L’Isola dei Famosi a Palazzo Lombardia: è polemica

I naufraghi dell’Isola dei Famosi 2012 che si contendono la vittoria finale atterreranno, domani sera, all’eliporto di Palazzo Lombardia, la sede del Consiglio Regionale a Milano. Lo spazio è stato concesso dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha acconsentito anche a far disputare le prove di sopravvivenza della serata finale del reality show di RaiDue nello spazio coperto piazza Città della Lombardia

La cosa non è affatto passata inosservata ed ha scatenato le polemiche, fra ironia e sconcerto.

Stefano Zamponi (Idv) ha attaccato: «È una cosa talmente concepibile e scioccante che questa notizia mi lascia senza parole. Ed è tutto dire». In Consiglio regionale, il Pd prende una posizione analoga, con tanto di battuta sul Governatore della Regione e sul reality: «Si potrebbe fare del sarcasmo e dire che Formigoni non vede l’ora di andare all’Isola dei famosi, tanto le camice genere hawaiano già le ha. Ma visto che non ci pare che alcuna istituzione, in giro per l’Italia, si presti a cose di questo genere, soprattutto se pensiamo ai problemi di quella lombarda, a noi questa notizia fa tristezza. Formigoni è davvero alla frutta. E per giunta esotica».

Ma dal canto suo, Formigoni – la cui giunta regionale, al momento, è sconvolta da noti fatti di cronaca – non ci sta.

Anzi, rilancia, sostenendo che i suoi detrattori siano – non ha dell’incredibile? – bigotti:

««Non sanno più che cosa dire, siamo custodi di un patrimonio architettonico notevolissimo e lo rendiamo fruibile per eventi di diversa natura. Non lo abbiamo fatto pagare al meeting delle sedie di sabato scorso [il riferimento è al sit in organizzato dalle opposizioni per chiedere le sue dimissioni, ndr] ma solitamente incassiamo un congruo affitto».

Il Governatore della Regione Lombardia ha difeso la sua scelta ricordando che a Buckingham Palace si sono esibite le Spice Girls, che Obama organizza concerti alla Casa Bianca e Sarkozy ospita il Festival della Musica all’Eliseo.

Come meravigliarsi, dunque, se una delle sedi più importanti della politica italiana – ai suoi minimi storici per credibilità – si concede ad un evento “pop”?

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