Il vice cancelliere del Re
Una storia di un regno lontano che potrebbe essere molto più vicina di quanto si possa pensare
C’era una volta in un posto lontano dal mondo un piccolo regno, talmente piccolo che non era neppure disegnato sulle carte. A capo di questo regno, manco a dirlo, c’era un Re, pure lui piccolo, esattamente come il suo regno. Il Re aveva al suo fianco un suo fidato cancelliere che si occupava da moltissimi anni di tutto e di tutti. Il cancelliere non era molto ben visto dal popolo, perchè era colui che era addetto, fra le altre cose, a riscuotere le tasse attraverso i suoi collaboratori.
A fianco del cancelliere c’era però un vice, egli era una brava persona, attenta ai bisogni dei sudditi. Quando una famiglia non poteva pagare le tasse perchè il raccolto non era andato molto bene, allora il vice cancelliere differiva il pagamento del tributo, il più delle volte nascondendo la decisione al cancelliere capo, che di certo non l’avrebbe approvata.
Un giorno il Re, mentre stava dando una festa a corte, viene avvicinato da una persona, ben vestita e con un atteggiamento molto gentile e allo stesso tempo regale. Questa persona sussurrò all’orecchio del sovrano che il vice cancelliere era molto ben visto dai suoi sudditi ed il Re fu molto felice di questa notizia. Visto che il cancelliere capo era in carica ormai da tanto tempo, decise di sostituirlo proprio con il suo vice, che aveva appena saputo fosse molto amato dal suo popolo.
Il giorno stesso il Re chiamò il vice cancelliere e gli disse che lui era il nuovo cancelliere capo del regno. Il vice cancelliere rimase colpito da quella decisione, quasi incredulo e anche un po’ amareggiato dall’allontanamento del suo superiore, ma di buon grado accettò la nomina. Il popolo era molto felice di questa nomina, il nuovo cancelliere era ben visto da tutti per la sua bontà e la sua generosità. Passò il tempo, il nuovo cancelliere nel frattempo aveva avuto modo di vedere i conti del regno e iniziava a capire le difficoltà e i problemi che doveva affrontare il suo predecessore nel far quadrare i conti, tanto che un giorno dovette decidere di aumentare le tasse.
Un giorno, mentre camminava per le vie della città, gli si avvicinò un uomo vestito di stracci, con il volto emaciato e molto provato. Quest’uomo si rivolse al nuovo cancelliere chiedendogli di poter rimandare il pagamento delle tasse, il maltempo gli aveva rovinato tutto il raccolto e ora non aveva niente da vendere al mercato per poter recuperare qualche soldo. Le tasse gliele avrebbe pagate l’anno successivo, con il nuovo raccolto.
Il nuovo cancelliere, senza mai guardarlo in faccia, lo ascoltava silenzioso, roteando la testa ora a destra, ora a sinistra, ora in alto, ora in basso, ma mai verso gli occhi di quel pover’uomo. Appena il vecchio aveva finito di parlare, sempre senza guardarlo in faccia, gli disse che se non avrebbe pagato le tasse entro 5 giorni, avrebbe perso la sua terra e la sua casa.
Quell’uomo lo supplicò, gli ricordò quando era vice cancelliere e veniva incontro ai problemi della gente, ma il nuovo cancelliere, sempre senza guardarlo in faccia, disse che la decisione era presa e dando una frustata al suo cavallo, con uno scatto che alzò parecchia polvere, se ne andò via, lasciando quell’uomo fra le lacrime.
La gente di quel regno, dopo quell’episodio capì che il nuovo cancelliere era cambiato e che le speranze che avevano riposto in lui erano scomparse, come la neve ai primi tepori della primavera. Quel regno piano piano si svuotò, la gente lo abbandonava e ben presto le casse del Re rimasero vuote, le tasse riscosse non bastavano più, erano rimasti in pochissimi a poterle pagare. Il Re rimosse il cancelliere e ne nominò uno nuovo. Quest’ultimo decise di adottare una strategia diversa venendo incontro al popolo, differendo il pagamento dei tributi e abbassando le tasse. La voce si era sparsa al di fuori di quel piccolo regno, convincendo così la gente che aveva abbandonato quel posto a tornare.
Piano piano quel regno tornò ad essere popolato, anzi a diventare sempre più grande. Il Re si compiacque con il nuovo cancelliere e quest’ultimo, che era molto buono, decise di richiamare nel regno il suo predecessore nel ruolo di vice cancelliere. Questi fu felice di tornare e accettò. Un giorno camminando fra le strade del regno, il vice cancelliere incontrò di nuovo quel vecchietto che tempo addietro gli chiese di rimandare il pagamento delle tasse. Guardandolo in faccia lo abbracciò, gli chiese scusa e decise di regalargli un cavallo, quello stesso cavallo che quella volta alzò la polvere dietro la sua tracotanza e la sua arroganza. Il vice cancelliere era tornato ad essere la persona buona e umile che era e decise che mai più avrebbe accettato di diventare il cancelliere capo di quel regno.