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TvBlog intervista una ex famiglia Auditel – seconda parte – “Mi è capitato alcune volte di essermi addormentato con il televisore acceso…”

Intervista esclusiva ad un rappresentante del campione Auditel dal 2008 al 2010

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pubblicato 16 Dicembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 01:09


Ieri vi abbiamo proposto la prima parte di un’intervista esclusiva che TvBlog ha realizzato ad una ex famiglia Auditel. Oggi concludiamo la chiacchierata con M.F., l’ex componente del campione che risiede nel Centro Italia, per l’esattezza nella regione delle Marche dove svolge il mestiere di giornalista per una testata locale. In questa seconda parte tratteremo di molte altre curiosità e anomalie che riguardano il sistema Auditel e di qualche suggerimento per migliorarlo.

Quante sono ad oggi le famiglie che fanno parte del campione Auditel?

“Sono 5.200 famiglie per un totale di 15.000 individui. Per fare un esempio, le inchieste elettorali vengono fatte spesso su un campione di circa 1.000 individui. E’ un sistema quindi attendibile, anche se migliorabile ovviamente.”

Forse andrebbe anche cambiata la durata di possesso del meter. Ci sono esempi di persone che sono o sono state famiglie Auditel per almeno 10 anni, se non 15. Non inficia in qualche modo la regolarità della rilevazione?

“So che il massimo consentito per avere l’apparecchio in casa è di 5 anni. Noi come dicevo abbiamo chiesto di andare via dopo due anni, ma saremmo potuti restare nel campione ancora se lo avessimo voluto. Non ho idea come mai ci fossero delle persone che per 10 anni e più siano rimaste famiglia Auditel. Dal mio punto di vista ritengo non corretto che questo accada, perchè per una rilevazione sempre più affidabile sarebbe opportuno variare il campione di tanto in tanto, specie in una televisione come quella del nostro Paese che in 10 anni si è totalmente rivoluzionata”.

Si è detto anche che l’Auditel sia tarato prettamente su un pubblico anziano. E’ vero che il meter può essere installato solo presso famiglie dotate di un impianto di telefonia fissa? Se così fosse, verrebbe penalizzato quel pubblico più giovane, magari una famiglia o un single, che possiede solo un cellulare e magari è spettatore di programmi più rivolti ad un target più giovanile. Le risulta questa limitazione?

“Questo non glie lo so dire, però posso affermare con certezza che i dati venivano inviati al computer centrale via telefono dalle 2 di notte alle 5 di mattina per poi essere analizzati e diffusi poco prima delle 10 del giorno dopo. Non so se la stessa cosa si potesse fare anche con il cellulare. Forse se ci fosse davvero questa limitazione, sarebbe opportuno che anche l’Auditel si attrezzasse per trovare un’alternativa”.


Telecomando Meter
Nel caso di rilevazioni di programmi notturni, se per caso vi addormentavate con il televisore acceso, cosa accadeva?

“Non siamo vedette lombarde e posso tranquillamente affermare che è capitato alcune volte che mi sia addormentato con il televisore acceso. E’ naturale che succeda, ma per falsare il risultato dovrebbero addormentarsi tutti i componenti del campione allo stesso momento. Logico, per un programma notturno qualche dato veniva e forse viene ancora sovrastimato se delle persone si addormentano. Non c’è un sistema nell’immediato che verifichi se il rappresentante del campione sia sveglio o meno ma se la persona resta registrata, potrebbe portare alla chiamata di Auditel il giorno dopo per spiegazioni”.

Sappiamo tutti che le famiglie Auditel dovrebbero essere anonime, sketch di Ezio Greggio a Drive In a parte. Come facevate a mantenere riservato con amici e conoscenti il fatto che voi faceste parte del panel?

“Non lo mantenevamo segreto. Se un mio amico veniva in casa, vedeva il meter e mi chiedeva cosa fosse (non essendo un decoder Dtt o Sky), rispondevo tranquillamente che noi eravamo famiglia Auditel. Non ho mai firmato un contratto di riservatezza in cui mi venivano fatte specifiche richieste. Posso aggiungere che è capitato che anche mia madre lo dicesse a delle sue amiche a cena facendo uscire il segreto fuori dalle nostre mura di casa, ma per questo non abbiamo mai avuto problemi o minacce di qualsiasi tipo”.

Non vi è mai capitato di mettervi in contatto con altre famiglie Auditel?

“Mai, non so neppure se esistano altre famiglie…” (scherza, ndr).

Meter Auditel
Nel corso della sua esperienza nel campione Auditel, le è mai successo di seguire quelle iniziative di protesta tipo quella che portò per esempio Morandi a mettersi in mutande o chi chiedeva di spegnere la tv?

“Non l’ho mai fatto, nel mio caso non ci furono cose particolarmente eclatanti. Non so se l’avrei fatto, magari se ci fosse stata una motivazione seria ci avrei pensato su. Ma onestamente non mi è capitato”.

Ci sono molte polemiche in questi giorni su Auditel, alcuni chiedono che si cambi totalmente il sistema di rilevazione, altri che venga migliorato quello esistente. Se lei dovesse suggerire una miglioria, cosa proporrebbe?

“Non ho mai capito come mai nella rilevazione non ci fossero mai i bambini sotto i 4 anni, si partiva sempre dal 4+. Ma a volte ci possono essere dei bambini di 2 anni che possono chiedere un determinato prodotto. La pubblicità su un canale tematico o su Rai 2 sulla fascia prescolare ha valore: perchè non viene analizzato anche quel dato? Il consiglio che posso dare è quello di creare un’azienda concorrente che possa fare da contraltare. La concorrenza nel sistema di rilevazione potrebbe portare anche a migliorare l’intero servizio, come avviene in tanti altri campi”.

Ma, viste le polemiche, non si potrebbe trovare invece un mezzo alternativo e più efficace rispetto al meter? Magari sfruttando il digitale terrestre e il fatto che tutti a casa possiedono un decoder potrebbe dare una rilevazione più vicina al vero?

“Questo lo si potrà pensare quando sarà completato in tutta Italia lo switch off, non ancora tutte le regioni sono passate al digitale terrestre. Si potrebbero utilizzare per esempio le applicazioni interattive, ma per il momento dobbiamo continuare con questo sistema che sarà non precisissimo ma è uno dei più affidabili al mondo per quanto riguarda le rilevazioni degli ascolti televisivi”.

Si ricorda qualche tempo fa quando si iniziò a parlare di Qualitel? Sarebbe applicabile oggi?

“Quello è il vecchio indice di gradimento che si basa sul pregiudizio e sull’apparire in maniera positiva e credibile da parte dell’intervistato. Ma che valore ha a livello pubblicitario? L’idea del Qualitel per me era un’idiozia. Come dicevo prima, il sistema Auditel può essere migliorabile, ma ricordiamoci che in America dove la platea è più vasta, il campione è ancora più ridotto rispetto al nostro, anche se il rapporto tra popolazione e campione, è inferiore. Non voglio fare una difesa d’ufficio in questa fase, ma credo che a volte molte polemiche siano strumentali. Si può fare meglio certamente, magari proprio con la concorrenza sullo stesso campo. Ma oggi il sistema di rilevazione che abbiamo è uno dei più affidabili al mondo indipendentemente dalle polemiche sui ritardi o sulle proprietà. E questo lo posso tranquillamente affermare dalla mia esperienza per due anni nel campione”.

Ringraziamo M.F. per la disponibilità e per aver raccontato a TvBlog la propria esperienza quale componente del campione Auditel, augurandoci di poterlo ospitare nuovamente su queste pagine in futuro.
mb