“Ci sarà tutta la sinistra che farà il tifo per la famiglia del morto. Purtroppo succede questo, ci sono le fazioni in ogni cosa”. Lo ha affermato Nicola Gratteri, intervenuto giovedì sera a In Onda in merito alla morte di Younes El Boussettaoui, il marocchino ucciso a Voghera dall’assessore leghista Massimo Adriatici. “Il caso è politicizzato, ormai si specula su tutto”, ha insistito il magistrato, spiazzando David Parenzo e Concita De Gregorio che hanno invitato in studio la sorella del ragazzo, oltre ad Ilaria Cucchi.
La vicenda, infatti, è stata accostata a quella di Stefano Cucchi e, pure in questo senso, Gratteri non è parso troppo convinto della scelta, lamentando oltretutto l’assenza della controparte: “Se non si arriva a sentenza, se non si depositano gli atti dell’indagine preliminare, non è possibile parlare, anche nel caso di specie, se non si conosce esattamente la dinamica, se non c’è l’altra parte, come si fa a dire se quella persona deve stare in carcere o meno? Se non conosciamo la dinamica, se anziché omicidio fosse legittima difesa, perché quella persona deve andare in carcere? Non possiamo dire oggi se deve essere libero o andare in carcere”.
La De Gregorio ha quindi cercato di spiegare i motivi dell’accostamento delle due storie:
Anche qui, come con Cucchi, si ha la sensazione di una contrapposizione tra chi ha ucciso e chi è morto. L’assessore fa parte di un gruppo di potere, è un uomo pubblico, un ex agente, dall’altra parte c’è invece una famiglia semplice di origine marocchina. Siccome il fratello era una persona normale, per giunta di una comunità di origine straniera, per giunta con dei disturbi, è stato trattato tutto quanto come qualcosa che si risolveva in un attimo.