Il Paese che non c’è, Sky Tg24 e il post-sisma in Centro-Italia (a pochi giorni dal decennale de L’Aquila)
Sky Tg24 accende i riflettori sulla ricostruzione dopo il terremoto che nel 2016 sconvolse il Centro-Italia.
Mentre ci si prepara al decennale del terremoto de L’Aquila, con eventi e appuntamenti anche tv per ricordare le vittime di quel sisma e fare il punto sulla ricostruzione 10 anni dopo, Sky tg24 decide di puntare le telecamere su Arquata del Tronto, Norcia, Campotosto, Preci, alcuni dei 138 comuni furono colpiti dalle scosse violente che si susseguirono tra agosto 2016 e gennaio 2017. Dopo il focus su Amatrice, Sky TG24 ha realizzato “Il Paese che non c’è”, andato in onda in prima tv alle 09.30 di venerdì 29 marzo , all’interno di Sky TG24 Mattina, e ora disponibile su Sky On Demand.
Un modo per tenere accesi i riflettori su zone ancora alle prese con l’emergenza, in un momento in cui le telecamere stanno per tornare, prepotentemente, tra le vie de L’Aquila, che cerca di tornare a una ‘normalità’ inevitabilmente diversa da quella che i sopravvissuti ricordano prima delle 3.32 della notte tra il 5 e il 6 aprile 2009. Il reportage di Roberto Inciocchi si muove tra Umbria, Marche e Abruzzo e racconta come vivono le popolazioni che resistono, in attesa di una ricostruzione che non sembra procedere come avrebbe dovuto, attraverso le parole di amministratori locali e gente comune che sperava di tornare a vivere ‘normalmente’ il prima possibile. In molti casi, invece, la cosiddetta ricostruzione pesante, che interessa beni artistici, chiese, edifici pubblici e palazzi privati seriamente danneggiati, è ancora lontana e il futuro, tra Commissari e Governi che cambiano, sempre più incerti.
Oltre allo stato dell’arte – terreno su cui non manca di intervenire periodicamente e lontano da anniversari e date Diego Bianchi con i suoi reportage a Propaganda Live – c’è da esplorare il groviglio burocratico e affaristico che si muove con i progetti della ricostruzione. E quella è una storia ancora più avvilente.