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IPTV italiana in pericolo?

Siamo in estate e già si nota un clima spesso più leggero nei post. Non per questo TVblog non può farsi ancora una volta veicolo di informazioni cosiddette “di servizio”. Spesso infatti abbiamo guardato con favore a novità che vanno al di là della TV via etere tradizionale come, ad esempio la IPTV (Internet Protocol

28 Luglio 2006 13:35

Siamo in estate e già si nota un clima spesso più leggero nei post. Non per questo TVblog non può farsi ancora una volta veicolo di informazioni cosiddette “di servizio”.
Spesso infatti abbiamo guardato con favore a novità che vanno al di là della TV via etere tradizionale come, ad esempio la IPTV (Internet Protocol Television). Dell’argomento IPTV abbiamo parlato più volte su questo blog, così come se n’è occupato Teleblogo: per questo ho ritenuto giusto divulgare il contenuto di una e-mail che ho ricevuto nei giorni scorsi e che denuncia una situazione tutta italiana nella quale questa forma di TV via Internet rischierebbe la morte o, forse peggio, la nascita di uno dei soliti mono-oligopoli che spesso bloccano lo sviluppo delle infrastrutture digitali italiane.
Riporto integralmente il testo qui di seguito; gli interessati possono approfondire seguendo i link contenuti nel testo.

    Oggetto: Appello per la libertà di televisione via Internet

    Questa mail parla del sistema della televisione in Italia, della sua evoluzione e del punto di snodo importante in cui ci troviamo oggi e che ci riguarda tutti.

    Per questa ragione abbiamo scritto al Dr. Viviane Reding, Commissario Europeo alla Società per l’Informazione e Media ed abbiamo inviato alcunimilioni di email agli utenti internet italiani.

    http://www.messagenet.it/regoleperiptv/

    L’Autorità delle Comunicazioni ha concluso da poco un procedimento chiamato analisi del mercato dei servizi di diffusione radiotelevisiva per la trasmissione di contenuti agli utenti finali, ovvero l’analisi
    del mercato televisivo.

    L’Autorità Italiana per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha ritenuto che nel mercato della televisione via cavo non sussistano oggi posizioni dominanti e, di conseguenza, non siano necessari
    provvedimenti pro-competitivi per il prossimo futuro.

    Le scriventi organizzazioni ritengono tale decisione profondamente lesiva non solo della concorrenza, ma anche della pluralità di informazione e delle libertà costituzionali.

    Infatti, in Italia, televisione via cavo significa sostanzialmente IPTV, ovverosia televisione su protocollo IP portata a casa degli utenti attraverso le tecnologie della convergenza ed il cosiddetto
    accesso a larga banda. Un mercato, quello dell’accesso ADSL, nel quale Telecom Italia (TI) detiene oggi una quota superiore al 70%.

    È pertanto prevedibile che
    – i fornitori di contenuti, per raggiungere il maggior numero di utenti, useranno la “piattaforma” a larga banda dell’operatore dominante e quindi
    – gli utenti finali, per accedere al maggior numero di contenuti, tenderanno a concentrarsi sulla rete larga banda della stessa Telecom Italia.

    Una situazione diametralmente opposta all’Internet che tutti conosciamo ed apprezziamo che consente a chiunque di accedere a qualunque contenuto a prescindere dal fornitore di accesso utilizzato.

    Il monopolista di fatto nel mercato dell’accesso alla rete, estenderebbe così il controllo dalla rete di accesso alla IPTV e ai relativi contenuti, anche informativi.

    Le scriventi organizzazioni ritengono viceversa che tutti gli utenti a larga banda debbano poter scegliere liberamente e disgiuntamente i propri fornitori di accesso, di contenuti e di servizi larga banda e per questa ragione ha inviato al Commissario Europeo per la Società dell’Informazione ed i Media, S.E. Viviane Reding la mail in allegato.

    Questo obiettivo può essere facilmente raggiunto imponendo e facendo rispettare, come è nei poteri dell’Autorità, due semplici regole: il soggetto che detiene a monte un rilevante potere di mercato
    nell’accesso larga banda deve essere obbligato ad interconnettere, ai diversi livelli, la sua rete di distribuzione dei contenuti con quelle dei concorrenti, e deve essere fatto rispettare, anche per la rete di distribuzione di contenuti IPTV la regola, già in vigore per le altre piattaforme televisive, di separazione strutturale tra la rete e contenuti.

