante, anzi. Imprevedibile e generosa, Iva sta sempre al gioco e – volendo utilizzare un gergo calcistico – non tira mai indietro la gamba. Tuttavia, il risultato rischia di essere quello di una estenuante ripetitività, perfettamente lineare con la pratica avviata da tempo da Orietta Berti.
La verginità fino ai 26 anni, il sesso in terza età col compagno, le barzellette piccanti, il dualismo semi-scherzoso con Mina, le trasferte in Russia da non comunista e quel “voglio amarti” ormai intonato (seppur in veste goliardica) ad ogni ingresso in studio sono uno schema talmente consolidato da aver provocato l’azzeramento di qualsivoglia originalità. Emblema di una televisione che non teme di replicare se stessa.