Il pranzo estivo… era servito!
Approfittandone per augurarvi un Blog-Ferragosto – possibilmente lontano per quanto mi riguarda dalle infernali bolge balneari – ho voglia di commentare assieme a voi le impressioni a caldo di un’insolita amarcord. Si dà il caso, infatti, che facendo zapping uno di questi giorni sul digitale terrestre, la cui programmazione complessiva può dirsi latitante se non
Approfittandone per augurarvi un Blog-Ferragosto – possibilmente lontano per quanto mi riguarda dalle infernali bolge balneari – ho voglia di commentare assieme a voi le impressioni a caldo di un’insolita amarcord. Si dà il caso, infatti, che facendo zapping uno di questi giorni sul digitale terrestre, la cui programmazione complessiva può dirsi latitante se non inesistente, mi sono imbattuto per la prima volta nella visione del Pranzo è servito. Dall’inizio dell’estate, infatti, per merito del solerte Mirko Simionato che ha fondato in rete un’isola felice di nostalgici del programma, hanno avviato le repliche dell’unica edizione estiva del quiz, risalente al 1992 e condotta da Claudio Lippi.
Tuttavia, la puntata a cui ho assistito e che mi ha permesso di farmi un’idea sulla trasmissione era il primo appuntamento con il terzo cambio della guardia, che dopo l’inimitabile Corrado vedeva Davide Mengacci sostituirsi a Lippi per motivi di salute (il programma chiuse su Canale5 il 12 settembre per poi concludere la sua gloriosa storia su Rete4, dove fu relegato nella versione della Cena alle 18.15).
Non vi nego che la conduzione del personaggio in questione, per me assimilabile più a un guitto che a un presentatore, mi abbia prodotto immediati segni di orticaria facendomi svalutare una visione per me inedita. Al suo fianco, peraltro, c’era una valletta davvero sui generis: la nota Ravegnini col secondo nome di battesimo Isabella, preferito a Luana probabilmente per ragioni di pudore mattutino.
L’atmosfera che si respirava nel primo vero ristorante catodico, in grado di far rivivere la liturgia della tavola imbandita nella sua genuinità familiare, era sicuramente speciale ma, proprio per questo, irripetibile…
Perdonatemi il crudo cinismo, ma rivedere un gioco a premi come ne facevano qualche estate fa – perchè allora la tv non andava davvero in ferie – in un clima forsennato e ostentato come quello vacanziero attuale mi ha provocato degli stridenti effetti anacronistici.
In una società dove anche il bagnante è diventato più smaliziato e il rituale del pranzo festivo si è tramutato in una frenetica consumazione da fast-food, può dirsi ancora attuale un quiz senza pretese come Il Pranzo è servito, il cui ritorno sugli schermi viene costantemente auspicato dai mitici fan senza pensare alle conseguenze dell’usura del tempo?
Spesso i sentimentalismi giocano dei brutti scherzi e riconosco che anche una parte di me rimpiange ancora il sapore autentico e nazionalpopolare della tv commerciale di prima generazione.
Però, se penso alla struttura dei giochi così artigianale e a una formula talmente semplicistica, mi risulta difficile immaginare la compatibilità del Pranzo con il nuovo mezzogiorno televisivo, salvo obbligate forzature che finirebbero per distruggerne lo spirito originario
E’ per questo che vi sottopongo le interessanti riflessioni di Platinette in merito alla tv estiva di oggi, le cui conclusioni mi sembrano quanto mai profetiche e condivisibili, senza voler essere necessariamente pessimisti o avanguardisti, ma semplicemente realisti:
“La sensazione è che, vivendo anche d’estate, la Tv era meno replicante di quella odierna, e ciò non vale solo per gli anni Sessanta… Negli anni ’70 si sognava con i quiz di Pippo Baudo. Restano per me indimenticabili certe notti d’agosto al mare, in vacanza con mia sorella, più grande di me: la teen-ager che si agitava in lei la portava fuori dalla pensioncina di Lerici e io, poco più che bambino, mi potevo godere una finale del Cantagiro, mentre mi premeva vedere la mia Patty Pravo, la mia Caterina Caselli, il mio Gianni Morandi.
Ora, com’è giusto che sia, la percezione è che l’intrattenimento, anche quello breve del dopocena con la Cultura Moderna di Teo Mammucari o il novello e ritrovato Pupo di Tutto per tutto, sia sempre più una fetta piccola piccola di una stagione violenta e piena di tensione”.
Un’estate – televisiva e non – in cui è sempre più difficile procurarsi degli istanti di evasione, tra il rumore di sottofondo di un’attualità feroce e il countdown per l’inizio del nuovo periodo di garanzia.
Voi, restii al solleone e al gioco aperitivo da villaggio vacanze, telespettatori per caso di una tv allo sbando, che ne pensate?