Impossibile lavorare con l’ossessione dell’Auditel: Arbore e Lerner fanno outing: “Ha ragione Fiorello”
In genere quando tutti parlano di qualcosa nello stesso momento, quel qualcosa è destinato a cambiare. In questo periodo va di moda la speculazione filologica sull’auditel. E’ uno strumento legittimo; no, contribuisce al declino della qualità televisiva. La dicotomia si risolve, pressapoco, in questo, con qualche variante più tecnica che interessa principalmente gli addetti ai
In genere quando tutti parlano di qualcosa nello stesso momento, quel qualcosa è destinato a cambiare. In questo periodo va di moda la speculazione filologica sull’auditel. E’ uno strumento legittimo; no, contribuisce al declino della qualità televisiva. La dicotomia si risolve, pressapoco, in questo, con qualche variante più tecnica che interessa principalmente gli addetti ai lavori. Dopo l’outing di molti interpreti dello spettacolo televisivo italiano, uno su tutti Fiorello, arrivano, tramite un’iniziativa de Il Giornale, le dichiarazioni piccate in proposito di altri due grandi nomi del tubo catodico. Il primo è Gad Lerner, al momento impegnato su La7. Sentiamo cosa dice:
“Certo che guardo i dati preoccupato: se vado sotto la mia media, so già che dovrò trovare un argomento più appetibile per la puntata successiva. Però spesso mi posso permettere di trattare temi complessi. Anche La7, ovviamente, sta sul mercato e ha degli obiettivi d’ascolto da rispettare. E noi, nel nostro piccolo con l’Infedele abbiamo la missione di superare la media della rete, per cui farebbero bene a cacciarmi se portassi a casa risultati bassi. Detto ciò provo grande soddisfazione a superare il tre per cento con una puntata come quella di lunedì in cui facevo confrontare i lavoratori italiani con quelli dell’Est europeo”.
Per quanto riguarda l’annosa questione della qualità, Lerner si esprime spostando leggermente il centro del ragionamento:
“Io non penso che la qualità abbia bisogno di una nicchia: si può raggiungere una grande quantità di pubblico anche senza trucchetti alza ascolti. La differenza tra una Tv come La7 e le altre non è tanto nella spada di Damocle dell’Auditel, ma nella minore pressione politica per quanto riguarda la scelta degli ospiti. Poi spetta a ognuno, su qualsiasi rete, non aderire alla moda di invitare la solita compagnia di giro”.
Un altro mostro della televisione, uno che qualche anno fa, non a caso, propose una trasmissione dal titolo “Meno siamo meglio stiamo”, proprio per sottolineare la propria posizione in merito ai fatti d’ascolto. Parliamo di Renzo Arbore.
“Tutti hanno paura degli ascolti: in pubblico fanno finta di niente, ma l’ansia ce l’hanno eccome. Ce l’aveva pure Nino Manfredi quando faceva “Canzonissima”, ce l’hanno Pippo Baudo e Benigni, ce l’aveva pure Beppe Grillo: non torna in tv per timore di non replicare i suoi successi”.
Non a caso Arbore elogia la scelta “satellitare” di Fiorello:
“Ora può fare quello che vuole senza curarsi dei numeri. Per fare ascolti devi essere senza scrupoli; se vuoi difendere i contenuti, fare una tv allegra ma non cattiva, devi dimenticare l’Auditel, per questo faccio poca Tv. Dopo il successo di “Quelli della notte” sudavo freddo quando mi imbarcai in “Indietro tutta”. E, dopo anni sono tornato, con “Meno siamo, meglio stiamo”, perché mi sono permesso di andare in onda di notte così potevo far suonare artisti come il jazzista Stefano Bollani“.