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Impero, su La7 Valerio Massimo Manfredi alla scoperta del potere

Valerio Massimo Manfredi è tornato su La 7 con un nuovo ciclo di Impero in onda tutti i giovedì alle 21,10. Sono già andate in onda le prime due puntate, una dedicata alla figura di Pio XII e l’altra a Nerone (qui trovate i video). Il programma è ideato e scritto da Cristoforo Gorno con

di marina
pubblicato 16 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:05

Valerio Massimo Manfredi è tornato su La 7 con un nuovo ciclo di Impero in onda tutti i giovedì alle 21,10. Sono già andate in onda le prime due puntate, una dedicata alla figura di Pio XII e l’altra a Nerone (qui trovate i video).

Il programma è ideato e scritto da Cristoforo Gorno con Tommaso Franchini e Natascha Lusenti. La produttrice è Cristina Urbani con la regia di Riccardo Mazzon. Nelle prossime si analizzeranno la Sindone, la bomba atomica, Ulisse, i Medici. Insomma al vaglio dello studioso tutto ciò che è potere, che ha generato potere, che ha mosso potere.

Ne parlo al telefono proprio con Manfredi in una convulsa (per lui) mattinata in cui però non perde nell’ordine: mai la pazienza; mai la disponibilità; mai il filo del discorso.

D.: Buongiorno professore, non posso fare a meno di esordire con un “complimenti per la trasmissione”. Ho trovato la puntata su Nerone molto ben curata, accademica, ricca di fonti e di citazioni. Come è arrivato uno studioso-scrittore del suo calibro alla Tv?

R.: Il mio coinvolgimento televisivo è avvenuto per caso. Mi venne a trovare Cristoforo Gorno e mi lasciò dicendomi che avrebbe voluto fare qualcosa con me in tv. Mi telefonò qualche tempo dopo annunciandomi che aveva il programma per me. Siamo partiti con 30 puntate e siamo arrivati a produrne 8. Ci vuole troppo tempo e molto lavoro e per fare bene le cose meglio ridurre il numero. Su 100 minuti di trasmissione 50 minuti sono interamente fatti da noi.


D.: Che differenza c’è per lei tra lo scrivere un libro e una trasmissione televisiva?

R.: La differenza consiste nel semplificare. Noi abbiamo già un pubblico di un certo livello ma la Tv resta comunque uno strumento più complesso di un libro che richiede che sia tutto più sintetico. Non c’è spazio per la riflessione, per la discussione. Diciamo anche che la nostra è un’opera buona.

D.: Come sono costruite le puntate?

R.: Abbiamo quest’anno un format un po’ diverso. Se in passato siamo stati più orientati all’epica, in questa edizione ci siamo rivolti di più alla critica. Ci sono le testimonianze, e si raccolgono le opinioni dell’accusa e della difesa. Con la puntata di Nerone abbiamo avuto non poche difficoltà a trovare dei punti a favore, troppo scarse le fonti.

D.: La puntata più difficile?

R.: Proprio la prima, quella dedicata alla figura di Pio XII. La sua posizione istituzionale, le ombre che lo hanno riguardato assieme alle sfumature sono stati elementi difficili da far emergere. La Tv non condanna e non assolve, ma abbiamo voluto una sintesi equilibrata.

D.: Come nasce il titolo “Impero”?

R.: Impero è certamente un titolo accattivante, ma di fatto lo abbiamo scelto per il concetto di potere che porta in sé. Analizziamo il potere nelle sue declinazioni e nelle sue conseguenze. Noi ragioniamo ad esempio sul potere delle invenzioni nel momento in cui gli scienziati le consegnalo alla politica. Ci sarà una puntata dedicata alla bomba atomica.

D.: Un Impero che le è piaciuto?

R.: Ragionando in termini storici l’Unione Europea. E’ un impero unico nella storia dell’uomo. Non a caso è definito il “Silent Empire”, l’Impero silenzioso: non fa chiasso, non fa proclami, ma è cosnistente. E’ un impero unico e non si hanno eguali nella storia. Per scelta, un gruppo di popoli che si è anche combattuto duramente, ha deciso di allearsi. E’ sicuramente un esperimento. Il rovescio della medaglia è sotto gli occhi di tutti: ha poco peso politicamente. Ma appunto essendo un esperimento non sappiamo ancora dove ci porterà.

D.: La immagino nel mezzo di mille progetti.

R.: Si sto scrivendo il mio ultimo romanzo. Una stroia che va dal 1914 al 1950 e che racconta di una famiglia composta da 7 fratelli e da una sorella, mia nonna. Racconto la loro storia a cavallo delle due guerre. Questa famiglia vive il novecento in una dimensione mitica e racconterò i loro drammi individuali che si intrecciano con quelli della storia.

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