In Altre Parole, Sermonti cita Boris parodiando Giambruno è un ‘teaser’ magnifico
Una (semi) recensione della prima puntata del sabato della nuova edizione di In Altre Parole (che in fondo son sempre le stesse…)
Ieri, sabato 14 settembre, è iniziata la nuova stagione di In Altre Parole, il ‘cultural talk’ di Massimo Gramellini che torna nei weekend autunnali di La7, in prime e in access prime time. Per la puntata d’esordio, Gramellini ha ospitato, tra gli altri, Serena Bortone, fino allo scorso anno sua competitor su Rai 3 e ora attesa al debutto su Rai Radio 2 con 5 in condotta, nonché Marco Travaglio, direttore de Il Fatto quotidiano per festeggiare i primi 15 anni del giornale. Il momento migliore della prima puntata, però, si è consumeto nel corso del cosiddetto dibattito “degli sgabelli” cui hanno partecipato anche Pietro Sermonti, Lillo, Federico Rampini e la scrittrice Maura Gancitano. Un parterre talmente eterogeneo da essere degno dei migliori salotti capitolini ma anche della parodia fiorelliana delle serate del maestro Gianni Minà (“Eravamo io, Fidèl, Paco Pena, i fratelli Mario e Pippo Santonastaso...”).
Fatto sta che la vetta della serata si è avuto col commento a un filmato che ritraeva Andrea Giambruno, ormai ex compagno del Premier Meloni, alle prese con una serie di ‘messaggi in codice’ rivolti a un non meglio specificato destinatario in platea. Un momento di notevole plasticità espressiva, che ha divertito ‘gli sgabelli’.
Come testimonia il filmato de Il Grande Flagello, la ‘piacioneria’ del giornalista ha stuzzicato la memoria di Pietro Sermonti, che ha ricordato un suo indimenticato personaggio in una leggendaria serie, ovvero Stanis LaRochelle in Boris. Il miglior commento socio-politico all’estratto video. E a una intera vicenda privata e politica.
“In altre parole” se ne usano sempre troppe
Per il resto, la nuova edizione di In altre parole non presenta discontinuità col passato. Sono tornate le lezioni del maestro Vecchioni, così come le incursioni di Saverio Raimondo che intervista il primo rider della storia, Babbo Natale; è tornato anche Jacopo Veneziani (in studio) mentre ha debuttato come ‘inviata’ Giovanna Botteri, ormai in pensione dalla Rai e spedita a Shengjin, in Albania, per presentare al pubblico italiano la Trattoria Meloni. Il tratto distintivo resta la prolissità: le parole sono sempre troppe e spesso compiaciute, soprattutto nei monologhi e nelle ‘lectio’ più o meno magistralis. Ecco perché, forse, la comunicazione non verbale ci ha colpito così tanto…