Il prime time è donna/4 – Alberto D’Amico di Tgcom: “I conduttori sono femminucce, l’unico ‘uomo’ in tv è Maria De Filippi perché ha coraggio e autorità”
Dinanzi a un collega giornalista che in quanto a commenti al vetriolo supera nettamente il sottoscritto, non c’è che da ritirarsi in buon ordine. Perciò il servizio sulla discriminazione maschile in tv continua con la proposizione di un contributo integrale del critico di Tgcom Alberto D’Amico, noto per i suoi editoriali cattivissimi. Ne dice di
Dinanzi a un collega giornalista che in quanto a commenti al vetriolo supera nettamente il sottoscritto, non c’è che da ritirarsi in buon ordine. Perciò il servizio sulla discriminazione maschile in tv continua con la proposizione di un contributo integrale del critico di Tgcom Alberto D’Amico, noto per i suoi editoriali cattivissimi. Ne dice di tutti i colori, perciò preparatevi a sorridere e riflettere insieme. Sin da quando gli facciamo notare che è partito tutto dal caso Massimiliano Ossini, ritenuto inadatto a un prime time dal direttore Del Noce, la sua provocazione è un fiume in piena e lo vede prendere di mira anche Fabio Canino, il primo a essere qui interpellato sull’argomento:
“L’appello è stato lanciato da Ossini? Beh, è significativo che non sapesi neppur chi fosse. Per fortuna c’è Google… D’istinto, il primo commento che mi viene in mente è che l’unico vero uomo che c’è in tv è Maria De Filippi. Che non vuol essere assolutamente una battuta. La De Filippi rappresenta l’autorità, l’indipendenza, il coraggio e la forza. Il coraggio di poter dire ciò che vuole, di poter andare a Sanremo anche se ha un contratto che la lega a Mediaset, l’indipendenza di avere carta bianca sui suoi programmi, la forza di tenere sotto di sé un esercito di manager direttori e direttucoli che, quando c’è di mezzo lei, non muovono un dito senza la sua approvazione.
Perché c’è qualcuno che in Carlo Conti, Massimo Giletti, Michele Cucuzza, Francesco “Simo” Facchinetti, o Enrico Papi intravede qualcosa di maschile? Gente che pur di apparire in video condurrebbe anche le previsione del tempo. Gente che pur di “esserci” è disposta ad accettare di condurre programmi come l’Arena, che un uomo di buon senso eviterebbe come la peste. Ma appunto, parliamo di uomini. Per non parlare di Tiberio Timperi e Milo Infante disposti a commuoversi a comando, come due bambolotti qualsiasi. Appunto, artefatti come due reginette di bellezza.
Quindi, se le nuove leve maschili guardano a questo manipolo di maschi catodici, beh… forse è meglio che stiano a raccontare all’Italia come si zappa la terra (che è già una posizione privilegiata rispetto a chi la terra la zappa).
Fiorello per diventare quello che è e per trovare la strada che poi ha percorso ha impiegato anni. Prima di togliersi quella coltre di polvere da animatore e dj di periferia ha dovuto beccare diverse bastonate in testa. Fiorello però nel suo essere Fiorello ha vissuto tutto. E l’ha fatto alla luce del giorno. Come un vero uomo, appunto.
Detto questo lancio la mia provocazione: piuttosto che mezzi uomini dallo sguardo da macho e dalla testa da velina, meglio direttamente la velina. Anzi vado oltre. Togliamo anche i giornalisti dalla tv e affidiamo la conduzione di telegiornali e programmi di approfondimento a signorine dal sorriso bianco e dalle poppe solide. Almeno così qualcuno la cinghia invece di continuare a stringerla comincerebbe anche a slacciarla…
L’inamovibilità dell’Italia si vede anche dalla sua televisione. Ferma come un hamburger di Mc Donald’s nello stomaco. Sarebbe impensabile un paese vetusto in cui regna una televisione moderna e contemporanea. Il Bagaglino, se così fosse, andrebbe in onda in quarta serata, giusto per fare un favore a Pingitore. Ma non è così e quindi non meravigliamoci se agli uomini si preferiscono donne incapaci, ma belle, seminude e formose (perché la Balivo di fatto questa è: bella è incapace). Però, lo ripeto, con il parco conduttori che abbiamo è difficile che l’Italietta si convinca del contrario.
E purtroppo neppure quando al maschio per finta è stato sostituito il gay per davvero le cose hanno funzionato. Ma in questo caso forse il problema è stato nella scelta del gay. Mi riferisco a Fabio Canino che sta alla conduzione di un programma come una ciocca di capelli veri alla testa della Marini (iI suo spettacolo teatrale Fiesta è una bbomba). Insomma, Canino non e Jesus Vazquez, il conduttore di Telecinco più famoso della Spagna, tra i primi, quando vennero approvati i matrimoni gay, a convolare a nozze con il suo compagno. Ma lì siamo in un altro pianeta… in effetti”.