Il video di Simona Ventura alle Invasioni Barbariche: icona precoce?
Gli artisti della tv dovrebbero compiere le dieci fatiche di Ercole prima di arrivare al grande passo dell’agiografia. E, soprattutto, avere qualcosa di “concreto” da raccontare. Mike Bongiorno e Raffaella Carrà, due colonne portanti dello spettacolo italiano, hanno aspettato la maggiore età (e tanti anni di esperienza) per assurgere – da qualche mese appena –
Gli artisti della tv dovrebbero compiere le dieci fatiche di Ercole prima di arrivare al grande passo dell’agiografia. E, soprattutto, avere qualcosa di “concreto” da raccontare. Mike Bongiorno e Raffaella Carrà, due colonne portanti dello spettacolo italiano, hanno aspettato la maggiore età (e tanti anni di esperienza) per assurgere – da qualche mese appena – allo statuto di icone. Simona Ventura, invece, è per autodefinizione “una battitrice libera”: preferisce bruciare le tappe.
Alla modesta età di quarantatrè anni si racconta già in un’autobiografia. Nulla di scandaloso, obietteranno gli estimatori, se Costantino se l’è meritata nel momento clou della sua bufala mediatica. Eppure, qui c’è una bella differenza. Se il Vitagliano Desnudo era una porcheria tale da essere rinnegata dallo stesso Alfonso Signorini (pare che stia facendo sparire il suo nome nella versione iberica del libro), la Ventura vuole farsi prendere sul serio. E inizia a farlo con l’immancabile ospitata alle Invasioni Barbariche della Bignardi. Un appuntamento fisso, per le due madrine nostrane del reality show, che in quest’occasione è diventato reciprocamente ruffiano.
La conduttrice, infatti, ha rinunciato a toni troppo aggressivi e ad un look generalmente appariscente, presentandosi con vestito nero e trucco sobrio. La sua pacatezza appartiene all’ennesima strategia di comunicazione per mendicare l’interesse dei media. Ogni anno, finita l’Isola dei Famosi, Simona si arrampica maldestramente sugli specchi per dimostrare qualcosa al pubblico e a se stessa, qualcosa che automaticamente non arriva e finisce solo per peggiorare la sua reputazione. Non le bastava l’ambizione di talent scout a X Factor: un libro è quello che mancava per rivitalizzare la sua appannata popolarità.
Peccato che i buoni propositi siano smentiti dai fatti. Sentirla passare da una martellante invettiva contro la Carrà, che sarebbe ostile alle colleghe, alla celebrazione del suo passato alla Domenica Sportiva, in cui si considerava una giornalista vera e propria, è l’ennesima dimostrazione delle sue manie di onnipotenza.
In più, televisivamente parlando, scopriamo da interviste e giornali che ha rinunciato a Striscia la Notizia perché “costretta” dalla Gialappa’s e a Furore perché l’edizione estiva coincideva con le vacanze calcistiche di Bettarini. Non che sia stata una grave perdita, viste le tante trasmissioni che non sono risultate nelle sue corde (tra queste Piccole Canaglie, lo show con i bambini che presentava con Pino Insegno e ha sancito la sua rottura con Mediaset).
Tra qualche voce di corridoio (come la fama di donna della sinistra che le avrebbe inviso la simpatia di Cattaneo) e qualche rivelazione (Fatma Ruffini è stata la prima a intuire e temere le potenzialità dell’Isola, in onda nella prima edizione contro Scherzi a parte), c’è n’è anche per aneddoti di natura personale, come “l’ossessione del pisello” verso i 5-6 anni e la drammatica esperienza dell’aborto.
La Bignardi sembra trattarla con più sufficienza del solito, nonostante le dispensi grandi complimenti sul talent show di Raidue e le dia della Madonna italiana. Soprattutto quando le ricorda che è da dieci anni che vuole fare il direttore di rete senza riuscirci, si intravede una punta di irrisione. In fondo, la Ventura ha finito per timbrare il cartellino come tutti, senza più sorprenderci come un tempo. Non basta uno slogan qualsiasi, consacrato a titolo di un’opera prima, per storicizzarne l’indiscusso primato.