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Internet vs tv: l’anno del sorpasso

C’è chi, come Nicholas Negroponte e Bruce Sterling, si meraviglia che non sia accaduto prima: il 2008 sarà, per l’Italia, l’anno che segnerà il sorpasso del web ai danni della tv. Anche George Gilder diede la televisione come spacciata nel 1995. Alla luce dei fatti, agli occhi dei più – sicuramente di coloro che non

2 Gennaio 2008 10:14

C’è chi, come Nicholas Negroponte e Bruce Sterling, si meraviglia che non sia accaduto prima: il 2008 sarà, per l’Italia, l’anno che segnerà il sorpasso del web ai danni della tv. Anche George Gilder diede la televisione come spacciata nel 1995. Alla luce dei fatti, agli occhi dei più – sicuramente di coloro che non partecipano alle quotidiane discussioni qui su TvBlog – il mezzo televisivo

Eppure – lo rende noto una ricerca congiunta Nielsen-School of Management del Politecnico di Milano – il 54% degli italiani ormai preferisce internet alla televisione. Il fenomeno di profonda seduzione da parte della rete riguarda, sia ben chiaro, tutte le fasce d’età. Anche e soprattutto quel tanto decantato target commerciale che fa gioire chi ha fatto dell’Auditel qualcosa di simile a una divinità. E la cosa incredibile è che una delle fasce orarie preferite per navigare è – udite udite – il prime time.

Di cosa parleremo, allora, su questo benedetto TvBlog, se la tv sta per lasciare il passo a internet? Be’, tanto per cominciare, come al solito, queste “ricerche”, queste “inchieste” lasciano il tempo che trovano finché non riescono a descrivere integralmente la realtà. E la realtà è che il vecchio resiste, per quel che può. O almeno, è importante farlo credere.

Inoltre, non si deve sottovalutare il potere mutaforme di un media come la televisione e delle possibilità di integrazione con il web. Era abbastanza chiaro – persino a noi, che coniammo la Post-Televisione – che il mezzo televisivo così com’è conosciuto sarebbe stato destinato a modificarsi profondamente.

Il futuro è abbastanza semplice da delineare: la fame dei contenuti on demand, come già teorizzammo, aumenterà progressivamente e lo spettatore, abbandonata l’idea di farsi la televisione da sé, vorrà perlomeno e con tutte le ragioni farsi da sé il palinsesto. Il concetto di televisione e di guida tv , il concetto stesso di palinsesto che stabilisce aprioristicamente, senza tenere conto delle esigenze dello spettatore, che sì bisogni di massa ma è anche e soprattutto un individuo, è quanto di più obsoleto si possa immaginare.

Tuttavia, la reazione nostrana a questo meccanismo è lenta, tardiva, paludata come un bel po’ di questioni qui dalle nostre parti, e così la televisione che arranca – ma non secondo le statistiche “ufficiali”: il campione Auditel è sempre quello – non fa che proporre programmi vecchi, strutture collaudate e rassicuranti, titoli e format bolliti e ribolliti. E’ l’ultima reazione, ma badate bene: ci vorrà un bel po’ prima che questo modo così obsoleto di concepire la comunicazione audiovisiva abdichi definitivamente verso un’Ip Tv degna di questo nome.