Il Senso della Vita
Nonostante quanto si è detto in passato, io conservo un po’ di fiducia in Bonolis. Sì, anche se – come molti – l’ho definito telepredicatore. E proprio in nome di questa fiducia, domani sera mi guarderò la prima puntata de Il Senso della Vita. Sia chiaro, il titolo mi ripugna, e non amo per nulla
Nonostante quanto si è detto in passato, io conservo un po’ di fiducia in Bonolis. Sì, anche se – come molti – l’ho definito telepredicatore.
E proprio in nome di questa fiducia, domani sera mi guarderò la prima puntata de Il Senso della Vita.
Sia chiaro, il titolo mi ripugna, e non amo per nulla il fatto che il senso della vita debba essere spiegato attraverso una scatolina che entra in casa della gente; tremo al pensiero di certe dichiarazioni qualunquiste che fatalmente il titolo del programma richiama; non sono assolutamente certo che interviste a Vidal o a Houellebecq – del cui valore letterario non devo essere io a discutere. Ma, a proposito, visto che questo è un blog: sto leggendo La possibilità di un’isola – possano portare ascolti, ma conservo quel poco di fiducia in Paolo Bonolis per pensare che domani sera mi godrò qualcosa di differente.
C’è Nicky Nicolai, e tanto basta. Ho dei dubbi su Laurenti, e in fondo anche su Olcese e Margiotta, ma forse la loro presenza potrebbe servire a ironizzare su un titolo che, di per sé, promette male. Ho dei dubbi anche sul primo ospite, Michele Placido. E perfino su questa innovativa formula di intervista senza domande, ma stimolata da immagini. Nonostante tutti questi dubbi, però, me lo guarderò. Come si deve fare tutte le prime.
Cercando di capire se Bonolis restituirà a Mentana lo sgambetto, in una dimensione a lui più congeniale. Anche se sarà la sua prima seconda serata.