Impazienti, Bertolino e Tortora portano in tv la loro comicità, ma rendono solo quando sono lasciati liberi
Impazienti riesce ad intrattenere il pubblico quando Enrico Bertolino e Max Tortora sono liberi di sfruttare la propria comicità, mentre quando le situazioni glielo impediscono sono costretti a ridurre il loro potenziale a favore dell’episodio
Enrico Bertolino e Max Tortora sono garanzia di un certo tipo di comicità: il primo è più concreto, scherza con le ironie di tutti i giorni, mentre il secondo è più vivace e dà il meglio di sè quando fa leva sulla sua provenienza romana. La fusione delle loro due comicità aveva già portato ad un buon risultato con Piloti, di cui però Impazienti, la nuova sketch-com in onda su Raidue, non riese a coglierne lo stesso senso comico.
Ovviamente, l’idea non era quella di ripetersi, motivo per cui oltre ai due protagonisti non c’è altro di simile alla produzione passata: i due attori comici, ora, sono due pazienti di un ospedale che litigano tra di loro per cercare di ottenere il premio dell’assicurazione dell’incidente di cui fingono le conseguenze.
I sintomi sono messi da parte, ed Impazienti offre un ritratto a volte surreale, altre realistico, della quotidianità dei nosocomi del nostro Paese: dalle contese del telecomando della tv alle cene non sempre eccellenti, passando per i dottori troppo di fretta per visitare i pazienti ai numerosi tentativi di passare il tempo.
Rispetto a Piloti, Impazienti è molto meno originale: il paradosso è spesso messo da parte per raccontare sketch che hanno alla base esperienze che il pubblico potrebbe conoscere di più. La conseguenza è la mancanza di quella comicità surreale che permetterebbe alla serie di sfruttare al meglio la comicità dei due protagonisti.
Bertolino e Tortora, infatti, si dimostrano sempre affiatati, ma qui a frenare la lor vis comica è la situazione stessa, che li costringe a dover affrontare situazioni che li allontanano dal loro modo di far ridere. Non è un caso che gli sketch più riusciti sono quelli più brevi, in cui i due riescono con poche ma giuste battute a dare il meglio di sè, mentre quando sono alle prese con situazioni più articolate, la necessità di far svolgere la narrazione rallenta la loro spinta.
Impazienti, dunque, non è da stroncare, soprattutto perchè gli sketch possano essere, com’è giusto che sia, più o meno esilaranti: il problema, piuttosto, è quando si cerca di tenere a bada la vivacità dei due protagonisti, la cui comicità riscirebbe ad essere ancora più divertente.