Il neorealismo televisivo costa caro a Vittorio Sgarbi: 30mila euro per gli insulti a Marco Travaglio durante Annozero
Costerà caro, a Vittorio Sgarbi, il “neorealismo televisivo”, come lo ha definito, in condominio con Cesare Lanza, il noto sollevatore di polemiche televisivo, all’epoca dei fatti assessore alla Cultura del comune di Milano: Sgarbi, infatti, dovrà pagare 30mila euro di risarcimento per aver apostrofato con insulti e parolacce Marco Travaglio durante la puntata di Annozero
Costerà caro, a Vittorio Sgarbi, il “neorealismo televisivo”, come lo ha definito, in condominio con Cesare Lanza, il noto sollevatore di polemiche televisivo, all’epoca dei fatti assessore alla Cultura del comune di Milano: Sgarbi, infatti, dovrà pagare 30mila euro di risarcimento per aver apostrofato con insulti e parolacce Marco Travaglio durante la puntata di Annozero del primo maggio del 2008. Lo ha stabilito il Tribunale civile di Torino che ha condannato l’attuale sindaco di Salemi anche alle spese legali. La sentenza, secondo uno dei legali di Travaglio, Andrea Fiore, è stata depositata il primo dicembre scorso ed è firmata dal giudice Maria Francesca Christillin. La puntata in oggetto era dedicata al fenomeno Beppe Grillo, allora sulla bocca di tutti per il suo reiterato operato di piazza: il giudice ha anche stabilito che la sentenza sia pubblicata sui quotidiani la Repubblica e La Stampa.
Insomma fare televisione in un certo modo va a finire che non paga. Anzi, va a finire che costa Le risse catodiche, soprattutto verbali, quando non fisiche, sono diventate il pane quotidiano, secondo un meccanismo che vede lo spettatore medio (cioè noi) colpevolmente interessato a queste manifestazioni goliardiche e maleducate che di “neorealismo”, i signori Sgarbi e Lanza ci scuseranno, non hanno proprio niente. Se il neorealismo è l’impegno nel reale, allora, ci dispiace, ma questo urlare parolacce in faccia al prossimo, tra spruzzi di saliva e vene ingrossate, non è il nostro reale. Forse è il vostro, reale, signori Sgarbi, signore D’Urso e De Filippi (eccetera), ma non il nostro. Meglio sarebbe per tutti se si cominciasse a parlare di meta-realismo televisivo, una realtà caricata (e caricaturizzata) ad uso e consumo dello spettacolo da audience. Forse è arrivato il momento di prendere le distanze da ciò, dai trentenni medi che vanno al Grande Fratello, dai quali nessuno di noi può sentirsi rappresentato e via dicendo. In questo senso la condanna a Sgarbi, di 30mila euro, serve anche a questo, serve per poter pensare, finalmente, che no, venire a bestemmiare nel mio salotto, così, a gratis, non si può. Se proprio lo vuoi fare, sai che ti costerà 30mila euro più le spese legali.
Il video del litigio dopo il salto.