    Se condividi questa opinione, inoltra questa eMail e sottoscrivi anche tu L’appello per la libertà di televisione via Internet pubblicato su http://www.messagenet.it/regoleperiptv/

    Stefano Quintarelli
    Presidente AIIP (http://www.aiip.it/)

    Maurizio Gotta
    Presidente Anti Digital Divide (http://www.antidigitaldivide.org/)

    Matteo Fici
    Presidente Assoprovider (http://www.assoprovider.it/)

    Guido Tripaldi
    Presidente Voipex (http://www.voipex.it/)

    ALLEGATO
    ——–

    A S.E.
    Viviane Reding
    Commissario alla Società per l’Informazione e Media
    viviane.reding@ec.europa.eu

    Signor Commissario,

    Le sottoscritte organizzazioni hanno deciso di scriverLe, condividendo questa mail con alcuni milioni di utenti della rete Internet, perché il mercato italiano delle comunicazioni si trova di fronte a scelte
    che potrebbero pesantemente pregiudicarne lo sviluppo, la concorrenza e l’offerta di servizi innovativi quali l’IPTV.

    Lei ha ricevuto, notificata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Italiana, la proposta di regolamentazione del c.d. “mercato 18” (c.d. mercato broadcasting)[1].

    L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni aveva il compito, in base alle norme europee, di dettare le regole non solo per la televisione “classica”, ma anche per quella del futuro: l’IPTV, cioè la televisione che si riceve attraverso Internet. Tuttavia, questo compito non è stato portato a termine, avendo l’Autorità italiana deciso che la televisione via Internet non costituirebbe un mercato suscettibile di regolamentazione ex ante[2].

    Si tratta di una decisione gravissima nonché di un deciso passo indietro persino rispetto alle norme già vigenti in Italia dal 2005[3].

    Se questa situazione (cioè, questa assenza di regole) diventasse definitiva, sarà il consumatore a rimetterci, divenendo preda di pochi operatori dominanti che potranno fornire il servizio senza che siano state stabilite le minime norme utili a salvaguardare la concorrenza, il consumatore, e l’utente.

    Già ora l’operatore dominante fornisce il proprio servizio televisivo su Internet senza standard condivisi dal mercato e gestendo unilateralmente i fornitori di contenuti, così limitando le possibilità di scelta degli utenti.

    Con le regole proposte dall’Autorità italiana esso potrà ulteriormente limitare il servizio: l’utente vedrà solo i contenuti selezionati dall’incumbent e li potrà fruire esclusivamente attraverso le apparecchiature che questo gestore selezionerà.

    Il tutto in palese violazione dei principi di neutralità tecnologica ed interoperabilità che riconoscono il diritto dell’utente Internet a non essere vincolato da tecnologie specifiche e di poter utilizzare le apparecchiature più adatte ed efficienti per la fruizione ed il trasporto dei contenuti.

    I piccoli e medi operatori, che avrebbero potuto dare un contributo formidabile allo sviluppo dell’IPTV e rivitalizzare l’intero settore delle comunicazioni con nuovi investimenti, ne saranno virtualmente
    esclusi.

    Eppure, essi sono i promotori delle iniziative più significative in questo campo, in particolare quella del decoder unico, promosso nel rispetto degli obiettivi della Direttiva Quadro[4].

    Signor Commissario, Le chiediamo in base a quanto esposto, di esercitare il potere di veto e chiedere all’Autorità Italiana per le Garanzie nelle Comunicazioni di definire e regolamentare il mercato della tv via cavo ip.

    Noi la ringraziamo sin d’ora per il tempo e l’attenzione che ci sta concedendo e, nel ringraziarLa, Le segnaliamo che siamo sin d’ora disponibili ad un incontro sui temi sopra esposti.

    Stefano Quintarelli
    Presidente AIIP

    Maurizio Gotta
    Presidente Anti Digital Divide

    Matteo Fici
    Presidente Assoprovider

    Guido Tripaldi
    Presidente Consorzio Voipex

    AIIP è l’Associazione Italiana Internet Providers, associata di EUROISPA (European Internet Service Providers Association) e Federcomin (Federazione Italiana di settore di Confindustria. www.aiip.it

    Anti Digital Divide è una Associazione di volontariato di utenti per la riduzione del digital divide. www.antidigitaldivide.org

    Assoprovider è una Associazione Indipendente di Aziende che svolgono l’attività di Internet Service Provider (ISP), affiliata all’organigramma nazionale di ConfCommercio. www.assoprovider.net

    Voipex è un consorzio di aziende, associazioni ed enti che presidia, abilita e certifica l’interoperabilità, la qualità e la trasparenza dei servizi su IP. www.voipex.it

    [1] http://forum.europa.eu.int/Public/irc/infso/ecctf/library?l=/italia/registeredsnotifications/it20060424&vm=detailed&sb=Title

    [2] http://forum.europa.eu.int/Public/irc/infso/ecctf/library?l=/italia/registeredsnotifications/it20060424&vm=detailed&sb=Title, Allegato A, PP 328-336

    [3] Il Testo Unico Radiotelevisione, D.Lgs. 177/2005,
    http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/05177dl.htm
    dimostra di avere un oggetto più ampio sin dai primi due articoli.

    [4] Considerando 31, Direttiva 2002/21/CE,
    http://www.comunicazioni.it/it/index.php?IdPag=290.