Il Pranzo della Domenica 2, ripetitivo e lezioso: Casalegno unica spezia

Liturgia pasquale prima del pranzo domenicale.

Si deve ancora iniziare.

“C’è un luogo dove la cucina diventa arte”: il testo della voice over è molto ‘bake off’.

Arianna è l’aspirante di oggi, che viene dalla provincia di Bergamo. Studia giurisprudenza, ma non vuole fare l’avvocato e presenta un menu tipico bergamasco ma light.

“Grande attenzione alle materie prime”, soprattutto quelle degli sponsor.

Lorenzo Stefanini è il diplomato ALMA della settimana ed è anche figlio d’arte, visto che i genitori hanno uno storico ristorante a Lucca. Con lui il direttore Berti che seguirà la preparazione.

“Lei ‘customizza’ le ricette in versione light’: Elenoire ti prego, ‘customizza’ no.

Giudici già al ‘posto di comando’ per l’assaggio.

Primo piatto, i Capù, degli involtini di verza con carne. Ma nella versione di Arianna non c’è il maiale, solo manzo. Deve farli in 40′.

Ecco gli ingredienti. La confezione mi sembra più curata della scorsa edizione.

Elenoire consiglia il vino. Uhm. Non è molto credibile a dire il vero.

Lorenzo non fa la ricetta a regola d’arte, ovvero non fa la ricetta ‘senza errori’, ma la cambia: cuoce la verdura a vapore per non aggiungere grassi e poi mette il lardo nel pomodoro. Beh, capiamoci: la ragazza ha optato per una versione light. Di che stiamo parlando?

Arianna sbaglia la cottura della verza: a MasterChef in 40′ fanno un intero menu.

Berti le consiglia di non mettere la cipolla cruda così grande. Ecco, questo sarebbe un errore che Lorenzo avrebbe dovuto correggere, non lo chef di ‘sorveglianza’.

Leggero e dai colori molto belli per Rossetti, per Ruffini mancava il sale, Marchesi contesta proprio la versione light: “Una ricetta è una ricetta”.

Arianna intanto assaggia il piatto di Lorenzo per vedere se ci sono degli errori rispetto al suo. Impiattamento migliore, ma c’è l’aggiunta del limone esterno… c’è nella ricetta originale? No, il limone va all’interno solitamente…

Prima della seconda ricetta si riassume il procedimento dei capù di Arianna, disponibili anche sul sito ilpranzo.com. Bel dominio.

“Il primo amore non si scorda mai”: così Arianna ha chiamato il suo secondo piatto, a base di maiale, con salsa di mirtilli e mela cruda.

La fiammata sul logo fa tanto Hell’s Kitchen. Pure troppo. Pubblicità. E’ la seconda in 15 minuti.

Si torna in cucina: la confezione è fatta proprio per un ascolto distratto, come una soap. Si ripete continuamente dove siamo e che cosa si fa, e perché lo si fa. Tante chiacchiere e poca cucina, come sempre.

Intanto l’allievo Alma non si limita a fare la ricetta a regola d’arte, ma a cambiarla, aggiungendo ingredienti, come speck e senape.

Vogliamo davvero commentare la scelta della colonna sonora? Quando cucina l’Alma scattano violini e musica classica, quando si stacca sulla concorrente partono le percussioni.

Si dimentica lo spago. Uhm. Guarda, una cosa spontanea proprio.

Il rallenti sull’assaggio non l’hanno tolto, eh.

Leeeento, leeeento, leeeento.

Questo è il piatto a regola d’arte di Lorenzo.

Il trucco che Berti le dà è di cuocere il filetto intero e poi di scalopparlo, per non seccarlo troppo.

Si ripercorre la ricetta, mentre la colonna sonora scelta è una versione swing de L’Italiano di Cutugno.

Mousse di ricotta con coulis di lamponi e granella di pistacchio. Tecnicamente semplice. 20′ per farlo. E vediamo gli ingredienti.

Vabbè, su, quando fate un programma con dolci bio e vegani vs tradizionali?

Salsa di lamponi e lampone congelato sbriciolato sul dolce per il diplomato Alma. CONGELATO? MA COME?!

Pubblicità: la terza in 34 minuti.

E si riparte con la solita sintesi prima del terzo giudizio. Mamma e quanta leziosità. E quante parole. Sempre la stessa inquadratura, sempre la stessa posizione, sempre la stessa solfa a ogni blocco.

E indovinate cosa fa Arianna? Assaggia il dolce del diplomato.

Berti contesta la quantità offerta da Arianna. Vabbè. Lo diamo un giudizio? Sì, ma dopo un caffè Borbone.

Ecco il verdetto della giuria, schierata in pompa magna.

Qualche sbavatura per inesperienza e ansia, ma la scelta light è interessante e condivisa da Marchesi. Quindi è ammessa.

Marchesi le dedica un piatto ideato da un’ispirazione di Pistoletto, preparato dai cuochi dell’Accademia mentre scorrono i titoli di coda. Un modo per far vedere, ma non scoprire, uno dei piatti del maestro.