David Parenzo a Blogo: “Torno a In Onda, con Labate. Io numero uno in radio”
A proposito del possibile passaggio di La Zanzara a Deejay il giornalista non si scompone: “Partita in corso, mio contratto con Radio 24 scade a fine dicembre”
Io non ho la sindrome da numero 2 alla radio. Io non mi considero il numero 2, ma il numero 1. Io penso che se non ci fosse Parenzo a La Zanzara i rom e gli immigrati non li difenderebbe nessuno. Cioè mancherebbe un pezzo del dibattito. Io lì sono riconosciuto per una roba, poi, certo, Cruciani è il conduttore principale, io ci scherzo su e lo chiamo il direttorissimo.
Parole di David Parenzo, che a Blogo ha parlato non soltanto di In onda, che condurrà con Tommaso Labate a partire da lunedì 3 agosto su La7 (ore 20.35), ma anche del futuro de La Zanzara, il fortunato programma di Radio 24 con Giuseppe Cruciani che potrebbe presto approdare su Radio Deejay.
Tra le novità dell’In Onda di agosto l’inviata Sara Giudice (da Class Tv msnbc) – confermate Alice Martinelli (Servizio Pubblico) e Roberta Ferrari (Rai, Agorà, Mi manda Raitre) – e gli autori Giuseppe Ciulla (con Parenzo collaborava ai tempi di Iceberg, ora sarà il capo autore al posto di Sergio Bertolini) da La Gabbia e Ivan Mazzoletti.
Parenzo-Labate dopo Paragone-Barra: che coppia sarà?
Le coppie si costruiscono lavorando insieme. Io e Tommaso ci conosciamo da parecchio tempo, anche se abbiamo fatto due mestieri diversi: io ho iniziato con la televisione, con Iceberg, lui ha fatto molta carta stampata, ma anche molte ospitate televisive, conosce la macchina del talk. Apparteniamo quasi alla stessa generazione e la pensiamo, tutto sommato, allo stesso modo. Abbiamo però la curiosità e la voglia di dialogare con i nostri ospiti. Li incalzeremo con i nostri stili, che sono diversi. Il mio non sarà quello de La Zanzara, che è un genere sui generis e che appartiene a quel contesto là. Lui è del Sud, io del Nord, lui ha la barba, io no…
Lui è interista. Tu?
Anche io, ma tiepido. Me ne frego del calcio. Anche la fede calcistica non ci divide, anche se lui è un vero appassionato e un vero ultras. Io sono un tiepido osservatore della partita della domenica.
Parte della critica ha considerato Gianluigi Paragone il vero conduttore di In Onda, con Francesca Barra comprimaria. Succederà la stessa cosa nella vostra coppia, visto che la tua esperienza televisiva è sicuramente maggiore rispetto a quella di Labate?
La struttura di In Onda la conosco bene, io c’ho lavorato sin dall’inizio con Luca Telese (ne è stato inviato per alcune edizioni, Ndr). Il concept di In Onda è preciso: c’è un tavolo intorno al quale sono seduti i due conduttori. Immagino una partita di ping pong dialettica. Anche dal punto di vista visivo i due conduttori sono seduti ai due capitavola.
Quindi sarete sullo stesso piano?
Ci sarà la puntata in cui io parlerò di più, quella in cui lui parlerà di più. Con Telese-Costamagna, Telese-Porro c’era il conduttore principale? Boh, c’è quello che apre, quello che chiude, quello che lancia i pezzi. Nel caso di Barra-Paragone lo si è detto perché, intanto, giustamente bisogna scrivere qualcosa; e perché nei fatti siccome Paragone conduce da tempo una trasmissione televisiva sua, in cui lui è il dominus, nel momento in cui va a fare In Onda con la Barra si porta dietro il suo percepito, cioè che lui è il dominus de La Gabbia. A prescindere dalla persona che gli sta vicino.
Torno a menzionare Francesca Barra, perché di lei si è detto che è una prezzemolina. Che è una definizione che si può affibbiare anche a te, visto che negli ultimi anni ti sei diviso tra La guerra dei mondi, Radio Belva, Matrix, In Onda oltre che La Zanzara…
Intanto la Barra è una grande professionista, se non altro perché con tutte le critiche, secondo me ingiustificate, che riceve… è una ragazza che ci mette la faccia in quel che fa… ragazzi, prende le sberle ogni giorno, ci vuole una panoplia pazzesca per sopportare tutto. A me sta simpatica, ma non m’interessa quel che fa o dove va. Se mi dicono ‘prezzemolino’ rispondo che mi considero una persona versatile a cui piace fare diverse cose. Mi piace molto fare la radio, mi piace fare il giornalismo televisivo da cui sono partito; vorrei tornare a fare quello che facevo ai tempi di Iceberg, ossia un talk show politico vivace, intelligente, non volgare. Non penso che il modello Zanzara sia ripetibile in tv. Penso ci possa essere un modo graffiante per raccontare le cose in tv, come facevo io ad Iceberg.
