Imma Tataranni 3, la finta rivoluzione di un personaggio che ne ha decretato il successo: la recensione
Apparentemente rivoluzionaria, Imma Tataranni, si è inserita nel palinsesto di Raiuno rispettando quei canoni delle fiction di successo della rete. La recensione della 3° stagione
Strana l’evoluzione di Imma Tataranni. O, forse, più che di evoluzione dovremmo parlare di svelamento anno dopo anno. Dal 2019 ad oggi questa fiction è diventata una delle serie più viste di Raiuno; Vanessa Scalera ha finalmente guadagnato la popolarità e l’affetto di un vasto pubblico (non ci stuferemo mai di consigliarvi di vederla anche in Lea, disponibile su RaiPlay) ed il genere del light crime ha conquistato la tv. Eppure, al suo debutto, osservavamo Imma Tataranni come se fosse un’aliena. Ma è davvero sempre stata così rivoluzionaria?
Imma Tataranni, la recensione
La fiction in realtà segue un percorso abbastanza canonico per il mondo delle serie made in Rai. È tratta da una serie letteraria di successo, firmata da Mariolina Venezia; ha un’ambientazione più vicina alla provincia che alla metropoli, permettendo alla fiction del Servizio Pubblico di svolgere un’attività di promozione del territorio; trova nel nucleo familiare la possibilità di alleggerire le sceneggiature e di agganciare i telespettatori.
Tutte caratteristiche, queste, che la fiction Rai ha fatto sue già da molto prima, creando quasi un format declinato all’occorrenza e capace sempre di produrre titoli pronti a restare in palinsesto per molto tempo. Imma Tataranni ha sempre rispettato questo ipotetico format, sebbene sia stata presentata come qualcosa di nuovo per la tv generalista.
Una novità, effettivamente, c’è e stata nella sua protagonista e nel modo in cui si presenta al pubblico. Non parliamo degli abiti appariscenti o del carattere spigoloso, ma della fragilità che la fiction affida alla protagonista come un tratto distintivo, mentre intorno a lei c’è un mondo che si aggrappa alle sicurezze della vita.
Imma, invece, tentenna, sia nella ricerca della verità dei suoi casi che nella vita privata, con quel triangolo nato per caso tra lei, il marito Pietro (Massimiliano Gallo, un altro di quegli interpreti che finalmente il pubblico sta scoprendo) ed il giovane Calogiuri (Alessio Lapice). È questa la vera novità che ha regalato Imma Tataranni: un personaggio che nella sua narrazione non ha alcuna pretesa di insegnare, ma che deve ancora imparare.
Imma indaga, esplora e scopre più cosa su se stessa che sugli altri. Sono quegli “sgambetti”, come li ha definiti Scalera in conferenza stampa, a permettere a lei di aggiungere sempre qualcosa di nuovo ed al personaggio di non restare immobile. Il suo è un motore che muove anche gli altri ingranaggi, e che permette ad una storia in fin dei conti non così rivoluzionaria, di diventare nuova pur restando classica.