Intelligence, su Raidue Josh Holloway protagonista di un crime che non riesce ad essere nuovo nonostante gli effetti speciali
Su Raidue Intelligence, la serie tv con Josh Holloway nei panni di un agente dotato di un chip nella testa che gli permette di essere connesso a tutti i sistemi informatici utili a risolvere i casi di puntata
Josh Holloway ha deciso di mettere da parte Sawyer, il personaggio di “Lost” che lo ha reso famoso, per intepretare un altro personaggio affascinante, temerario, sfacciato, e tecnologicamnte avanzato: “Intelligence”, la serie tv in onda da questa sera alle 21:45 su Raidue, combina il crime alla fantascienza, cercando un’originalità che, però, non è così eclatante.
Protagonista della serie, creata da Michael Seitzman, è Gabriel Vaughn (Holloway), ex agente della Delta Force che diventa il primo essere umano a cui viene impiantato nel cervello un chip che gli permette di essere connesso a tutti i sistemi informatici del mondo. Gabriel può così accedere a banche dati, sbloccare sistemi di sicurezza ed accedere a tutto ciò che gli serve per trovare prove contro i propri avversari.
Gabriel, però, è anche un uomo che non si fa problemi a rischiare ed a fare di testa sua, tant’è che Lillian Strand (Marg Helgenberger, Willows in “Csi”), direttrice dell’United States Cyber Command, decide di chiamare l’agente Riley Neal (Meghan Ory, Cappuccetto Rosso in “C’era una volta”) per assicurarsi che Gabriel non si metta in pericolo e, quindi, non metta a rischio anche il chip nella sua testa.
Ma Gabriel si comporta così perchè ha un obiettivo: quello di trovare la moglie Amelia Hayes (Zuleikha Robinson, Ilana in “Lost”), agente della Cia che non vede da quando tempo prima si è inflitrata tra i terroristi del Lashkar-e-Taiba, convincendo tutti di essere passata dalla parte del nemico.
Tra i casi che il protagonista affronta, aiutato anche dall’agente Chris Jameson (Michael Rady) e dallo scienziato Shenendoah Cassidy (John Billingsley), che ha impiantato il chip nella testa del protagonista, Gabriel prova anche a dimostrare che sua moglie sia viva e che stia ancora dalla parte degli americani.
“Intelligence” porta in tv un nuovo eroe, che può contare oltre che sulle proprie abilità anche su quelle che la tecnologia gli permette di usare: in questo senso, la serie tv ci mostra come la scienza possa essere utilizzata per favorire le forze dell’ordine (tema di cui si occupa anche “Almost Human”, che però si spinge nel futuro), ma anche come, quando finisce nelle mani sbagliate, possa diventare dannosa.
L’innovazione della serie tv si esaurisce qui: il resto è una ripetizione di schemi già visti nelle altre serie tv della Cbs, con una squadra che si impara a conoscere nel corso delle settimane, singoli personaggi il cui passato fa parte dei casi di puntata e colpi di scena che aiutano la trama orizzontale a procedere. Per Holloway c’è ancora una volta un personaggio che piace, ma che ricorda in parte Sawyer, e forse per questo lo rende meno simpatico.
Lo stile classico, nonostante gli effetti speciali ed il tema principale dello show, ha fatto di “Intelligence” una serie uguale alle altre, che non è riuscita ad avere ascolti sopra la media: dopo il debutto con 16,4 milioni di telespettatori, gli ascolti sono scesi tra i cinque ed i sette milioni di telespettatori, rendendo lo show non quell’evento in cui la Cbs sperava, ma un poliziesco base con un protagonista in cerca di qualcosa di nuovo.