In Seconda serata Estate la realtà non esiste. Tranne che per Paolo Villaggio
Seconda serata estate – Prima puntata Seconda serata Estate, il nuovo programma condotto da Monica Setta di cui si è appena conclusa la prima puntata su RaiDue, sarà anche più sotto le righe rispetto al solito. Ma ha perlomeno un paio di problemi. Primo: per essere un nuovo programma non c’è nulla di nuovo, se
Seconda serata estate – Prima puntata
Seconda serata Estate, il nuovo programma condotto da Monica Setta di cui si è appena conclusa la prima puntata su RaiDue, sarà anche più sotto le righe rispetto al solito. Ma ha perlomeno un paio di problemi. Primo: per essere un nuovo programma non c’è nulla di nuovo, se non l’acconciatura della conduttrice. Ci si muove fra servizi amarcordiani che hanno un retrogusto di Paolo Limiti – si cerca di raccontare l’estate di oggi in raffronto all’estate di ieri. Degli anni ’60, in questa prima puntata – e denotano evidenti problemi di budget, e un talk show che non potrebbe andare in onda al pomeriggio solo perché non si parla di rosa e di nera. Secondo: in Seconda serata Estate la realtà svanisce. Si annichilisce. Si annulla. Si scioglie come neve al sole. Sublima nel mondo edulcorato del Paese che non c’è e che non ha problemi.
O meglio. I problemi si accennano, in uno studio dove riecheggiano le note di Scandalo al sole. Per poi volare verso altri lidi, con leggerezza. Si parte con un cartello tratto da un sondaggio di Confesercenti: sette italiani su dieci andranno in vacanza. “Solo uno in meno dell’anno scorso” dice la Setta in studio. Luigi Angeletti – sindacalista della UIL, non esattamente un Che Guevara – ci prova, a parlare di crisi e di Italie diverse. Alcune eccellenti, alcune che sono fra le province più povere d’Europa. Ma non attecchisce, il termine crisi, in tv. L’imprenditore Sergio Dompé (di Farmindustria. Ha una relazione con Albertina Carraro, figlia dell’ex presidente della Federazione Calcio Franco Carraro, nominata da Repubblica nell’affaire bunga bunga come beneficiaria di denaro da parte di Silvio Berlusconi) parla non di crisi ma di cambio di paradigma. Le parole sono importanti. Però, poi, prova a dire che a quel sondaggio vacanziero non crede tanto nemmeno lui. E che se fosse vero, mostrerebbe comunque ancora un record di ricchezza.
Si accenna che gli italiani in vacanza ci vanno per meno tempo e che magari si indebitano. Ma così, en passant, e comunque perché c’è voglia di evadere.
Si prosegue così, svolazzando fra un argomento vacanziero e l’altro, con due battute di Barbara Bouchet, qualche considerazione del filosofo Giulio Giorello (che quando parla di Movimento Operaio Organizzato suscita una risatina da parte della conduttrice), un servizio sul bikini negli anni ’60, qualche battuta di Rosanna Vaudetti (storica conduttrice Rai, nell’immagine), servizi che mostrano imprenditori vari, la Costa Smeralda (non più elitaria, si dice nel servizio), Ischia (altra intervista a imprenditore alberghiero), un benessere che non c’è, per poi arrivare all’intervista finale a due con Catherine Spaak. L’Italia vera sparisce – forse è un po’ più vera quella degli anni ’60 nei servizi amarcord – nel nulla. Si scioglie anch’essa. Sublima nell’Italia upper-class.
L’unico che mostra un briciolo di attaccamento alla realtà è Paolo Villaggio, cui viene lasciato un brevissimo spazio in chiusura prima dell’intervista alla Spaak e dopo avergli ricordato – a lui e al pubblico a casa – che ha comunque una villa in Costa Smeralda. Così, per non sbagliare.
Villaggio, che merita un plauso per la sintesi e per aver riportato tutti con i piedi per terra, in questo contesto salottiero sembra davvero Che Guevara. E prova a dire che l’Italia di oggi sembra fatta di gente che si inganna.
Gente che vuole apparire felice piuttosto che esserlo veramente. Forse perché non può esserlo veramente.
Villaggio parla anche del capitalismo esasperato che esaspera anche le differenze sociali:
Il vero guaio mi sembra che noi, col capitalismo, siamo sempre più poveri e i banchieri sempre più ricchi. E che ciò determini purtroppo una sicura futura infelicità.
Angeletti ci prova, da sindacalista:
E’ il capitalismo che è cambiato. I nuovi capitalisti sono i banchieri. Bisognerebbe cambiare qualcosa, stabilire che una banca non può fallire, ma che un amministratore delegato lo possiamo mandare in galera o cacciare via
.
Ma non c’è tempo per approfondire: la Setta dirotta la discussione verso i giovani e verso un servizio su Rimini che si diverte. Appunto. E la realtà torna a scivolare via.
Fra due domande alla Spaak, le gambe delle gemelle Kessler, un chirurgo ottico “da vip”, qualche nota di Dolcenera e via. Verso la prossima puntata, che parlerà di un oggi edulcorato e degli anni ’70.