Il Viaggio, i partigiani contro Pippo Baudo: “La verità sull’attentato di Via Rasella è un’altra”
Il conduttore intervista il maggiore dell’Esercito Italiano, Francesco Sardone, per parlare delle Fosse Ardeatine.
È polemica tra Pippo Baudo e Anpi, l’associazione nazionale partigiani italiani. Il fatto scatenante è avvenuto lo scorso lunedì 8 luglio. Infatti durante la puntata de Il viaggio, si è parlato dell’eccidio delle Fosse Ardeatine (335 persone morte) e il conduttore ha intervistato il maggiore dell’Esercito Italiano, Francesco Sardone, interpellandolo sull’attentato di via Rasella, avvenuto il 23 marzo 1944, che portò alla efferata reazione dei nazisti che occupavano Roma.
I partigiani in una nota scrivono:
Purtroppo ancora una volta, parlando di via Rasella, si sono rappresentati i fatti come se si fosse trattato di un attentato terroristico, e non di una ‘legittima azione di guerra partigiana’ , come è stato riconosciuto più volte dalla Corte di Cassazione italiana e da numerosi tribunali
È sottolineato inoltre che “le domande di Baudo sembrano legittimare le presunte leggi di guerra, solo in parte spiegate dal maggiore dell’Esercito, continuando a diffondere l’idea sbagliata che si potessero uccidere 10 persone per ogni militare morto”. L’Anpi prosegue:
In realtà l’eccidio fu compiuto dai tedeschi in gran segreto e in tempi rapidissimi (21 ore dopo l’azione), in combutta con la polizia fascista, che consegnò alle SS di Kappler una parte delle vittime. Non fu rivolto alcun appello a consegnarsi agli autori dell’azione di via Rasella né vi fu alcun preavviso della rappresaglia. Proprio per celare il posto dell’eccidio, i tedeschi fecero esplodere delle bombe all’ingresso delle cave Ardeatine. Ricordiamo quindi a Baudo, nel ’70 anniversario della Resistenza, e a tutti i cittadini italiani che lo hanno ascoltato che la verità è un’altra ed è stata definitivamente stabilita dai tribunali.
Baudo ha replicato innanzitutto smentendo all’Ansa che nel programma sia stata utilizzata l’espressione “terrorismo” (ed in effetti è così); poi all’Adnkronos ha aggiunto:
Che vigesse una legge del taglione che prescriveva dieci morti italiani per ogni tedesco ucciso purtroppo lo si sapeva già. Dopo l’attentato di via Rasella in cui morirono 33 soldati tedeschi, le truppe occupanti, che erano cruente e non facevano sconti, hanno moltiplicato per dieci, mettendone addirittura cinque in più e hanno ucciso 335 persone che non c’entravano niente. E solo per questi cinque in più Eric Priebke è stato condannato da un tribunale italiano, che ha riconosciuto le ragioni militari della rappresaglia. Io paragono tutto all’atto di Salvo D’Acquisto, che si è immolato per salvare innocenti. Qui nessuno è venuto fuori a dire ‘siamo stati noi’, e purtroppo i tedeschi hanno applicato la rappresaglia in maniera cruenta.
I partigiani hanno comunque corretto il maggiore Sardone “che ha raccontato che dopo l’8 settembre del ’43 i Gruppi Armati Proletari cominciarono a compiere attentati contro i tedeschi, evidentemente confondendo i G.A.P. , Gruppi di Azione Patriottica responsabili dell’azione di via Rasella, con i Gruppi Armati Proletari, gruppo terroristico degli anni di piombo”.