Il Re 2, Isabella Ragonese e Luca Zingaretti: “Nulla sarà più come prima al San Michele”
La serie torna su Sky e NOW dal 12 aprile con 8 nuovi episodi.
Il Re del San Michele ha perso la sua corona ma non il suo scettro. La seconda stagione della serie tv Sky Original prodotta da Sky Studios, The Apartment, Wildside e Zocotoco debutta il 12 aprile su Sky e NOW in streaming ed è composta da 8 nuove puntate. Luca Zingaretti torna a interpretare Bruno Testori, direttore del carcere di Trieste (anche se gli interni sono stati realizzati a Torino) San Michele, che ritroviamo dietro le sbarre. Ci penseranno i servizi segreti a rimetterlo alla guida del carcere ma questa volta non è più un monarca “assoluto”. Tra i suoi pretoriani c’è Sonia Massini che diventa comandante delle guardie carcerarie, legata a Testori dagli eventi della prima stagione.
Il Re 2, il rapporto tra Bruno e Sonia
Nel corso della presentazione della serie abbiamo incontrato Luca Zingaretti e Isabella Ragonese e abbiamo avuto modo di parlare anche del rapporto che hanno i loro due personaggi “che non si esaurisce nei loro segreti. Da una parte c’è il maestro che ha delle aspettative molto alte verso la sua allieva prediletta, dall’altra c’è un’agente, una donna, che guarda a quest’uomo cui vuole assomigliare ma da cui cerca di fuggire. La caduta del Re rimette tutto in gioco ed è tutto da ricostruire. Si modificano tutte le dinamiche. Nulla sarà più come prima, in alcuni casi sarà meglio in altri sarà peggio”.
Isabella Ragonese fatica a sbottonarsi sulla sua Sonia Massini che nelle prime puntate della seconda stagione troviamo travolta dagli eventi della prima, legata al Re da un indissolubile segreto. Ma questa oscurità non la avvolgerà per tutta la stagione, come ci lascia intendere la sua interprete: “Sicuramente all’inizio la situazione è un po’ peggiorata, l’incarcerazione di Bruno è un falso movimento, la blocca ancora di più e come una ragnatela la avvolge e la travolge, ma la bellezza delle serie sta anche nel fatto che tutto può cambiare. Sicuramente è una seconda stagione che all’inizio sembra sprofondare e poi in realtà si apre e ci sono tante dinamiche nuove”.
Zingaretti ci tiene a sottolineare che non giudica mai i personaggi che interpreta ma che cerca di comprenderli. “Testori è un uomo che ha perso la bussola, ha deragliato, quella che era la sua missione si è trasformata in un’ossessione. Provo una forma di simpatia umana verso di lui. Non so quanto il male sia contagioso, sicuramente è seducente”.
Il Lusso della Verità di Bruno Testori
“La verità è un lusso che non possiamo permetterci”, “Non c’è giustizia senza violenza” sono alcune delle frasi che pronuncia Bruno Testori. “Chi può permettersi il lusso di dire sempre la verità” risponde Zingaretti “come cultura noi italiani non abbiamo il mito della verità a tutti i costi come gli anglosassoni. La seconda un po’ rincorre una frase, un senso della Bibbia per cui la violenza è connaturata all’essere umano, due frasi che si attagliano perfettamente alla seconda stagione”.
Nel corso della presentazione è stato chiesto a Luca Zingaretti di esprimersi sulla condizioni delle carceri in Italia. L’attore ha voluto sottolineare come non si tratta di una serie di denuncia e che la prigione è usata come luogo di costrizione che fa esplodere i confini. Però:
“la situazione è drammatica, l’Italia è stata più volte sanzionata dall’Europa. Sono cresciuti i suicidi di chi non dovrebbe stare in carcere ma anche tra le guardie. Sono strutture vecchie che mancano di quegli elementi di rieducazione che sarebbero fondamentali. Dopo il Covid pensavamo saremmo usciti migliori, invece siamo ancora più incazz4ti, anche per questo trattare questo tema e riformare queste strutture è ancora più difficile”.
Sia Luca Zingaretti che Isabella Ragonese hanno sottolineato come cambiare sia naturale per un attore. “Ho sempre fatto personaggi positivi e solari, da dopo il Re sono entrata in una fase in cui mi ritrovo in ruoli più d’azione, peccato che vada di pari passo con un certo decadimento fisico” ha scherzato Ragonese durante la conferenza stampa. “Non sono stato spinto dall’idea di fare una cosa diversa ma dalla storia che mi piaceva” ha chiosato Zingaretti.