L’Isola dei Famosi 7: lavori forzati per i tecnici? La replica di Giorgio Gori, AD di Magnolia
Oggi il sito de L’Espresso ha pubblicato un’anticipazione di un articolo che uscirà sul settimanale nella quale alcuni tecnici della produzione de L’Isola dei Famosi in Nicaragua si lamentavano delle condizioni in cui sarebbero costretti a lavorare. Si parlava tra l’altro di alloggi di fortuna, di cibo scadente e di latrine insufficienti. La notizia, (di
Oggi il sito de L’Espresso ha pubblicato un’anticipazione di un articolo che uscirà sul settimanale nella quale alcuni tecnici della produzione de L’Isola dei Famosi in Nicaragua si lamentavano delle condizioni in cui sarebbero costretti a lavorare. Si parlava tra l’altro di alloggi di fortuna, di cibo scadente e di latrine insufficienti. La notizia, (di cui troverete uno stralcio dopo il salto) ha fatto oggi il giro della rete destando parecchio scalpore. Poco fa è giunta la replica del produttore del reality show condotto da Simona Ventura, Giorgio Gori, amministratore delegato del Gruppo Magnolia-De Agostini.
Riportiamo fedelmente la sua dichiarazione, dopo il salto ciò che ha scritto L’Espresso:
“Di certo non è un villaggio vacanze. L’Isola è una produzione durissima, per chi sta davanti alle telecamere e per tutti quelli che ci lavorano. Lavorare “in location” è un po’ come andare al fronte, e solo dei veri professionisti – disponibili ad operare anche in condizioni di oggettivo disagio – possono affrontare 4 mesi in prima linea. Ma ben altro è parlare di “lavori forzati”. L’articolo dell’Espresso descrive un’emergenza – occorsa in due specifiche occasioni, quando il mare ha impedito il rientro della troupe al “campo base” dopo la diretta, costringendo per una notte ad allestire alloggi di fortuna su un’isola attrezzata ad ospitare solo 20 persone (gli operatori che turnano per 48 o 72 ore sull’isola dove vivono i concorrenti del programma), con inevitabili problemi di condivisione del cibo e dei servizi igienici – e la spaccia come la condizione permanente di tutta la squadra che opera in Nicaragua. Questa, complessivamente, è fatta da circa 100 persone, contrattualizzate da Magnolia o dalle società che a loro volta forniscono gli apparati tecnici necessari alla produzione, tutte inquadrate con contratti a tempo determinato. A queste si aggiungono 5 persone contrattualizzate “a progetto” per attività redazionali. La gran parte di questi lavoratori risiede a Corn Island, dorme negli alberghi dell’isola o in casette prefabbricate e mangia, compatibilmente con le disponibilità locali, in modo più che dignitoso”.
La replica prosegue dopo il salto.
Gori aggiunge inoltre:
“Le difficoltà delle prime settimane, del tutto fisiologiche per una “prima edizione” in una nuova località (in passato l’Isola è stata realizzata nella Repubblica Dominicana e in Honduras, spesso con disagi logistici anche maggiori di quelli incontrati in Nicaragua) hanno interessato le squadre “in missione” sull’isoletta di Lime Cay e sono state causate principalmente dalle condizioni meteo, che hanno talvolta reso particolarmente lunga e faticosa la traversata con le barche dal “campo base” all’isola che ospita i concorrenti. Per questo la produzione si è dotata di un elicottero, inizialmente non previsto, e a breve ne avrà a disposizione un secondo. Per alcuni giorni anche i rifornimenti alimentari ne hanno risentito, ma a parte questo i lavoratori impegnati nella produzione vivono in condizioni di assoluta decenza, mangiano discretamente e non lamentano problemi di igiene”.
E conclude così:
“Svolgono un lavoro indubbiamente faticoso (non ci sono orari, anche in virtù del fuso tra il Nicaragua e l’Italia) e scontano il disagio di una lunga lontananza da casa. Ma sono retribuiti adeguatamente per le loro capacità e funzioni, senza che mai sia trascurata la loro dignità personale. A questa squadra, che in parte sarà impegnata da maggio a luglio anche nella realizzazione della versione spagnola della trasmissione, si aggiungono circa 25 lavoratori locali”.
Questa la replica del produttore del programma. In giornata si erano diffuse le notizie tratte dall’articolo de L’Espresso di cui riportiamo uno stralcio:
L’acqua potabile è scarsa, il cibo è razionato, si dorme spesso nelle tende e i sacchi a pelo non bastano per tutti. Meglio non parlare dei bagni, o meglio delle latrine di fortuna: sono solo quattro per 54 persone. La zona è paludosa e non ci sono zanzariere. Gli spostamenti in barca sono pericolosi e spesso si finisce in infermeria per le scosse e le ondate. Ed è così che si deve vivere per quattro mesi, lontano da casa, per una paga di 120 euro lordi al giorno, succeda quel che succeda, senza diaria o extra che tengano.
[…]
Assunti a progetto da due diversi service, a loro volta pagati dalla Magnolia di Giorgio Gori che fornisce il programma alla Rai chiavi in mano, i tecnici che coprono integralmente i servizi dall’Isola (RaiDue, una media di cinque milioni di spettatori e del 20 per cento di share), hanno firmato tutti un contratto standard che prevede un compenso “onnicomprensivo di qualsiasi disagio”.
[…]
Le sorprese a Corn Island, dove è stata installata la base logistica, sono state tante fin dall’inizio e nessuna era stata anticipata alla partenza dall’Italia. La zona è circondata da una palude putrida, infestata dagli insetti. Mancano i posti letto, solo i più fortunati hanno potuto prendere possesso di una casetta di legno prefabbricata (senza zanzariere alle finestre) che ospita cinque persone su brandine di fortuna alcune delle quali hanno ceduto dopo le prime notti. Gli altri si sono dovuti accontentare di dormire in tenda.
“Ma senza un sacco a pelo personale: quindi il primo che arriva si sdraia dove capita. Nei campi attorno gli abitanti bruciano di tutto, a partire dalla plastica, ma anche Eternit sui tetti: e così si respira diossina”. I cosiddetti bagni sono dei cubicoli in compensato all’aperto che defluiscono tutti in un tubo di scarico da 15 millimetri. Il risultato è un odore insopportabile, che si propaga in tutta la zona. Una mattina, al cayo, il custode del luogo è stato salvato con un provvidenziale calcio dalla folgorazione elettrica, dopo che aveva tentato di attaccare cavi con gruppo acceso e in potenza.
La replica del produttore del programma alle polemiche scaturite dall’articolo de L’Espresso ci si augura possa calmare gli animi e mettere fine alla vicenda, consentendo agli appassionati di poter seguire il reality. E stasera vi diamo appuntamento anche qui su TvBlog con il nostro liveblogging per la sesta puntata de L’Isola dei Famosi.