Italia’s Got Talent: si assumono musicisti per la finale, ma il pagamento è in ‘visibilità’. Scoppia la polemica.
Parla uno dei musicisti contattati: “Assurdo che non si riservi ai musicisti lo stesso trattamento di tecnici, autori, direttori della fotografia e qualunque altra professionalità presente in studio”
Fervono i preparativi per la finalissima di Italia’s Got Talent, il programma presentato da Lodovica Comello in onda sul canale Tv8, che vedrà la sua ultima puntata messa in onda il 22 marzo in diretta da Milano. Tante le sorprese in serbo per la chiusura del programma che, oltre ai giudici Claudio Bisio, Frank Matano, Federica Pellegrini e Mara Maionchi, vedrà in studio anche una band oltre che una sezione d’archi. O forse no?
Sì, perché i casting per il reclutamento dei musicisti, ingaggiati proprio per suonare nel corso della diretta del 22 marzo, pare non stiano andando esattamente a gonfie vele. Come segnalato a ‘Il Fatto Quotidiano.it’, la produzione di Italia’s Got Talent che, lo ricordiamo, è Fremantle, vorrebbe ingaggiare trombe, tromboni, sax, organi e all’incirca venti archi per ben tre giorni lavorativi, ma senza retribuire nessuno. Il tasso di capacità richiesto sarebbe medio-elevato, infatti si selezionano musicisti “più o meno” professionisti, e l’impegno li vorrebbe occupati per 72 ore suddivise in un primo giorno di ‘meet&greet’, un secondo di prove generali e il terzo e ultimo giorno per la diretta. L’invito ai casting è stato diffuso tramite e-mail, e ricevuto da molte scuole di musica oltre che da diversi privati. Il malcontento scatenato dall’offerta di lavoro gratuita è stato tale da aver portato qualcuno a pubblicare il tutto sui social network, e ovviamente scoppia la polemica.
Sempre a ‘Il Fatto Quotidiano’ scrive uno dei musicisti contattati dal programma, Edoardo Migliorini:
“Mi pare assurdo che in Italia, nel 2019, ancora l’attività del musicista non sia classificata come lavoro. Ed è pure assurdo che un programma televisivo di questo spessore non riservi ai musicisti lo stesso trattamento riservato ai tecnici, agli autori, ai direttori della fotografia e a qualunque altra professionalità presente all’interno dello studio. E’ una brutta abitudine, diffusa anche altrove: pensano di ripagare il musicista – che magari viene da lontano e deve sostenere delle spese di viaggio o di alloggio – dandogli la visibilità di un palco? Purtroppo con la ‘visibilità’ non si pagano le bollette. Sarebbe bello se in Italia cambiasse l’approccio verso chi fa musica, sarebbe bello se ci avvicinassimo a quello che già succede all’estero, dove la cultura musicale è sacra, rispettata e valorizzata”
In effetti, non dovrebbero esser proprio le grandi produzioni della televisione le prime a rispettare i propri lavoratori pagandoli il giusto? Sarebbe opportuno ricordare che anche il lavoro, retribuito, è parte integrante della dignità di un uomo, ma sicuramente Fremantle lo sa bene. Attendiamo fiduciosi gli sviluppi della vicenda. Nel frattempo, ‘Il Fatto Quotidiano.it’ ha contattato la produzione di Italia’s Got Talent, ma non ha ancora ottenuto risposta.