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In onda, Piero Chiambretti: “Le interviste della Bignardi a Renzi? Dimenticabili”

Piero Chiambretti è stato interpellato da In onda sulle nomine dei nuovi Direttori dei Tg Rai

pubblicato 5 Agosto 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 21:42

Piero Chiambretti ha fatto un’analisi impeccabile sulle nuove nomine Rai, al limite tra il diplomatico e il ficcante come ci ha abituato con il suo inconfondibile stile. Interpellato dai microfoni di In onda, in piene vacanze, ha inizialmente glissato sulle presunte ingerenze renziane sulle scelte dei nuovi Direttori dei telegiornali:

“Non è la prima volta che il governo gestisce i palinsesti insieme agli agenti degli artisti, quindi non mi sorprendo che veniate a farmi questa domanda. E’ sempre stato così. Rai3 non c’è più? Dipende. Non possiamo dare valutazioni approssimative solo dopo aver letto le nomine. A parte che togliere la Berlinguer direi che è come togliere il mare alla Sardegna, per quanto riguarda Rai3. Stimo moltissimo Bianca, ma non per questo… devo essere obiettivo. Viene un altro, vediamo”.

Al giornalista che gli ha chiesto come mai la gente faccia meno scalpore, rispetto a quando tutti gridavano all’editto bulgaro di Berlusconi, il Pierino nazionale ha così ribattuto:

“Forse è cambiata l’aria, un tempo la passione politica e anche quella strumentale aveva un valore spettacolare più forte, si prendeva la macchina e si andava in centro a contestare qualsiasi cosa. Oggi in molti non hanno neanche più la macchina, quindi è più complicato andare in centro”.

Poi l’attenzione si è spostata sul nuovo Direttore di Rai3, rete a cui Chiambretti deve il suo esordio da Portalettere:

“E’ la macchina del tempo. Si va avanti per tornare indietro, poi si va indietro per tornare avanti. La Bignardi credo che abbia lavorato a Rai3 in altre epoche, oggi è sulla poltrona più importante della rete. Se posso dire il mio pensiero più obiettivo, credo che oggi una televisione moderna, un servizio pubblico come dovrebbe essere la Rai, non deve fare la partita sui direttori, ma su quello che si chiama il progetto”.

E a questo punto, quando l’inviato ha provocato Chiambretti parlando delle “interviste indimenticabili della Bignardi a Renzi”, proprio a Le invasioni barbariche di La7, il conduttore di Canale5 non ha resistito:

“Le interviste della Bignardi a Renzii sono indimenticabili? No, direi dimenticabili”.

E il re di Markette vorrebbe farlo un giorno il Direttore di rete?

“Io il Direttore è l’unica cosa che non vorrei fare. Piuttosto il cuoco”.

Infine una riflessione sulla sua lontananza dalla Rai:

“Io manco dalla Rai da 15 anni, mi hanno fatto fuori senza il perché, non sono una vittima, non ho messo la medaglia del profugo televisivo. Chi lavora in Rai da molti anni è abituato a veder passare di fronte alle proprie scrivanie di tutto. E poi, come diceva qualcuno, gli artisti passano, i burocrati restano”.

Mitico.

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