Italia-Brasile, il doc di Sky tra aneddoti e le lacrime di Gentile. Ma rovina tutto con la fiction
Sky celebra ‘la partita’ Italia-Brasile del 1982, tra aneddoti, racconti inediti e le lacrime di Gentile. Ma si perde con l’innesto della fiction
Le lacrime di chi non ti aspetti. Claudio Gentile sorprende tutti in Italia-Brasile, la partita, il docu-reality di Sky Documentaries realizzato per celebrare i quarant’anni dal match che accese entusiasmi e speranze per la vittoria finale del Mundial 82.
E’ uno dei momenti più toccanti, non l’unico, in un lavoro che ospita retroscena, vicende personali e aneddoti di tanti protagonisti, non solo quelli in campo.
“Sono cose che ti vengono in mente proprio come le hai vissute, scusate, è bestiale”, dice l’ex difensore mentre si asciuga le lacrime. “Nessuno ci dava come protagonisti, questa mancata fiducia ci aveva appesantito. Molta gente non capisce. Sono diventato un debole. Altro che arcigno, porca puttana. Mi prende dentro, non riesco, mi dispiace ragazzi”.
Un frammento che Gentile credeva sarebbe stato cestinato. Invece è diventato il punto di forza di un film che ha ospitato, tra gli altri, anche i ricordi di Beppe Bergomi, Bruno Conti e Dino Zoff. Fino ad arrivare a Toninho Cerezo, Serginho Chulapa, Éder e all’arbitro Abraham Klein.
Ci sono poi quelli che il match lo hanno raccontato, in un mondo nell’altro. Ecco allora Mario Sconcerti, costretto a dettare il resoconto del match per telefono in un’epoca ancora lontanissima dall’avvento di internet; il fotografo Giuseppe Calzuola che immortalò la sfida a pochi metri di distanza; Michele Plastino, che partì dall’Italia con telecamera e microfono per documentare dagli spalti una partita che sarebbe entrata nella storia.
Reperti preziosi, testimonianze emozionanti, che da soli avrebbero agilmente riempito i tre atti del film. Al contrario, si è deciso di strafare, optando per l’innesto ulteriore della docu-fiction, chiamata ad accompagnare – nelle intenzioni – gesti, descrizioni e scene che sarebbero potute andare in scena anche in altra maniera.
E’ forse questa la grande pecca di Italia-Brasile, la partita. La finzione, sfacciata e ostentata, mescolata ad una verità pura e nitida, che da sola avrebbe garantito l’identico tasso emotivo, se non maggiore. Come se Una squadra – altra produzione targata Sky Documentaries sull’Italia del tennis dal ’76 all’80 – non avesse insegnato nulla.