In viaggio con Barbero, quando la tv soffoca il ‘killer content’
La forma tv soffoca il contenuto premium che le lezioni di Barbero rappresentano sui social: In viaggio con Barbero è in cerca di una mappa…
Alessandro Barbero è un killer della divulgazione: ha il suo stile, ha il suo seguito, ha il suo personalissimo modo di far respirare al pubblico la quotidianità della storia. Le attese per il suo ‘debutto’ in un programma ‘finalmente’ proprio erano alte e quindi chi ama i suoi interventi tv, le sue ‘videolezioni’ social, le sue incursioni nell’attualità non avrà avuto difficoltà a sintonizzarsi su La7 nel primo lunedì della garanzia Autunnale per seguire il primo appuntamento di In viaggio con Barbero, ciclo di speciali a tema che comparirà nel palinsesto di rete a intervalli ‘irregolari’.
In una serata che ha visto come novità di prime time da una parte il debutto de Il Grande Fratello e dall’altra questa primo incontro col prof. Barbero, il pubblico ha avuto modo di polarizzarsi. Ma anche i più aficionados hanno dovuto dar fondo a tutto l’amore e la stima per il ‘magister’ per seguire tutto il programma tv, che ha dedicato la sua prima puntata a Democrazia e Dittatura. Ed è proprio la forma televisiva ad essere apparso il principale problema di questo esperimento: il desiderio (evidentemente inteso come necessità) di dare una veste televisiva a un contenuto nato per altri media e altri contesti ha finito per trasfigurare il contenuto stesso. Come quando credi di non essere abbastanza elegante e finisci per indossare tutto quello che credi possa far colpo, che sia Shein o Louboutin. Ma l’eleganza è innanzitutto stile e se non ne scegli uno, il rischio di fare confusione è alto.
Un po’ Milano – Roma, un po’ Bell’Italia In Viaggio. E ci si perde per strada
A rendere difficile l’inizio di questo ‘viaggio’ è proprio la parte ‘mobile’ del format, ovvero i primi 20 minuti (sui 100′ del programma, al netto degli spot) che vedono Barbero avvicinarsi in auto al luogo dove si terrà il suo spettacolo teatrale. L’idea è quella di approfittare del transfer per conoscere meglio il professore, per parlare di lui e con lui di argomenti vari, non necessariamente inerenti all’argomento di puntata**. Ne viene fuori una sorta di Milano – Roma (Rai 3 Edition, quella storica, da annuncio ‘live’ del Nobel a Fo, per intenderci) che però distrae fortemente dall’obiettivo primario, ovvero ascoltare i viaggi narrativi di Barbero. Il suo trasferimento fisico diventa ridondante, anche noioso. E non bastano le (pur belle) riprese dei luoghi che il professore e i suoi accompagnatori attraversano in questa sorta di divulgazione on the road: il content è altro e questa lunga intro non aggiunge valore. Diventa una sorta di ‘test’ di motivazione all’ascolto: se si supera questa prima parte il resto è in discesa. O quasi.
In viaggio con Barbero col tappeto musicale
Una delle cose che più ha colpito nel programma è stato il tappeto musicale. Se c’è una cosa difficile da fare in tv è proprio la colonna audio, intesa come effetti, come testi, come musiche. E quelle che hanno accompagnato prima l’on-the-road e poi la lezione-spettacolo hanno decisamente colpito: e non nel segno.
“Barbero is the king…”
Certo, non è facile prendere un contenuto killer che funziona in purezza, e soprattutto on demand, e che ha il suo punto di forza nella sostanza e nella brevità, e portarlo in tv. Bisogna rispondere alle necessità del mezzo e confezionare un abito su misura su contenuti strutturati, e di successo, è complicato. Già la durata di un prime time mette solitamente in difficoltà anche le idee e i personaggi più rodati; se poi si cerca una nuova veste anche al contenuto la missione rischia di diventare impossibile. Barbero è e resta il ‘content king’ del genere, per cui la sostanza c’è. Per il resto potrebbe valere la pena utilizzare un’altra espressione comune, ma sempre utile quando si parla di stile: less is more. E sempre sia lode a Barbero.
** E chissà se l’idea è arrivata con Cartoni Morti…