Il tredicesimo apostolo – Il prescelto, su Canale 5 il paranormale in fiction
Su Canale 5 Il tredicesimo apostolo-Il prescelto, la fiction mistery di Taodue con Claudio Gioè e Claudia Pandolfi nei panni di un gesuita e di una psicoterapeuta alle prese con il paranormale
La prima fiction dell’anno affronta, con coraggio, un tema ben lontano da quelli trattati delle serie tv italiane. “Il tredicesimo apostolo-Il prescelto”, la nuova produzione Taodue in onda da stasera alle 21:10 su Canale 5, punta infatti sul paranormale e sui cosiddetti fenomeni inspiegabili, all’interno di una cornice mistica ed intrisa di suspence.
Un azzardo, per Pietro Valsecchi, a cui si deve il soggetto di serie, e per gli autori Maurizio Curcio, Leonardo D’Agostini, Fosca Gallesio, Lorenza Ghinelli ed Andrea Nobile, che nei dodici episodi che vedremo (in sei prime serate) cercheranno di coinvolgere il pubblico di Canale 5 all’interno di una storia fatta di misteri e strane relazioni.
Protagonista è Gabriel Antinori (Claudio Gioè), gesuita, docente di Storia delle religioni, apprezzato dai suoi studenti per l’approccio mai chiuso verso la realtà che lo circonda. Complice di questo atteggiamento è il fatto di essere stato cresciuto da Monsignor Demetrio Antinori (Luigi Diberti), suo zio, nonchè membro della Congregazione della Verità, misteriosa organizzazione che indaga i fenomeni paranormali ed in cui Gabriel inizia a lavorare.
Il tredicesimo apostolo
Proprio un evento di questo tipo è la causa del suo incontro con Claudia Munari (Claudia Pandolfi), psicoterapeuta ed autrice di libri. Scettica e convinta che dietro ogni fenomeno ci sia una spiegazione razionale, Gabriel e Claudia iniziano ad indagare su un caso, con una sintonia che li renderà particolarmente vicini (fino a far traballare la fede di Gabriel) e che farà “ingelosire” Isaia Morganti (Stefano Pesce), compagno di lavoro di Gabriel che teme di perdere la possibilità di diventare capo del direttorio della Congregazione.
Ogni puntata diventa così l’occasione, per Gabriel e Claudia, per scoprire nuovi eventi inspiegabili ed approfondirne le origini. Ma puntata dopo puntata, per la coppia, ci sarà la sensazione di non essere gli unici a lavorare su quei fenomeni, mentre Gabriel dovrà fare i conti con un passato che non riesce a ricordare e che nasconde delle rivelazioni.
Regia della serie è Alexis Sweet, già dietro la macchina da presa per “Ris”, che così spiega come ha vòluto avvicinarsi ad un genere inconsueto per la fiction italiana come il mistery:
“Quando mi hanno proposto questa serie, la mia prima preoccupazione è stata quella di comprendere l’atmosfera e il mood all’interno dei quali i miei personaggi avrebbero dovuto agire, con la consapevolezza che avrei avuto a che fare con una cornice paranormale ed esoterica. Durante i mesi di preparazione abbiamo speso moltissima energia per fare dell’atmosfera uno dei veri protagonisti del film. La seconda preoccupazione è sorta spontanea: dove ambientare un film del genere? Abbiamo optato per Roma, ma la nostra Roma è diventata una Roma insolita, una Roma papale ma oscura che ospita una congregazione del Vaticano che si occupa di questioni metafisiche, fatta di uomini di chiesa che si circondano di misteri e segreti. (…) E in una serie del genere non potevano di certo mancare gli effetti speciali. Il mio approccio è stato metodico: partendo dal concept brainstorming, abbiamo pianificato ogni dettaglio, disegnato storyboard e fatto infinite riunioni. Ci sono più di 400 effetti, dal green screen, alla computer grafica, agli effetti meccanici. Ma gli effetti speciali non sono bastati per creare l’atmosfera che volevo dare al film. Ne “Il Tredicesimo Apostolo” ho voluto sostituire l’adrenalina – fortemente presente in altre mie regie del passato, come ‘Intelligence, servizi & segreti’ o ‘RIS. Delitti Imperfetti’ – con la tensione e la suspense, tenendo la macchina da presa sempre in movimento e adottando un montaggio poco invasivo e fluido.”
Una sfida, quella de “Il tredicesimo apostolo”, anche per gli autori, secondo cui un tema come quello del paranormale doveva essere raccontato all’interno di chiari limiti narrativi, scegliendo così la città di Roma e la storia di Gabriel come possibile percorso:
“Troppo vasto, quasi sterminato, il mondo del paranormale – con tutti i suoi misteri e i suoi fenomeni, dai minacciosi ai meravigliosi – per essere mostrato senza rischio di confusione e dispersione. Bisognava quindi capire quale ‘fantastico’ avrebbe espresso la storia di Gabriel, quali emozioni e sentimenti condivisi da noi tutti sarebbero stati raccontati attraverso le storie di fenomeni inspiegabili, maledizioni, prodigi, visioni, possessioni, fantasmi. Il mistero di Gabriel e i misteri da lui affrontati, rispondono ad un’unica domanda che in fondo ci riguarda tutti, nella realtà delle nostre vite così come nei racconti più fantasiosi: chi siamo davvero? Cosa siamo in grado di fare? Come possiamo essere davvero noi stessi? Il cuore narrativo e drammaturgico de “Il Tredicesimo Apostolo” è questo. Una storia avvincente e spettacolare di scoperta, sia del mondo in cui viviamo, sia di ciò che siamo; una ricerca di identità che attraverso elementi fantastici e mai visti prima ci mette di fronte a ciò che ci chiediamo tutti: se quello che abbiamo davanti ai nostri occhi, se quello che già conosciamo, soprattutto di noi stessi, sia tutto quello che c’è da sapere …”
Sarà curioso vedere i non solo i risultati de “Il tredicesimo apostolo”, ma anche come la fiction italiana gestirà una trama potenzialmente interessante, nata dalla voglia di trovare nuove strade oltre a quelle già battute dei polizieschi e delle commedie.