Il tredicesimo apostolo – La rivelazione, gli sceneggiatori Mizio Curcio ed Andrea Nobile a TvBlog: “Abbiamo spinto sull’acceleratore, chi si aspetta un prete in bicicletta ha sbagliato canale!”
Questa sera torna su Canale 5 Il tredicesimo apostolo. TvBlog ha intervistato gli sceneggiatori Mizio Curcio ed Andrea Nobile, che hanno spiegato cosa cambierà nella nuova stagione della serie tv
Questa sera, alle 21:10, parte su Canale 5 “Il tredicesimo apostolo 2-La rivelazione”, seconda stagione della fiction che ha portato in prima serata il genere mistery con ottimi ascolti e di cui, sulla pagina Facebook ufficiale, sono stati pubblicati i primi tre minuti della prima puntata (che trovate anche in fondo al post). Claudio Gioè tornerà a vestire i panni di padre Gabriel, il docente di Storia delle religioni che ha scoperto di essere colui che, secondo un’antica profezia, porterà alla distruzione della Chiesa.
Nei casi su cui torna ad indagare svolgendo un lavoro di ricerca per la Congregazione della Verità, di cui fa parte, tornerà anche Claudia (Claudia Pandolfi), psicologa che mostra il lato scettico e razionale della serie. Tra i due ci sarà ancora la tormentata storia che è stata al centro della prima stagione, ma sapremo anche qualcosa di più sulla profezia del protagonista.
TvBlog ha intervistato Mizio Curcio ed Andrea Nobile, due sceneggiatori della serie tv, cercando di capire come cambierà la fiction rispetto alla prima stagione, quali saranno i nuovi personaggi e come saranno sfruttati gli effetti speciali, molto più presenti rispetto a due anni fa.
Questa sera ricomincia “Il tredicesimo Apostolo”, con un nuovo sottotitolo (“La rivelazione”): Gabriel sarà ancora al centro del racconto, così come Claudia. Dobbiamo aspettarci un clima più dark e nuovi sviluppi sul rapporto tra i due protagonisti?
“Sì. Diciamo che nella prima stagione abbiamo viaggiato tutti, dalla scrittura alla regia, un po’ con il freno tirato. Nella seconda stagione abbiamo decisamente spinto sull’acceleratore. Il rapporto tra Gabriel e Claudia rimane centrale nel racconto ma fin da subito la nostra idea è stata quella di seminare quesiti e ganci narrativi che non si chiudessero nella prima stagione. Un rischio che sentivamo di poter correre: se la prima stagione, come tanti avevano pronosticato, fosse andata male quei ganci e quelle domande sarebbero rimaste nei nostri computer…”
C’è un salto temporale tra la prima e la seconda stagione, o gli eventi saranno consecutivi a quelli del finale dell’ultima puntata trasmessa?
“La prima stagione si conclude con l’addio forzato tra i protagonisti e la minaccia di Serventi ancora viva. Ripartiamo da lì con Gabriel e Claudia lontani ma con una nuova sfida alle porte che richiederà l’intervento di entrambi.”
Sappiamo che ci saranno nuovi personaggi a fianco dei protagonisti: potete anticiparci che peso avranno all’interno del racconto?
“Uno su tutti, Stefano, un nuovo assistente che aiuterà Gabriel e Alonso nelle loro indagini. In realtà non si tratta di un nuovo personaggio: chi ha seguito la prima stagione sa che Stefano ha già incontrato Gabriel e Claudia durante un caso di puntata, la quarta, in cui è stato vittima di un fenomeno di reincarnazione.”
Gioè e la Pandolfi a “Tv Sorrisi e Canzoni” hanno detto che la serie è una trilogia, e la terza stagione sarà l’ultima: è una scelta insolita per la fiction italiana, che tende a spremere le serie di successo…
“Diciamo che questa serie ha fatto più di una scelta insolita rispetto alle fiction italiane. La linea editoriale di Pietro Valsecchi (che produce la serie, ndr) fin dal primo giorno di brainstorming è stata di creare una serie fuori dal comune che non rispondesse ai soliti schemi delle fiction e che soprattutto non si piegasse alla logica di ‘osare è rischioso’. Per fortuna il pubblico ha dimostrato di non essere lobotomizzato e poco incline alle novità. Un prete che indaga sui fenomeni paranormali tra demoni, fantasmi e bambini che levitano in prima serata è stata una scommessa azzardata. In questi giorni stiamo concludendo la scrittura della terza stagione. Le ultime dieci pagine della sceneggiatura però le abbiamo scritte su un file diverso, un piccolo segreto da custodire fino all’inizio delle riprese.”