Con Radio Belva però avete provato a ripetere La Zanzara in tv.
Radio Belva è stato un unicum, un caso unico nella storia. Se ne parla ancora di quella roba lì, la gente ci chiede di tornare in televisione. È stata una cosa sbagliata per certi versi, dovevamo lavorarci di più, alcune cose sono sfuggite di mano. Ma non ho mai visto nessuna trasmissione di cui si è parlato così tanto come quella.
I motivi sono evidenti.
Sono evidenti, ma ha lasciato il segno. Nel bene o nel male.
Tra gli altri esperimenti c’è stato La guerra dei mondi.
Sì, format nuovo, di Raitre. Erano cinque puntate. Dicono ‘chiuso anticipatamente’. Un caxxo. Erano previste 5 puntate. Se uno va a rivedere gli ascolti di quella trasmissione rispetto a tutte le altre… beh, c’è da mettere la firma. Non voglio fare polemiche con cose recenti, ma è così (poco dopo Parenzo osserva che martedì scorso In Onda ha superato in termini di share Parallelo Italia del “Riottone”, Ndr).
Il confronto va fatto con gli ascolti dell’epoca, non con quelli attuali.
Infatti. Quando andava in onda La guerra dei mondi erano tutti accesi. E non andava in onda nella stagione estiva (non è proprio così, andò in onda dal 14 giugno, Ndr). Di venerdì, storico buco di Rai3. Aveva una certa concorrenza contro. Fu un esperimento riuscito, doveva durare 5 puntate. Poi il format era un po’ vecchio, forse era superata l’idea della guerra tra generazioni. Ma io anche di quella cosa lì sono soddisfatto. Però vorrei tornare alla stagione di Iceberg. Da Telelombardia passarono tutti, da Berlusconi a Bossi, fu una bella stagione per l’emittente locale che mi ha insegnato moltissimo.
Vorrei chiederti altre due cose.
Ma non ho finito sul prezzemolino.
Hai detto che sei versatile, come mi rispose la Barra.
Io non vado in tutti i contesti. Non vado nelle trasmissioni sportive, lì non saprei cosa dire. Mi invitano molto, ti assicuro, ma non vado. Non vado nei reality – mi hanno chiesto di farli. La cronaca nera mi interessa leggerla, ma non saprei farla. Vado nei talk politici, ma non vado in tutte le trasmissioni. Vado ad Omnibus, ad Agorà, a Quinta Colonna dal mio amico Del Debbio, a Piazzapulita da Formigli.
A La Gabbia sei andato qualche volta.
Certo, e poi faccio anche la radio. Prezzemolino? Boh, non mi pare. Non vado in tutte le trasmissioni, dalla d’Urso… Ho fatto le serie web sul Corriere, ma questi sono progetti che ho curato. Prezzemolino? Non ha senso, in realtà scelgo dove andare.
Sarai inviato di Matrix anche nella prossima stagione?
Sì, ho già parlato con Luca (Telese, Ndr). Ci dovrebbe essere una riunione i primi di settembre.
Passiamo a La Zanzara, non posso non chiederti del futuro.
Puoi chiedermi tutto e io posso risponderti su tutto.
La Zanzara passerà a Radio Deejay?
Non rispondo a domande che non riguardano la partita. Altre domande?
Quindi non rispondi a tutto.
Ho risposto. Con la metafora sportiva detta da non ricordo quale ct della Nazionale. Altre domande?
Con Cruciani ci sono progetti televisivi?
Qualora fosse deve andare in onda a tarda notte, da mezzanotte alle sei del mattino. Quella è la fascia giusta per noi. Da mezzanotte alle sei del mattino, one shot. Poi ci chiudono. Lo dico agli amici di Mediaset: sarebbe bello riprendere il promo di Radio Belva con scritto ‘a volte ritornano’ o ‘forse ritornano’. E d’improvviso una notte – su Rete 4, Italia 1, da Cairo, chi vuole – una grande maratona notturna, tipo Quelli della notte. Può succedere di tutto. Ecco questo si può fare (ride, Ndr).
Dobbiamo tornare sulla metafora di prima sulla partita. Si può interpretare nel senso che tu non farai più La Zanzara?
No. Il senso è che la partita la stiamo giocando. Il risultato lo vedremo alla fine. A me scade il contratto con l’ottima Radio 24 il 31 dicembre.