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#iocimettolafaccia: Usigrai sui social contro i giornalisti esterni

La protesta dei giornalisti Rai contro l’assunzione di esterni arriva sui social con l’hashtag #iocimettolafaccia

pubblicato 6 Luglio 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 22:47

UPDATE: Mario De Pizzo ci fa giustamente notare che nel post del giornalista Roberto Secci, il suo nome compare solamente come TAG (era stato scritto erroneamente che aveva aderito) e ci scrive per la rettifica. Ci scusiamo e pubblichiamo la rettifica:

Nel vostro articolo “Iocimetto la faccia: usigrai contro i giornalisti esterni”, compare erroneamente il mio nome, tra i giornalisti che avrebbero aderito alla protesta. Il collega Roberto Secci ha soltanto “taggato” me, quale componente della sua redazione, il politico di RaiNews. Io non ho mai aderito alla protesta.

Ai giornalisti della Rai non piace l’idea che la tv di stato abbia assegnato a giornalisti esterni la guida di alcuni programmi della stagione 2016-17: l’Usigrai, il sindacato dell’azienda, ha lanciato l’hashtag #iocimettolafaccia per protestare contro l’assunzione di esterni a scapito degli oltre 1600 giornalisti che sono già alle dipendenze della televisione pubblica.

Il primo a utilizzare l’hashtag, che è già nella top ten di Twitter, è stato Roberto Secci: il giornalista di RaiNews24, dopo essersi scagliato contro l’assunzione di Gianluca Semprini il 30 giugno scrivendo un eloquente tweet (“Quindi se fai il #confrontoskytg24 poi ti assumono a @rainews 24 a tempo indeterminato come caporedattore? buono a sapersi @giorgiosantelli“), ha pubblicato un tweet dove contesta l’inserimento di Salvo Sottile (che nel frattempo ha speso belle parole nei confronti di tutta la squadra del programma di Rai 3) alla testa di Mi manda Raitre: “@mimandarai3 a un conduttore esterno? #iocimettolafaccia.”

L’invettiva, come spiega il giornalista su Facebook, non è ad personam ed è portata avanti in nome della trasparenza nei confronti dei telespettatori:

‪#‎iocimettolafaccia‬ VOI CHE PAGATE IL CANONE….E’ GIUSTO CHE SAPPIATE
La conduzione della trasmissione simbolo del servizio pubblico radiotelevisivo, Mi manda Rai 3, affidata ad un giornalista esterno, l’ennesimo. Tra i 1600 giornalisti interni evidentemente, ancora una volta, non ce n’era uno in grado.
Agli interni vengono tolti i giornali, le troupes, le stampanti, la carta, anche quella igienica, e tanto altro. Spesso, in nome del risparmio, si impedisce loro di fatto di lavorare.
1 esterno arriva a costare per una stagione quanto 20 interni in un anno, e comunque mai meno di quanto costano 3 interni. E non è detto che l’esterno garantisca ascolti eccellenti, anzi, gli esperimenti degli ultimi anni raccontano di autentici flop.
Ecco, è un Paese che proprio non vuole cambiare.
Penso che i telespettatori ignari, che pagano il canone per vederci, debbano sapere come vanno le cose.
‪#‎iocimettolafacciafalloanchetu‬
PS Oggi a Saxa Rubra ho incontrato Andrea Vianello . In bocca al lupo per il suo nuovo lavoro di editorialista del TG2. Ma ricordate gli ascolti del suo Mi manda Rai 3 e la qualità della trasmissione …. Riusciva a tenere incollati al televisore milioni di Italiani. Chissa perché si preferisce , ancora una volta, scegliere un esterno.

Tra i colleghi che hanno aderito all’iniziativa sono stati taggati nel post pubblicato da Secci su Facebook, ci sono: Sabrina Bellomo, Iman Sabbah, Giorgia Rombolà, Enrica Agostini, Senio Bonini, Luca Moriconi, Gabriele Martelloni, Giorgio Santelli, Paolo Petrecca, Roberto Vicaretti, Stefano Corradino, Giorgio Iacoboni, Camilla Pischiutta, Tiziana Cantarelli, Roberta Rizzo e Daniele Macheda.

Hanno aderito all’iniziativa su twitter, usando l’hashtag: Marina Nalesso, Antonio Coronato, Vittorio Di Trapani, Marco Gobbini, Alberto Ambrogi, Isabella Schiavone, M Adele DeFrancisci, Carlo De Nittis, Raffaella Notariale, Manlio Mezzatesta, Maria Luigia Cozzupoli, Rossella Santilli, Vania De Luca, Carla Monaco, Silvio Giulietti, Renato Orso, Alberto Calvi). C’è chi, invece, come la giornalista di SkyTg24 Manuela Iatì, rilancia e chiede ai colleghi la stessa trasparenza nel dire come sono arrivati loro a lavorare per la tv pubblica:

Rai 1