Home Italia’s Got Talent e i picchi commoventi e grotteschi da YouTube e Facebook. Una tv 2.0?

Italia’s Got Talent e i picchi commoventi e grotteschi da YouTube e Facebook. Una tv 2.0?

Federico Fattinger – Italia’s got talent Federico Fattinger commuove Gerry Scotti, fa il botto in mezza giornata su Facebook e fa anche il picco d’ascolto nell’ultima puntata di Italia’s Got Talent.Stessa sorte tocca alla cubista Angela Troina.La chiave di lettura di questi fenomeni sta in una frase di Zerbi Scotti, pronunciata nel corso della prima

pubblicato 20 Aprile 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 16:30



Federico Fattinger – Italia’s got talent

Federico Fattinger - Italia's got talent
Federico Fattinger - Italia's got talent
Federico Fattinger - Italia's got talent
Federico Fattinger - Italia's got talent

Federico Fattinger commuove Gerry Scotti, fa il botto in mezza giornata su Facebook e fa anche il picco d’ascolto nell’ultima puntata di Italia’s Got Talent.

Stessa sorte tocca alla cubista Angela Troina.

La chiave di lettura di questi fenomeni sta in una frase di Zerbi Scotti, pronunciata nel corso della prima puntata del talent: Mio figlio, questi, li cerca su internet.
Nel suo essere “cotto e mangiato”, nel suo costruire storie commoventi e/o fenomeni da baraccone che si potrebbero tranquillamente cercare su YouTube indipendentemente dalla tv, sta tutta la forza di un programma come Italia’s Got Talent. Una forza che poi è insita proprio nel format, a metà strada fra la Corrida e Amici. Quando la forza del personaggio è tale da consentirlo, gli si dedica più tempo.

Ma Italia’s Got Talent brucia tutto velocemente: ha la fruizione tipica di un video su internet, si può non seguire dall’inizio alla fine, può essere visto come un flusso, indipendentemente dal momento in cui ti connetti a quel flusso. E’ una specie di tv 2.0.

Se il personaggio è forte, si costruisce la storia, così, il pubblico a casa può affezionarsi un po’. Poi si passa oltre, e per il fenomeno da baraccone basta poco: qualche immagine, qualche smorfia dei “giurati”, un po’ di risate e il gioco è fatto.

Eppure, su Youtube i video non ci sono (eccezion fatta per quelli della puntata-pilota del 12 dicembre 2009), per ragioni ben note, e la sensazione è che il possibile effetto boomerang, dalla tv alla rete e poi di nuovo alla tv sia monco, troncato sul nascere. Così chi piace tracima su Facebook, raccoglie fan sui social network, si crea, indipendentemente dalla sua volontà, la sua nicchia di fan in cui potrà coltivare quei tre o dieci minuti di notorietà che il talent gli ha regalato.

E’ una ricetta che anche altrove ha funzionato, che denota la genialità del creatore del format, Simon Cowell, e che funziona anche in Italia. Non poteva essere altrimenti.

Canale 5