Il nome della rosa, John Turturro e Rupert Everett protagonisti della serie tv Rai
John Turturro e Rupert Everett saranno i protagonisti dell’adattamento televisivo de Il nome della rosa, che sarà prodotto da Rai Fiction, 11 marzo e Palomar, la cui sceneggiatura è stata supervisionata da Umberto Eco, autore del libro da cui sarà tratta la serie tv
La produzione di fiction capaci di attirare investitori internazionali della Rai non si ferma: dopo anni di gestazione, ora tocca ad Il nome della rosa che, dopo l’adattamento cinematografico del 1986, si appresta a diventare una serie tv, una coproduzione tra Italia ed Inghilterra.
L’annuncio è stato fatto in occasione del Mipcom di Cannes: dal celebre libro di Umberto Eco sarà tratta una serie tv in otto episodi, dal budget imponente (23 milioni di euro) e dal cast di altissimo livello. John Turturro (in attesa di capire se ci sarà o no la seconda stagione di The Night Of) sarà il protagonista, il frate Guglielmo da Baskerville (ruolo che nel film è stato interpretato da Sean Connery), che arriva nell’abbazia benedettina dove si sono consumati alcuni omicidi.
Rupert Everett sarà il suo antagonista, l’inquisitore Bernardo Gui, mentre il giovane attore tedesco Damien Hardung darà volto al novizio Adso da Melk, con cui Guglielmo inizia ad indagare, ritrovandosi in un ambiente ostile e consapevole che dovrà risolvere il caso prima dell’arrivo della Santa Inquisizione.
Un progetto, come detto, dalla lunga gestazione, che lo stesso Eco, scomparso nel febbraio del 2016, riuscì a supervisionare: le sceneggiature sono state scritte da Andrea Porporati e da Nigel Williams. A fronte di un cast internazionale, alla regia della serie ci sarà un italiano, ovvero Giacomo Battiato. A produrre, Rai Fiction, 11 Marzo e la Palomar, anche se, stando a quanto scrive Variety, altri produttori potrebbero unirsi. Per quanto riguarda la distribuzione internazionale, invece, si sta trattando con la Wild Bunch Tv.
Si tratta della prima trasposizione televisiva de Il nome della rosa, il cui film è rimasto fino al 2001, ovvero fino alla messa in onda de “La vita è bella”, la pellicola più vista della tv italiana, con 14,6 milioni di telespettatori. L’impegno della Rai si fa così sempre più intenso per quanto riguarda le produzioni che possano attirare investitori internazionali, cosa accaduta di recente, ad esempio, con I Medici, la cui seconda stagione è sul set in questi mesi, e L’amica geniale, che la tv pubblica produrrà con la Hbo.
Per la fiction italiana presentata al Mipcom si tratta sicuramente di un periodo favorevole: in molti si stanno soffermando ad analizzare la qualità dei progetti presentati che, oltre a quelli sopra citati, includono anche Qaddafi, prodotto da Palomar e da eOne, con la sceneggiatura di Roberto Saviano e Nadav Schirman; The New Pope, sequel di The Young Pope scritto e diretto da Paolo Sorrentino ed Il cacciatore di mafiosi, altra serie Rai sul procuratore del pool antimafia di Palermo Antonio Sabella. Tutti titoli che, oltre ad attirare l’attenzione, fanno ben sperare nella qualità della produzione italiana, sempre più rivolta ad un pubblico che supera i nostri confini e, quindi, più ambiziosa.