Intellettuale, la tv ti odia. O ti adora.
C’è che uno spulcia fra i vecchi commenti e trova un insulto. Non che la cosa sia particolarmente degna di nota: per fortuna gli insulti arrivano spesso. Dico per fortuna perché ogni volta che incontro solo consensi penso di aver sbagliato qualcosa. Con i dissensi capisco di essere sulla strada giusta. Al momento dell’insulto, be’,
C’è che uno spulcia fra i vecchi commenti e trova un insulto. Non che la cosa sia particolarmente degna di nota: per fortuna gli insulti arrivano spesso. Dico per fortuna perché ogni volta che incontro solo consensi penso di aver sbagliato qualcosa. Con i dissensi capisco di essere sulla strada giusta. Al momento dell’insulto, be’, lì vuol dire che ho raggiunto lo scopo.
Ma questa volta c’è qualcosa di più. Il commento contiene una serie di termini che a molti potrebbero sembrare offensivi. Mi rendo conto che, a questo punto, è giusto che sappiate. Ecco qui:
Malaparte ma vattene a f****** fr**** intellettuale succh*******
Ora, il post in calce al quale è stato lasciato questo commento riguarda una delle produzioni più scadenti e di bassa qualità che la televisione italiana conosca, Un Ciclone in Famiglia 2 – e trovo già abbastanza grave che ci sia un 2, lasciatemelo dire -. Ma non è questa la cosa più preoccupante. No.
La cosa più preoccupante è che il nostro interlocutore, verosimilmente spettatore (e commentatore) medio – senza offesa per lo spettatore (e commentatore) medio – al di là dell’invito iniziale, colorito ma non trascendentale, non riesce a argomentare se non attribuendo al sottoscritto due “insulti” che hanno a che fare con la sfera sessuale presunta del sottoscritto – sbaglia, il nostro spettatore e commentatore medio, ma non è questo il punto -.
Ma quel che rasenta il corto circuito della comunicazione è quell’intellettuale che non ho censurato con gli *.
Quello è meraviglioso, straordinario, collocato fra quelle parole che evidentemente il nostro macho catodico ha creduto di dedicarmi presumendo di offendermi mortalmente, ha una valenza semantica straordinaria. E’, se me lo concedete, uno spaccato della società.
Catodica o meno. Da giudicare o meno. Ma sicuramente una società in cui uno spettatore che difende Un Ciclone in Famiglia 2 non riesce a fare a meno di utilizzare il turpiloquio, inserendo al suo interno intellettuale, La Parola che forse dev’essergli sembrata la più volgare di tutte. Eppure, l’intellettuale, quando in televisione ci va, fa sfracelli.
Pensiamo a Umberto Eco a Che Tempo Che Fa – chi meglio di Eco, mica il sottoscritto, merita l’appellativo di intellettuale -: 5 milioni di spettatori, e tanti saluti a tutti.
Probabilmente perché è l’evento, il gusto per il diverso, un vouyerismo non lontano da quello degli spettatori di un reality show: toh, guarda, c’è un intellettuale in tv, vediamo che fa, che dice, come si comporta.
E poi cambiamo canale.