La serie è nota per i temi differenti rispetto alle altre produzioni italiane, che però potrebbero mettervi nei guai. Il riferimento è al Moige, che ha criticato “Il peccato e la vergogna 2” per l’uso di un bambino sociopatico all’interno del racconto. Critiche di questo genere (o la paura di riceverne) ha modificato le vostre proposte sulla storyline?
“No. Gabriel è un prete sui generis, così come i casi che affronta. Se qualcuno si aspetta di vederlo girare in bicicletta, beh allora mi sa che ha sbagliato canale!”
La seconda stagione fa un uso maggiore di effetti speciali: cambia il lavoro di scrittura di una fiction quando si deve considerare l’uso di effetti di questo genere?
“E’ semplicemente più stimolante. Proprio per questo il regista Alexis Sweet e il suo staff hanno partecipato attivamente alle riunioni di scrittura indicando e suggerendo le intenzioni di scena. Un sistema collaudato che speriamo poter ripetere nello sviluppo di altre serie.”
A proposito di effetti speciali, qual è quello di cui andate più orgogliosi?
“Ne indichiamo due. E’ molto suggestivo l’effetto usato per uno dei nuovi personaggi della serie. Un uomo in grado di materializzare le paure più nascoste delle persone. E’ stato divertente dar vita alle paure della gente… L’altro invece è un momento preciso e spettacolare, quando Isaia (Stefano Pesce) si ritrova davanti ‘i cani di Satana’. Davvero un lavoro mai visto prima in Italia: quando abbiamo visto al lavoro il reparto degli effetti speciali siamo rimasti a bocca aperta…”
Gioè ha dichiarato di essersi ispirato a film come “Indiana Jones” e “L’esorcista” per interpretare Gabriel, voi autori a chi/cosa vi siete ispirati per la nuova stagione?
Curcio: “Al mio libro preferito, ‘Dracula’ di B. Stoker. Il perché lo capirete guardando la serie.”
Nobile: “Ci sono varie suggestioni, difficile sceglierne una…”
Secondo la Pandolfi, il successo di questa serie è dovuto al fatto che somigli molto alle serie tv americane, secondo Gioè al fatto che viviamo in un periodo storico di incertezze: voi autori come ve lo siete spiegato il successo de “Il Tredicesimo Apostolo”?
“La novità della serie è stato certamente un elemento importante e ovviamente anche la forza della messa in scena. Ma dal punto di vista della sceneggiatura la Chiesa, i poteri soprannaturali, l’amore con Claudia sono strumenti per raccontare un tema in cui tutti possiamo riconoscerci: siamo liberi di scegliere o esiste un destino che ci guida? Tutta la storia di Gabriel alla fine si basa su questa domanda… e crediamo che questo sia arrivato al pubblico che ha vissuto la storia non solo come un mystery horror spettacolare… Aldilà dei dati auditel della messa in onda, per noi uno degli aspetti più interessanti è stato quello di risultare primi nella classifica dei programmi più visti in differita tra le reti generaliste, anche davanti a una serie come ‘The Mentalist’. Questo ci ha dato la spinta giusta per continuare sulla nostra strada…”
Il tema del paranormale, tra l’altro, è sempre più al centro di alcuni programmi tv, come “Voyager” e “Mistero”, che però sono anche presi in giro da numerosi telespettatori per il loro sensazionalismo. Non è che “Il Tredicesimo Apostolo”, dichiaratamente finzione, rischia di essere più credibile di questi programmi?
“Nella scelta dei casi ci ispiriamo a fatti realmente accaduti. E’ chiaro che poi nello sviluppo della storia la deriva paranormale può prendere il sopravvento allontanando i casi dalla realtà. Quello che però interessa al pubblico è il punto di vista di Gabriel e Claudia. Sono loro che rendono credibile questo mondo. Come abbiamo detto prima, un fantasma, una casa stregata, persino un esorcismo, ci servono per raccontare qualcosa di diverso, di riconoscibile per il pubblico. Abbiamo la fortuna di avere poi un cast eccezionale e questo rende ancora più credibili sia gli eventi della storia, sia i dilemmi che vivono i personaggi.”
Bissare gli ascolti della prima stagione sarà difficile: su cosa avete puntato per confermare il successo?
“Il rapporto tra Gabriel e Claudia è il tirante emotivo anche della seconda serie. Puntare solo su quello però sarebbe stato troppo facile, così abbiamo deciso di puntare su un aspetto trattato solo in parte nella prima stagione: la vera natura del nostro protagonista.”
Mizio, quest’estate sei stato al centro de “La divina commedia-la webserie”, che ha avuto numerosi contatti online e di cui ci hai detto ci sarebbero state delle novità. A che punto è il progetto?
“Posso solo dirti che il progetto è attualmente al vaglio di un importante broadcaster straniero. Diciamo che la parola web possiamo levarla… ‘La Divina Commedia-La serie’, vuole essere una serie a tutti gli effetti.”
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