Invasion – E ora? Una lezione
Odio dire che l’avevo detto. Ma io l’avevo detto in tempi non sospetti. Sballottata, massacrata dal palinsesto nonostante abbia ottenuto ottimi ascolti, ieri sera si è conclusa Invasion, con ben tre episodi, mandati a perdere come se niente fosse contro la prevedibile debacle dell’Italia a casa dei galletti francesi ansiosi di rivincita. Ma i veri
Odio dire che l’avevo detto. Ma io l’avevo detto in tempi non sospetti. Sballottata, massacrata dal palinsesto nonostante abbia ottenuto ottimi ascolti, ieri sera si è conclusa Invasion, con ben tre episodi, mandati a perdere come se niente fosse contro la prevedibile debacle dell’Italia a casa dei galletti francesi ansiosi di rivincita.
Ma i veri sconfitti in tutto questo sono una volta di più gli spettatori.
Il successo di Invasion è testimonianza del fatto che tutti i pregiudizi del caso sull’opportunità di piazzare serie tv americane sulle reti ammiraglie sono panzane.
Che in Italia la fantascienza non va è un pensiero da trogloditi irrecuperabili.
Ma la cosa più assurda è che al momento di mettere in onda questo esperimento, i cervelloni di Canale5 sapevano bene una cosa che gli appassionati della serie hanno probabilmente scoperto solo ieri (a meno che non fossero andati a curiosare in giro): ovvero, che il finale di stagione (e anche di serie) è un gigantesco cliffhanger che lascia aperti punti interrogativi importanti anziché chiuderne. Sì, perché l’ultimo episodio era già stato ultimato prima che la ABC decidesse che non ci sarebbe stata una seconda stagione.
E quindi, che cosa sia successo lì sulla spiaggia, quale sarà il destino di Tom, di Russel, di Mariel, cari aficionados, non vi sarà dato saperlo. Con chi prendersela? Con nessuno, da un certo punto di vista. In America è attiva una comunità che si propone di resuscitare Invasion dalle proprie ceneri: Save Invasion.net. Dubito che la cosa possa avere un seguito, ma non si sa mai.
C’è da augurarsi una cosa: che questa esperienza comunque positiva di messa in onda su Canale5 sia in qualche modo di lezione e che si investa in termini di promozione e di programmazione per far conoscere e appassionare il grande pubblico a serie che invece proseguono, sono vitali e avranno seguito. L’investimento paga, piaccia o meno.