“Di politica non voglio più parlare, non andrò più in televisione a parlare di politica”. Iva Zanicchi lo aveva promesso lo scorso 15 maggio a Tv Talk, confessando di volersi concentrare solo sulla sua più grande passione: “Voglio cantare. Giuro, davvero, ho capito che se voglio continuare a cantare non devo più parlare di politica, ma come la penso credo lo sappiano anche i cani”.
L’aquila di Ligonchio citò pure lo show a lei dedicato che Mediaset le aveva assicurato prima che scoppiasse l’emergenza covid. Un progetto, di fatto, tornato a galla e programmato per il prossimo autunno: “Voglio fare queste due puntate sulla mia vita e sulla musica”.
Le buone intenzioni della Zanicchi, però, sono crollate dopo quindici giorni, che tradotte in linguaggio televisivo equivalgono ad appena due apparizioni negate ai vari Giordano, Brindisi e Del Debbio.
Fino alla capitolazione di martedì primo giugno, quando abbiamo ritrovato la cantante di nuovo a Fuori dal coro, sulla sua poltrona, a parlare di immigrazione e cibi italiani sotto attacco.
La Zanicchi, che si è prestata alla prova di riconoscimento del vero vino italiano rispetto all’alternativa ‘annacquata’, ha anche avuto modo di confrontarsi con il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, al quale ha riversato le sue preoccupazioni: “La gente è stanca di sentirsi dire le stesse cose. Arriverà il Natale, cosa facciamo, non facciamo il presepe e togliamo i crocifissi dalle aule perché a certe persone non va bene? Togliere i crocifissi dai luoghi pubblici da chi dipende?”.
Un chiaro ritorno alle origini, professionalmente sconveniente, che la Zanicchi aveva allontanato giurando addirittura su Salvini. Qualcuno avvisi a questo punto il segretario della Lega.